Il ruolo assegnato a questo figlio è quello di servire come zimbello della famiglia e di essere il destinatario di tutta la rabbia che si produce al suo interno. Trattato come un disadattato, il capro espiatorio inizia a reagire in modo scomposto per la rabbia che viene inconsapevolmente diretta a lui, e dimostra così alla famiglia di essere nel giusto riguardo nel modo in cui lo considera e lo tratta.

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"Vedi" sembrano dire i familiari l’uno all’altro, "è davvero pazzo. Guarda come sta facendo".

In un caso di questi di cui mi sono reso conto nel corso dei miei consulti, spiega il professor Shoenwolf, esperto di dinamiche familiari, il capro espiatorio, che chiamerò Gerry, era il più giovane di cinque figli. Aveva due sorelle molto più anziane e un fratello che di soli 15 mesi di età.

Fin dall'inizio è stato il bambino indesiderato e trascurato. Nel corso di uno dei nostri incontri, ha descritto sua madre in questo modo: "Sembrava essere arrabbiata con me per il fatto di essere nato". La madre, spiegava, era molto critica con lui e lo trattava come se tutti i suoi pensieri, tutte le sue opinioni, tutti i suoi desideri non fossero solo sbagliati ma folli. Diventato più grande, il mio paziente ha cominciato a ribellarsi contro di lei e a reagire.

Mi ha raccontato che una volta non voleva mangiare un certo tipo di funghi per cena. La madre lo ha fatto stare al tavolo per due ore, mentre tutti gli altri andavano a letto. Aveva 8 anni. "Non intendo mangiarli. Sono disgustosi" continuava a dire alla madre. "Non lascerai questo tavolo fino a quando non li avrai mangiati" gli rispondeva lei. Alla fine è stato costretto a mangiarne almeno un po’ e gli è stato alla fine permesso di andare a letto.

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Spesso, quando iniziava a litigare con lei e non era più solo disubbidiente ma reagiva con veemenza, gli sembrava di essere l’unico figlio che veniva picchiato dalla madre, sebbene si rendesse conto che anche gli altri occasionalmente venivano puniti allo stesso modo. Però lui, essendo il capro espiatorio di famiglia, riceveva un sacco di sculaccioni in più.

Tutti gli altri figli iniziarono pertanto a sentirsi superiori e a considerarlo con pena, a sminuirlo. Lui si sentiva costantemente in difficoltà a causa della sua stoltezza. Gli sembrava di essere la causa di tutti i problemi della famiglia. Cosa avrebbe potuto fare di diverso, pensava, una madre che soffriva tanto a causa di un figlio del genere?

Nel frattempo, il padre aveva preso il fratello maggiore di Gerry sotto la sua protezione. Il padre ha formato il figlio maggiore in modo tale che potesse diventare il grande atleta che lui non era mai stato. Il padre andava a vedere ogni partita del suo campionato per ragazzi e lo malediceva per ogni errore durante il gioco.

Si comportava come se avesse un solo figlio. Faceva appena caso a Gerry, il quale doveva starsene in disparte a osservare i favoritismi riservati al fratello maggiore, senza poter fare nulla. Il capro espiatorio designato non può lamentarsi di niente. Se avesse detto: "Papà, vorrei giocare anch’io a baseball", il padre si sarebbe messo a ridere e l’avrebbe fatto l’intera famiglia.

Erano tutti sicuri che si sarebbe dimostrato assolutamente un incapace in qualunque cosa avesse deciso di fare.

I genitori erano entrambi completamente incoscienti di quello che stava succedendo nella famiglia. Erano individui disturbati, con caratteristiche narcisistiche che impedivano loro di guardare oggettivamente a se stessi per come stavano trattando i loro figli.

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Provenivano entrambi da famiglie disfunzionali e non erano consapevoli dei loro disturbi e della loro rabbia, nonché della loro necessità di dirigerla sul loro figlio più piccolo. Così il ragazzo è cresciuto in un'atmosfera in cui è stato trattato da capro espiatorio e considerato come se fosse tutto quello che di inferiore un essere umano può essere. I genitori e i figli più grandi credevano che meritasse di essere trattato in questo modo.

Alla fine lui ha cominciato a credere di essere davvero inferiore e ha iniziato ad agire di conseguenza. Tutto questo gli sembrava normale, anche se una piccola parte di lui sentiva che tutto quanto gli stava capitando era una cosa ingiusta, e questa parte di lui è diventata sempre più arrabbiata per questa ingiustizia.

Quando è diventato un adulto, si è trovato a essere una persona solitaria. Non era in grado di fare amicizie con maschi o femmine. Sebbene fosse un uomo attraente, alto e ben messo e con un QI superiore alla media, gli mancava l'intelligenza emotiva.

A causa dell’esperienza fatta in famiglia, si sentiva sempre inferiore alle altre persone. Tendeva a “buttarsi” su qualsiasi donna che incontrava. In un primo momento le possibili compagne erano attratte dalle sue belle caratteristiche fisiche e da un certo fascino infantile. Ma dopo uno o due incontri, le donne iniziavano guardarlo dall’alto in basso e a criticarlo (proprio come aveva fatto sua madre).

Quando alla fine lo lasciavano, lui iniziava a cercarle ancora di più, volendo che lo amassero e rispettassero, per compensare ciò che sua madre non gli aveva dato. Questa strategia però non ha mai funzionato.

Nei suoi rapporti con gli uomini giocava il risentimento e il senso di inferiorità generato dalla sua relazione con il padre e con il fratello più anziano. Si arrabbiava facilmente con gli uomini.

Una volta che un collega lo ha preso in giro perché aveva chiesto un giorno di ferie. "Non puoi avere un giorno di riposo" gli aveva detto il collega, con ironia. Quando Gerry gli ha chiesto perché, il collega ha risposto: "Perché l’ho già chiesto io." La disputa è durata un intero pomeriggio e alla fine Gerry, che lavorava come cameriere, ha preso un bicchiere di birra e l’ha versato sul volto dell'uomo, e per questo è stato licenziato.

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Gerry è rimasto psicologicamente paralizzato dalla sua educazione. Non aveva nessuna capacità di legarsi con gli altri perché non aveva mai legato con nessuno nella sua famiglia. Aveva poca autostima e si mostrava alla fine inadeguato in qualsiasi gruppo si venisse a trovare, diventando il capro espiatorio in qualsiasi posto di lavoro.

Aveva poca autostima e si aspettava di essere rifiutato da chiunque incontrasse. Era estremamente sensibile a qualsiasi piccolezza e reagiva eccessivamente a ogni minima cosa. Non aveva idea di come fissare i confini o affermare se stesso, perché non credeva di essere degno di definire confini o di affermarsi.

Solo dopo anni di psicoterapia ha iniziato a capire cosa gli era successo nella sua famiglia disfunzionale e a comprendere i molti modi in cui la sua educazione lo aveva danneggiato.

Fortunatamente la sua famiglia, benestante, ha continuato a sostenerlo finanziariamente fino a oltre i trent’anni. Allo stesso tempo, però, difficilmente lo chiamava per sapere come stesse. Infatti, i suoi genitori e i fratelli più grandi lo consideravano sempre un "indesiderato", qualcuno da tenere a distanza per non essere contagiati dalla sua "malattia".

Conseguentemente alla sua necessità di mostrare loro quanto si sbagliavano su di lui, Gerry ha studiato per diventare un medico. All'inizio non ha raccontato loro cosa stava facendo, sapendo che avrebbero screditato e deriso tale aspirazione.

Alla fine ce l'ha fatta a laurearsi ed è diventato un medico. Quando lo ha detto loro, però, i familiari hanno trovato ancora modo per screditare quello che aveva raggiunto. Un Natale ha visto una sorella alzare gli occhi mentre lui si vantava del suo talento come medico.

Crescere come il capro espiatorio in una famiglia disfunzionale lascia un handicap psicologico permanente. Alcuni lo superano attraverso la terapia; alcuni non ci riusciranno mai.