Cosa evoca la parola "adolescente" nella vostra mente? Un golem brontolone, poco comunicativo e puzzolente? Un mix inebriante di CBA (can’t be arsed: non ho voglia di far niente) nonchalance e WTF (what the fuck: e che cazzo!) furioso? Un bambino troppo cresciuto o un adulto sottosviluppato?

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Uno che sa tutto e non cede, o uno che non può far altro che seguire ciecamente la strada che tracciano gli altri? Un terrificante mettersi a rischio o un fifone terrorizzato che i rischi li evita?

E c'è una qualche base scientifica per stabilirlo? Gli adolescenti sono davvero una razza a parte? Davvero bevono, fumano, si drogano e fanno sesso più degli adulti, e sono davvero costitutivamente incapaci di valutare i rischi che corrono con certi loro comportamenti?

Il professor David Bainbridge, autore del libro Teenagers: A Natural History, sostiene che sì, gli adolescenti prendono molti più rischi (almeno più dei bambini), ma per una buona ragione - il rischio è di vitale importanza per la nostra specie."Se nessuno si fosse assunto mai dei rischi, nessuno avrebbe, ad esempio, per paradosso, mai chiesto a qualcun altro di uscire con lui, e nel giro di poco tempo non ci sarebbe stato più nessuno sulla terra!" afferma il professor Bainbridge. "Gli adolescenti hanno bisogno di creare distanza emotiva con i loro genitori. Ciò comporta,  spesso, di fare cose che ai loro genitori non piacciono. Sono inoltre coinvolti in relazioni complesse con i loro coetanei, creano gerarchie sociali che vivranno con loro per il resto della loro vita".

Uno studio recente suggerisce che i topi adolescenti sono fortemente influenzati dai loro pari quando si tratta di comportamenti a rischio, in una misura in cui i topi adulti non lo sono. Bevono più alcol quando sono in gabbia con i loro coetanei rispetto alla quantità che bevono da soli, mentre i topi adulti bevono la stessa quantità sia se sono da soli o in gruppo. Questo potrebbe essere un adattamento innato che costituisce un vantaggio in termini evolutivi - i giovani mammiferi adulti sono più sicuri muovendosi in un gruppo piuttosto che da soli, e dal momento che sono quelli che si stanno per riprodurre, le specie hanno bisogno di loro per sopravvivere.


Gli adolescenti hanno bisogno di creare distanza emotiva con i loro genitori. 
Ciò comporta anche fare cose che ai loro genitori non piacciono


Quindi, questo vale tanto i topi quanto per gli uomini? La dottoressa Lisa Knoll, neuroscienziata, pensa che sia così. "I giovani adolescenti sembrano temere l'esclusione dei loro coetanei più di quanto non capiti agli adulti. Se i tuoi amici si stanno prendendo dei rischi, allora è molto più facile lo faccia anche tu, perché vorrai conformarti a loro."

Il gruppo di lavoro del dottor Knoll ha chiesto a 560 persone di tutte le età che hanno visitato il Museo della Scienza, di classificare una serie di comportamenti potenzialmente a rischio, come ad esempio attraversare la strada con un semaforo rosso, andare in bicicletta senza casco e camminare da soli in un vicolo buio, mettendoli in una sequenza da alto a basso rischio. Poi, hanno detto ai partecipanti come persone sia della stessa età ma di altre epoche avevano giudicato il livello di rischio, e ha chiesto loro se volevano modificare i loro punteggi e le loro valutazioni.

Partecipanti di tutte le età sono stati influenzati dagli altri, ma adulti e bambini hanno modificato le loro valutazioni a conformarsi a quelle espresse da adulti di altre epoche più di quanto non abbiano fatto gli adolescenti. Solo i ragazzi tra i 12 ei 14 anni di età hanno dato più peso alle opinioni degli altri ragazzi rispetto a quelle degli adulti.

Sembra che il conformismo sociale eserciti più pressione sugli adolescenti più giovani, e a partire dai 15 anni, l'effetto della pressione dei pari comincia a svanire.

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Bainbridge sostiene che siamo in realtà tutti molto modesti in merito alla capacità di valutare i rischi del giorno d’oggi. "Fino a 10.000 anni fa, eravamo cacciatori-raccoglitori, ed eravamo molto bravi nel valutare i rischi che ci toccava affrontare. Ma i rischi cambiano molto rapidamente adesso. Si assumono droghe; esse sono molto più forti di quanto non fossero in passato, ma il nostro cervello non può adattarsi tanto rapidamente al cambiamento del livello di rischio".

La spinta a correre dei rischi sembra aumentare dopo la pubertà. Una ragione di questo può essere che i comportamenti a rischio causano un aumento del neurotrasmettitore dopamina. Probabilmente gli adulti hanno la stessa spinta ad assumere rischi ma riescono con più successo a controllare i loro impulsi. Per questo al di sotto dei 25 anni si hanno più probabilità di fare esperienze di binge-drinking, incidenti in auto in stato di ebbrezza, fare a botte,  fare sesso casuale e non protetto.


I ragazzi hanno bisogno della libertà di saggiare e mettere alla prova
i confini, i limiti, pur all’interno di un ambiente sicuro


È per il fatto che il loro cervello è ancora in via di sviluppo, che le droghe come la cannabis e l’alcol possono essere particolarmente dannose per i giovani. Le azioni compiute dagli adolescenti hanno impatto su tutte le altre età, così gli esperti di salute pubblica concordano che ridurre l’assunzione di rischi da parte del giovani sarebbe un modo per migliorare il benessere di tutti.

Ma questo è più facile a dirsi che a farsi. I ragazzi hanno bisogno della libertà di saggiare e mettere alla prova i confini, i limiti, pur all’interno di un ambiente sicuro. "Quelli di cui dovete preoccuparvi sono i ragazzi che escono di casa a 18 anni, senza alcuna esperienza di vita. I genitori pensano di proteggere i loro figli, ma in realtà li mettono in grande pericolo una volta che quelli lasciano il nido in cui sono stati tenuti al riparo dall’esperienza del rischio ".

Quindi, se l'assunzione di rischi è parte integrante, inevitabile e forse auspicabile dell'adolescenza, come possono gli eccessi più pericolosi essere frenati? La crescita vertiginosa della cosiddetta istruzione PSHE (personale, sociale, sanitario ed economico) all’interno delle scuole del Regno Unito a partire dal 2000 può significare per che i ragazzi, ad esempio, ne sappiano un sacco in materia di sesso, ma non ha portato a un sostanziale cambiamento nel comportamento sessuale.

Aumentare il prezzo delle sigarette, limitare la vendita di alcolici e migliorare l'accesso ai servizi per la salute mentale e per la contraccezione possono rivelarsi le strategie più efficaci. E forse abbiamo bisogno di riformulare il nostro approccio; l'adolescenza è una fase di transizione verso l'età adulta. Non può essere affrettata o soppressa.

Esistono creatività, sperimentazione, libertà dai vincoli e un certo grado di incoscienza in quegli anni tanto da alimentare la nostra più tarda vita di adulti. C'è forse qualche rimpianto o forma di invidia nel modo in cui parliamo di adolescenza una volta che siamo avanti con gli anni?