La tragica storia di tanti ragazzi che portano per sempre i segni dell’abuso di sostanze, mette in evidenza un punto importante che i professionisti della prevenzione e della sanità da lungo tempo conoscono: la dipendenza è una malattia cronica. Ma sottolinea anche un altro aspetto rilevante della dipendenza: l'età media in cui le persone iniziano ad utilizzare droghe può avere un impatto negativo duraturo sullo sviluppo del cervello.

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Alle conseguenze sociali – il rischio di marginalizzazione, la devianza, spesso l’impatto con la giustizia penale – si uniscono quelle più strettamente personali, in particolare i danni cognitivi.

Lo spiega Vivek Kumar, un professore assistente presso il Jackson Laboratory di Bar Harbor, studioso di genetica della dipendenza.

Ricordo Garrett, dice il professor Kumar, un ragazzo che aveva iniziato a consumare marijuana all'età di 10 anni, passato in seguito a droghe sempre più pesanti. Gli effetti del consumo precoce di sostanze hanno determinato tutta la sua vita adulta.

Esiste una chiara evidenza medica che i consumatori di droga adolescenti hanno un rischio maggiore di sviluppare dipendenza da adulti. Questo accade perché il cervello umano continua a svilupparsi fino ad oltre i venti anni, e l'uso di droghe durante l'adolescenza può influenzare negativamente questo sviluppo neurologico.

Immaginate, dice il professor Kumar, di costruire la vostra casa dei sogni. Avete investito i risparmi di una vita e avete dunque una sola possibilità di realizzare il vostro desiderio.

Ma ora che la casa è quasi completa, una tremenda tempesta si abbatte sulla costruzione e sommerge ogni cosa. Acqua, ghiaccio e fango in ogni angolo della vostra bella casa, distrutto l’impianto elettrico, l'acqua è penetrata nella struttura dei muri, nelle fondamenta.


se la tempesta fosse arrivata e avesse investito 
e attraversato la casa una volta terminata, 
probabilmente avrebbe fatto meno danni


 Non si può ripartire da zero, si può solo cercare di ripulire quello che si riesce, nel miglior modo possibile, e portare a termine la costruzione della casa.

Sembra bella e solida dall’esterno. Ma si sa che la tempesta ha causato danni profondi. Se la tempesta fosse arrivata e avesse investito e attraversato la casa una volta terminata, probabilmente avrebbe fatto meno danni.

Lo sviluppo del cervello è simile al processo di costruzione di una casa.

Il nostro cervello si modifica rapidamente fino a quando non si raggiungono i vent’anni, e la maggior parte del neurosviluppo critico che controlla il nostro comportamento e le nostre emozioni si verifica in questo periodo. Le regioni del cervello che controllano le emozioni, i processi cognitivi e decisionali, il controllo degli impulsi, maturano in particolare durante l'adolescenza (dai 10 ai 19 anni).

Gli adolescenti che inondano il cervello con sostanze chimiche provocano danni permanenti in un’età molto critica per lo sviluppo neurologico.

Queste sostanze sono neuromodulatori potenti che modificano la funzione dei circuiti cerebrali. Queste modifiche si radicano anche dopo che le stesse droghe vengono eliminate dal corpo. Le conseguenze possono manifestarsi successivamente, nell'età adulta, con una miriade di problemi emotivi e relazionali.

L'effetto dell’uso precoce di sostanze è ben documentato dalla ricerca.

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Dei ragazzi che bevono a partire dai 14 anni, il 15,2 per cento diventano alcolisti, rispetto al 2,1 per cento di coloro che iniziano a bere dopo i 21 anni. Il 25 per cento dei ragazzi che abusano di droghe dai 13 anni svilupperanno problemi di uso di sostanze, rispetto al 7 cento di coloro che iniziano solo dopo aver raggiunto i 21 anni.

Dati similari valgono sia per la marijuana che per la nicotina. Questi valori vengono confermati da studi controllati sugli animali.

Scientificamente, è evidente che l'uso di droghe nel periodo dell’adolescenza è molto più dannoso, con effetti a lungo termine, di quanto non accada agli adulti.


occorre impegnare i ragazzi in un’attività
preventiva 
sull’uso di sostanze
prima che arrivino a sperimentarle


 Ai consigli e alle "lezioni" che i miei colleghi derivano dall’esperienza fatta con ragazzi che hanno abusato delle droghe, io aggiungo questa avvertenza: occorre impegnare i ragazzi in un’attività preventiva all’uso di sostanze prima che arrivino a sperimentarle.

Un recente sondaggio dice che i giovani che si sono diplomati nelle scuole superiori statunitensi per il 70 per cento hanno provato l’alcol; il 40 per cento ha fumato almeno una sigaretta; Il 50 per cento ha provato droghe illecite, come marijuana, cocaina e metanfetamine; mentre il 20 per cento utilizza sostanze prescritte dal sistema sanitario, ma per finalità non curative.

Come genitore di una ragazza undicenne, continua il professore, so che c'è una buona possibilità che lei possa essere esposta al consumo di sostanze stupefacenti nel corso della sua vita.

Ma se l'esposizione e l’uso avverranno dopo i 21 anni – quando il cervello sarà completamente sviluppato – lei avrà meno probabilità di sviluppare una malattia cronica come la dipendenza.

Ecco perché proteggere i nostri giovani, conclude Kumar, facendo sì che evitino l'uso di droghe durante l'adolescenza, deve essere una priorità nella nostra lotta contro la dipendenza.