L'istruzione è considerata uno degli investimenti personali fondamentali, ma il livello di istruzione formale raggiunto non ripaga necessariamente in termini di soddisfazione sul lavoro.

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È quello che emerge da una nuova ricerca dell'Università di Notre Dame e pubblicata sul Journal of Applied Psychology.

"Il nostro studio mostra che le persone che hanno investito nell'istruzione formale tendono a non essere più soddisfatte del loro lavoro rispetto alle altre" spiegano gli autori.

"Abbiamo scoperto che le persone con un livello di istruzione migliore godono di maggiori risorse legate al lavoro, inclusi reddito, autonomia lavorativa e possibilità di scelta. Ma sopportano anche orari di lavoro più lunghi e una maggiore pressione, intensità e urgenza sul lavoro. In media, queste richieste sono associate a un aumento dello stress e diminuzione della soddisfazione sul lavoro, in gran parte compensando i guadagni positivi associati a un maggior impiego di risorse".

In analisi supplementari, il team ha scoperto che le donne avevano maggiori probabilità di sperimentare una più forte associazione negativa tra istruzione e soddisfazione sul lavoro, e i lavoratori autonomi sperimentavano invece un'associazione negativa inferiore.

"Le donne devono ancora affrontare avversità sul posto di lavoro che possono minare i ritorni positivi sui loro investimenti nell'istruzione. Questa dinamica è particolarmente importante data l'inversione del divario di genere nell'istruzione, con più donne che completano l'istruzione superiore rispetto agli uomini.

Abbiamo esplorato l'idea che il legame istruzione-soddisfazione professionale sia negativo e più forte per le donne e abbiamo scoperto che, rispetto al loro controparti maschili di analogo livello di istruzione, le donne altamente istruite sperimentano più stress sul lavoro e minore soddisfazione sul lavoro".

Rispetto alle occupazioni tradizionali, il lavoro autonomo offre una notevole flessibilità per organizzare il proprio orario di lavoro, scegliere il contenuto del lavoro e decidere come rispondere alle richieste professionali.

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"Abbiamo scoperto che, rispetto alle loro controparti salariate, i lavoratori autonomi sembrano essere più “protetti” dagli effetti negativi dell'istruzione sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa. Riteniamo che illuminare questa condizione limite sia importante per le organizzazioni e le aziende con una media elevata di istruzione tra i dipendenti, e che apprezzano e vogliono trattenere i loro dipendenti di alto livello formativo".

I ricercatori, ovviamente, non suggeriscono di evitare l'istruzione superiore nel tentativo di ottenere una maggiore soddisfazione sul lavoro, ma raccomandano un calcolo realistico dei compromessi tra condizioni di lavoro "buone" e "cattive", lo stress associato e la soddisfazione sul lavoro.

"Bilanciare quelle condizioni che portano allo stress e alla soddisfazione sul lavoro può aiutare i lavoratori a ricalibrare i loro valori e, in ultima analisi, a prendere decisioni che soddisfano le loro priorità.

I responsabili delle aziende possono anche prendere in considerazione modi migliori per gestire le maggiori richieste sottoposte dai loro dipendenti altamente istruiti in modo che lo sfruttamento del più grande capitale umano di un'organizzazione non trasformi in un ritorno negativo per i lavoratori e per la stessa organizzazione.

Ad esempio, rimuovendo gli incentivi per i dipendenti a sostenere orari di lavoro eccessivi, le organizzazioni possono evitare di esercitare inavvertitamente pressioni che vengono subite dai dipendenti con uno stress che mina la soddisfazione sul lavoro.

"Molte persone perseguono l'istruzione superiore per ottenere un lavoro migliore sulla carta, non rendendosi conto che questo 'lavoro migliore' non è effettivamente migliore a causa degli effetti imprevisti delle richieste e dello stress nel tempo" concludono i ricercatori.

"È positivo per le persone essere realistiche sui percorsi di carriera che perseguono e su ciò che in definitiva apprezzano".

Indicazioni preziose non solo per chi si trova da lavoratore in questa situazione, ma per i genitori stessi nel momento in cui si affiancano ai ragazzi per supportarli nelle scelte formative e magari per sostenerli al momento delle prime esperienze professionali.


I materiali della ricerca sono disponibili sul sito della University of Notre Dame.