Musica, lettura, partecipazione a gruppi associativi di attività culturale, teatro, e altri simili momenti di socializzazione durante il tempo libero dagli impegni scolastici, possono avere un ruolo cruciale nel sostenere il benessere e lo sviluppo sociale dei giovani, come conferma una nuova ricerca dell’Università di Liverpool.

L’adolescenza è spesso descritta come una fase formativa della vita, in cui si costruiscono le identità, si stringono amicizie e cominciano a emergere le prime difficoltà e sofferenze legate alla salute mentale. Lo studio ha indagato questi aspetti dell’adolescenza. Basandosi sui dati del Millennium Cohort Study ha analizzato lo sviluppo di migliaia di ragazzi nel Regno Unito fin dalla nascita. È stato pubblicato sul Journal of Leisure Research,
Concentrandosi su oltre 12.000 adolescenti, i ricercatori hanno esaminato i legami tra le attività ricreative praticate a 14 anni—come musica, lettura, frequentazione di gruppi giovanili, partecipazione a funzioni religiose o visite a musei—e gli esiti osservati a 17 anni, in riferimento alla salute mentale e ai comportamenti prosociali, cioè quelli orientati ad aiutare e sostenere gli altri.
Diversamente da studi precedenti, che avevano preso in considerazione solo singoli momenti e si erano soffermati soprattutto sugli esiti negativi come l’aggressività, questa ricerca ha analizzato i dati a 14 e 17 anni valutando sia le difficoltà psicologiche sia i comportamenti positivi.
Un’attenzione particolare è stata rivolta al ruolo dell’autostima come possibile collegamento tra la partecipazione ad attività ricreative e i risultati successivi.
I risultati mostrano che gli adolescenti più coinvolti in attività ricreative a 14 anni tendevano ad avere una maggiore autostima, che a sua volta faceva prevedere minori difficoltà di salute mentale e un comportamento più prosociale a 17 anni.
Le attività ricreative sembrano inoltre proteggere direttamente la salute mentale, con ragazzi che tre anni dopo riportavano solo lievi difficoltà. Infine, il tempo libero si è rivelato legato alla gentilezza e al senso di responsabilità sociale, una partecipazione più frequente e coinvolta era indice di livelli più alti di comportamenti volti a sostenere e aiutare gli altri.
L’autrice dello studio, la dottoressa Mengya Zhao, docente di Psicologia Clinica presso l’Institute of Population Health dell’Università di Liverpool, ha dichiarato: «Questi risultati mettono in luce l’importanza di incoraggiare i giovani a intraprendere attività significative al di fuori della scuola.

I nostri dati suggeriscono che il tempo libero non è soltanto una pausa: queste attività possono dare agli adolescenti un senso di valore e di identità, aumentando l’autostima, sostenendo la salute mentale e persino favorendo la gentilezza verso gli altri».
I ricercatori sottolineano quindi quanto sia importante garantire opportunità ricreative accessibili e significative all’interno delle strategie di salute pubblica e di istruzione.
Lo studio evidenzia anche implicazioni pratiche per scuole, famiglie e comunità, che potrebbero dare priorità a occasioni in cui i giovani possano coltivare i propri interessi attraverso la musica, la lettura, i gruppi giovanili o il volontariato.
Offrendo esperienze che rafforzino il senso di sé, le attività ricreative possono contribuire a consolidare l’identità e sviluppare resilienza.
Ulteriori ricerche saranno necessarie per esaminare più da vicino i diversi tipi di attività e valutare come contesti strutturati o non strutturati possano influenzare i risultati.





