Molti esperti ritengono oggi che uno dei fattori decisivi per sviluppare l’autostima sia di iniziare a farlo quando i bambini sono ancora piccoli e il loro cervello si sta ancora sviluppando. Le difficoltà e gli errori che si compiono a quell’età con i figli, sembrano comprovare il fatto che la bassa autostima sia una caratteristica della famiglia.

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È probabile infatti che un adulto con scarsa autostima si concentri su se stesso piuttosto che sui propri figli, cercando di risolvere o limitare il problema a partire da se stesso per poi iniziare a relazionarsi con un figlio su questo tema.

Tuttavia, siccome è molto più facile costruire l'autostima nei bambini, sarebbe più logico che l'attenzione di un genitore si rivolgesse innanzitutto a loro, in modo da rompere il circolo vizioso del riprodursi della mancanza di autostima, e poi, a questo punto, affrontare il compito più difficile di seguire lo stesso esempio lui stesso come adulto.

La prima cosa che i genitori dovrebbero fare è lasciar da parte la paura di crescere dei piccoli megalomani. Non esiste, sostengono alcuni psicologi, una cosa come l’eccesso di autostima, in quanto l’autostima deriva dalla comprensione di se stessi e del mondo circostante.

I ricercatori hanno scoperto solo di recente che i bambini iniziano a sviluppare l'autostima già a cinque anni. Questo avviene quando il cervello inizia a creare modelli di pensiero e di comportamento, che sono schemi, o insiemi di informazioni che vengono accumulate e immagazzinate nelle reti neurali del cervello per lunghi periodi di tempo.

Le esperienze e i feedback danno forma sia a schemi positivi che a pensieri come "sono intelligente", "sono gentile" e "sono in grado di fare una certa cosa". A seconda delle esperienze e del feedback ricevuto, prendono forma anche gli schemi negativi e diventano più difficili da correggere nel tempo.

I bambini piccoli ricevono un'enorme quantità di dati dal mondo che li circonda mentre le loro reti neurali stanno appena iniziando a formarsi. Ciò rende i loro schemi più flessibili, ma anche più delicati. I messaggi giusti fanno la differenza quanto quelli sbagliati.

L'autostima, quindi, non si basa sulla lode in sé, ma sul giusto tipo di lode. In altre parole, i genitori dovrebbero elogiare i figli non solo per aver fatto le cose bene, ma anche quando ci provano e sbagliano.

Mentre alcuni genitori temono che la troppa autostima possa portare al narcisismo, quest’ultimo è in realtà una risposta psicologica alla bassa autostima. I narcisisti traggono valore solo dalle loro vittorie e hanno bisogno di elogi costanti per evitare che il loro grande e fragile ego vada in pezzi. In altre parole, non è la lode il problema: è più un sintomo e, occasionalmente, anche un capro espiatorio.

Allo stesso modo, l'idea di crescere bambini forti e resistenti che non dipendano dalle lodi, deriva da un'alta autostima. Le persone che hanno una personalità di questo genere sono infatti quelle che conoscono il loro proprio indipendentemente da quello che accade.

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Alcuni psicoterapeuti spiegano che un termine più accurato, o almeno meno pesante, per "autostima" è "autoefficacia", cioè la convinzione nella propria capacità di risolvere i problemi e di poter influire su quello che accade nella vita.

Piuttosto che crescere figli che pensano di essere perfetti, l'autoefficacia riguarda più il crescere figli che hanno un obiettivo chiaro e diano significato alle loro vite.  Si può aiutare un bambino a sviluppare l'autoefficacia incoraggiandolo a cercare di risolvere i problemi in modo indipendente. In questo modo un genitore può lodare gli sforzi di un figlio indipendentemente dal risultato.

In altre parole, la chiave per aumentare l’autostima è il dare un riscontro positivo in modo incondizionato, indipendentemente dal risultato, ma molti genitori di oggi non sono stati cresciuti in questo modo, quindi per loro il farlo è più difficile di quanto loro stessi si aspettino.

I genitori con bassa autostima sono inclini a trasmetterla ai loro figli indipendentemente dal feedback positivo che danno loro, perché offrono continuamente con il loro comportamento un esempio di bassa autostima. Poiché gli “schemi” degli adulti sono più sviluppati, la bassa autostima dei genitori è anche più difficile da correggere perché hanno ascoltato e seguito messaggi sbagliati per così tanto tempo. I bambini capiscono tutto questo e alla fine potrebbero iniziare a credere di non essere neanche loro sufficientemente capaci.

I genitori dovrebbero prendersi cura della propria bassa autostima prima di lavorare su quella dei figli. Questo può essere incredibilmente difficile per genitori sfiniti, che si sentono come se stessero fallendo di continuo, ma è fondamentale per crescere figli che si sentano bene con se stessi.

I bambini imparano a vedere il mondo attraverso gli occhi dei genitori e di quelli che si occupano di loro. Se i genitori si deprimono, o hanno paura o diffidano degli altri, è probabile che trasmettano questi tratti caratteriali ai loro figli.

Un genitore dovrebbe comprendere che, se anche l’autostima può essere difficile da costruire, solo perché lui stesso è cresciuto senza averne, non significa che questo debba accadere anche a suo figlio.