I giovani che esternalizzano il loro disagio, in genere non hanno problemi ad attirare l'attenzione di genitori e insegnanti, ma i loro coetanei che, al contrario, rivolgono verso l’interno la loro energia negativa, interiorizzando i comportamenti, possono essere più facilmente ignorati e trascurati.

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Di fatto, preadolescenti e adolescenti che usano comportamenti interiorizzanti per far fronte alle sfide e ai problemi della vita hanno bisogno di altrettanto aiuto degli adolescenti che si comportano apertamente in modo autodistruttivo.

Un genitore deve saper legger e comprendere i comportamenti interiorizzanti di un ragazzo, per prevenirne le potenziali conseguenze negative.


Definizione di comportamenti internalizzanti

I comportamenti internalizzanti sono azioni che dirigono l'energia “problematica” verso se stessi. 

In altre parole, una persona che mostra comportamenti interiorizzanti fa cose che danneggiano se stesso invece di scagliarsi contro gli altri (con azioni che sono comportamenti esternalizzanti). I comportamenti interiorizzanti comprendono il mangiare troppo o troppo poco , il sentirsi depressi , l’abusare di sostanze e l’autolesionismo.

Tali comportamenti possono indurre un ragazzo a sviluppare gravi problemi di salute, come la tossicodipendenza, l’alcolismo, l’anoressia, la bulimia o l’obesità. I ragazzi che mettono in atto comportamenti interiorizzanti per far fronte ai loro problemi, possono avere difficoltà a costruire relazioni sane con gli altri.

Poiché i comportamenti internalizzanti aiutano i ragazzi e gli adulti ad alleviare il dolore emotivo che stanno vivendo, coloro che li mettono in atto possono sentirsi esclusi dai loro amici, dai loro cari e anche da loro stessi.

Gli adolescenti problematici spesso mostrano di avere comportamenti interiorizzanti. In particolare sono stati riscontrati nelle vittime di bullismo, nei bulli stessi e negli adolescenti obesi.

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I bambini che sono stati abusati verbalmente, sessualmente, fisicamente o emotivamente possono da adolescenti intraprendere tali comportamenti. Lo stesso vale per i bambini che hanno subito altre forme di trauma, come la morte di una persona cara, l’abbandono dei genitori o il divorzio.

I comportamenti di internalizzazione hanno maggiori probabilità di passare inosservati e sono più "socialmente accettabili" rispetto ai comportamenti di esternalizzazione, che colpiscono direttamente le altre persone. A volte i genitori commettono l'errore di concentrarsi esclusivamente sul figlio che manifesta comportamenti esternalizzanti, ignorando le “grida” di aiuto di un ragazzo che sta rivolgendo il suo dolore verso l'interno.

Se si osserva che un figlio sembra aver preso o perso una quantità significativa di peso, non bisogna ignorare questo segno di comportamento interiorizzante. E se un ragazzo sembra volersi sempre coprire con maglie con le maniche lunghe, questo potrebbe essere un segno che si sta tagliando.

Un genitore deve riuscire a parlare con un figlio in modo non giudicante sui preoccupanti cambiamenti fisici che osserva. Non bisogna ignorare un ragazzo e far finta di nulla, se sembra mostrare segni rivelatori di abuso di sostanze, come occhi iniettati di sangue, nausea, mal di testa, disorientamento o lentezza.

Non bisogna dare per scontato che un ragazzo non abbia problemi solo perché non ha comportamenti che rivolgono esternamente la sua sofferenza. Un ragazzo che interiorizza non è più sano di un altro che viene chiamato nell'ufficio del preside perché disturba in classe o disobbedisce agli insegnanti.


Cosa fare

Se un figlio si sta impegnando nell'interiorizzare o a esternalizzare comportamenti negativi per reagire a un dolore o a difficoltà che non riesce a superare, è importante che ottenga subito l'aiuto di cui ha bisogno.

Meglio che un genitore non improvvisi, e si rivolga a un counsellor scolastico, a uno psicoterapeuta o ad altri professionisti sanitari per avere consigli e dare al figlio l'aiuto necessario per sviluppare metodi di coping positivi.

Counselling e psicoterapia possono aiutare un ragazzo a riconoscere e a cercare di superare i problemi, o il trauma, cui ha cercato di far fronte facendo affidamento su comportamenti tendenzialmente autodistruttivi.