Oggi racconta che iscriversi ai social media sia la cosa peggiore che abbia mai fatto, anche se poi grazie a quello che ha imparato da questa esperienza è riuscita a essere di aiuto ai suoi coetanei, come lei colpiti da bullismo, tanto da ricevere per questa attività un premio.

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Alisha Uddin era un'adolescente di 13 anni brillante e felice, fino a quando non è entrata in Facebook.

Come tanti altri ragazzi della sua età, ha iniziato a pubblicare commenti e a fare “amicizia” con altri giovani, pensando ingenuamente che tutto quello che si sviluppava attraverso internet fosse solo qualcosa di divertente.

Purtroppo, i suoi cosiddetti amici hanno iniziato ad usare i suoi post contro di lei, facendola oggetto di bullismo sia online che nella vita reale, al parco giochi e nei luoghi di ritrovo che era solita frequentare.

È stata una battaglia che Alisha ha dovuto sopportare giorno e notte per più di due anni.

"Sono entrata in Facebook quando avevo 13 anni, ma ero molto giovane e non sapevo come comportarmi online" spiega la ragazza, che oggi ha 15 anni.

"Adesso so che le persone che si incontrano online possono costituire una minaccia, ma allora ho fatto tante "amicizie" con ragazzi che non conoscevo. Alcuni di loro erano giovani come me e ho commesso alcuni stupidi errori con le cose che ho postato.

Di conseguenza sono stata presto vittima di attacchi da parte di bulli. I miei 'amici' hanno poi iniziato ad usare il risultato di questi attacchi contro di me".

Il bullismo contro Alisha è continuato per più di due anni, cessando solo di recente grazie al fatto che gli alunni coinvolti sono stati espulsi dalla scuola, peraltro a causa di un altri problemi che hanno creato nell'istituto.


 le cose scritte restano lì per sempre,
lasciano una cicatrice online


"Avevo pensato che fossero davvero miei amici, ma mi attaccavano e io ero da sola" spiega Alisha.

"Ogni volta che andavo online, trovavo sempre un nuovo brutto commento. Non riuscivo a cancellarlo. Questo è quello che accade con i social media, le cose scritte restano lì per sempre."

"Lasciano una cicatrice online".

Alisha aveva smesso di mangiare e la sua famiglia aveva iniziato a preoccuparsi per la perdita di peso, ma lei si sentiva incapace di parlare con qualcuno di quello che stava soffrendo.

"Avevo sepolto profondamente dentro di me i miei sentimenti, non ne ho parlato con nessuno e questo ha avuto effetti pesanti sulle mie relazioni interpersonali “.

"La gente mi diceva 'Oh mio Dio, come sei dimagrita! Cosa ti sta succedendo? Avevo smesso di uscire e di fare le cose di cui mi occupavo di solito perché non volevo più socializzare con nessuno. Non volevo più avere a che fare con gli altri miei coetanei, per niente, ad essere sinceri.

"Ho fatto anche nuove amicizie, ma non mi aprivo con i miei nuovi amici - se i miei vecchi amici mi avevano fatto tanto male, che cosa avrebbe potuto fermare i miei nuovi amici dal fare la stessa cosa?".

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Anche se non andava più online, Alisha continuava a soffrire le conseguenze del bullismo.

"Sapevo che probabilmente dovevo solo smettere di andare su internet, ma era sempre una grande tentazione quella di andare a vedere e leggere quanto stavano continuando a dire di me " ammette la ragazza.

"E, in ogni caso, io ero sempre costretta ad attraversare i corridoi della scuola e i ragazzi erano lì, non potevo evitarli, e continuavano a insultarmi e a parlare di me.

Anche se non avevo letto quello che era stato scritto su facebook, lo avrei saputo dalla bocca di qualcuno di loro il giorno dopo a scuola".

Quando ha toccato il punto più basso di questa situazione, Alisha ha scritto una poesia sui suoi sentimenti, dal titolo Save Me, salvatemi.

"È stato il mio momento più buio. Ero sul punto di crollare e ho deciso di tirar fuori tutte le mie emozioni".

Il personale della scuola di Alisha, ha chiesto aiuto a Suzanne Skeete, tutor dello sviluppo e, fondatrice di Tappy Twins, un'organizzazione che aiuta i giovani a imparare a controllare le loro esperienze e le loro emozioni.

Suzanne utilizza la Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) - uno strumento per aiutare a comprendere come il linguaggio della mente crei modelli di comportamento - e incoraggia i giovani a guarire se stessi toccando i punti meridiani del loro corpo con la punta delle dita.

"All'inizio ho incontrato Suzanne in sessioni di gruppo, ma non mi sentivo a mio agio a parlare con lei all’interno di un gruppo" racconta Alisha.


quando ho raccontato tutto mi sono sentita
come se un peso enorme fosse stato sollevato da me


"Ma quando mi sono trovata da sola con lei, ho raccontato tutto e mi sono sentita come se un peso enorme fosse stato sollevato da me. È stato bello avere finalmente qualcuno con cui parlare del mio problema.

"Mi ha insegnato come servirmi del tamburellare delle dita e a fare esercizi di respirazione, che mi hanno fatta sentire molto meglio.

"Lei mi ha suggerito, anzitutto, di evitare i commenti su Facebook, infine di sbarazzarmi del tutto di questo mezzo di comunicazione.

"Io non sono più su alcun social media ed è la cosa più bella che abbia fatto per me stessa. Significa che non mi sento più spinta a tornare indietro e a rileggere quei commenti.

"E 'così liberatorio essersi liberati da una cosa del genere".

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Durante tutto questo suo calvario, Alisha ha continuato a lavorare sodo a scuola ed è anche oggi una studentessa che ottiene i voti più alti. Spera di poter studiare psicologia, biologia, sociologia e diritto al college prima di avviarsi a un corso di laurea in psicologia, con la prospettiva di lavorare un giorno in quel campo, magari a supporto di ragazzi che hanno subito quello che è toccato a lei.

Alisha sta già mettendo a frutto le proprie esperienze per aiutare gli altri in qualità di giovane “ambasciatrice” di Tappy Twins, un'organizzazione che si occupa di adolescenti. Il suo impegno è rivolto a ragazzi di altre scuole che hanno subito violenze simili.

"È sconvolgente scoprire che siano così tanti i ragazzi vittima di bullismo online" commenta. "Ma è molto gratificante poterli aiutare. Riuscire a far nascere un sorriso sul volto di qualcuno che sta male, è una cosa meravigliosa".

"Voglio attingere dalla mia esperienza per aiutare altre persone - questo è quello che aspiro a fare".


è incredibile vedere Alisha usare le sue esperienze
per qualcosa di buono, piuttosto che lasciare
che continuino a farle del male


In riconoscimento di tutto ciò che ha raggiunto e di quello che sta facendo, ad Alisha sono stati conferti premi dedicati a chi combatte il bullismo, con la partecipazione anche di personaggi dello spettacolo.

Il padre di Alisha, Amir, afferma: "Sono particolarmente orgoglioso di quanto lontano sia arrivata Alisha in questo percorso, di come abbia superato il bullismo di cui è stata vittima e di quanto sia determinata ad aver successo a scuola".

Suzanne, la counselor, aggiunge: "È incredibile vedere Alisha usare le sue esperienze per qualcosa di buono, piuttosto che lasciare che continuino a farle del male.

Ha molto chiaro in quale direzione vuole andare e desidera al contempo sostenere gli altri per aiutarli ad arrivare dove vogliono arrivare. Un’impressione di tutti coloro che incontrano questa stupefacente giovane donna".

L'esperienza di Alisha traccia una possibile via per gli interventi volti a contrastare il bullismo, mettendo al centro dell'azione le stesse vittime, una volta che siano state aiutate a superare e a rielaborare le ferite subite. In questo modo, da un lato si aiutano i ragazzi che stanno vivendo attacchi di bullismo, reale o virtuale, dall'altro si consolida in loro il superamento delle esperienze di vittimizzazione che hanno subito.