Il bullismo è un’esperienza difficile e stressante per tutte le persone coinvolte, compresi i genitori. A volte, però, questi vengono o sopraffatti dalle emozioni che circondano il bullismo subito dai figli o, al contrario, non se ne rendono conto. Per questa via, se non fanno attenzione, possono di fatto peggiorare la situazione di bullismo subita dal loro ragazzo.

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Occorre anzitutto assicurarsi di avere familiarità con tutti i segnali del bullismo.

Sono indizi spesso sottili che vanno da frequenti lamentazioni per mal di stomaco e mal di testa, al fatto di non voler fare a scuola. A volte i ragazzi alludono al bullismo senza mai usare questa parola.

Ad esempio, potrebbero dire che c'è molta tensione o che alcuni compagni di classe fanno "casino". Queste frasi sono spesso indicazioni che a scuola potrebbero essere in atto episodi di bullismo. È particolarmente importante che i genitori possano identificare i segnali di pericolo perché la maggior parte dei ragazzi non dice a nessuno che sta subendo bullismo .

A volte i genitori pensano che, se ignorano una situazione, questa sparirà da sola. O, peggio ancora, minimizzano la situazione ritenendola di poco conto e dicendo al loro ragazzo di affrontarla a muso duro.

Se si ha la fortuna di essere uno dei pochi genitori cui i figli riferiscono del bullismo che subiscono, bisogna prendersi il tempo per ascoltare con attenzione quello che stanno riferendo. Bisogna raccogliere quante più informazioni possibili e poi impegnarsi a risolvere il problema, cercando di non reagire in modo emotivo. Di fatto, la ricerca dimostra che se si riesce a mantenere la calma e a scegliere le parole con attenzione, si sta facendo il primo passo per aiutare il ragazzo ad affrontare il bullismo .

Alcuni genitori vanno all'estremo opposto e drammatizzano tutte le cose cattive che altri giovani in contatto con il figlio fanno o etichettano ogni conflitto come bullismo. Chiamano immediatamente la scuola, l'insegnante, l'allenatore o il preside senza dare al figlio la possibilità di affrontare la situazione.

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I genitori devono imparare a distinguere tra bullismo e un normale conflitto. Devono anche saper riconoscere la differenza tra comportamento sgarbato e bullismo . Perché un comportamento costituisca bullismo, ci devono uno squilibrio di potere, l'intenzione di far del male e episodi ripetuti di prevaricazione e aggressione. Se questi fattori non sono presenti, potrebbe non essere bullismo quello che sta vivendo un ragazzo.

A volte i genitori sono così presi dall'idea del bullismo, che si concentrano sulle cose sbagliate, ad esempio di più sulla giustizia o sulla vendetta come risposta a quanto accaduto. Perdono quindi di vista quello che sarebbe veramente importante e potrebbe aiutare il loro ragazzo a superare l'episodio di bullismo.

Se il bullismo accade a scuola, i genitori devono lasciare spazio ai responsabili scolastici per gestire la situazione in base alle loro linee guida. Come genitori, l'obiettivo principale non dovrebbe essere la punizione che riceve il bullo, ma determinare se il bullismo sia stato fermato e se il ragazzo è al sicuro o no. Se il bullismo continua e la scuola non sta adottando misure per proteggere il ragazzo, allora bisogna incalzare la scuola. I genitori devono rendersi conto che potrebbero non avere alcun controllo sulle azioni disciplinari che verranno prese.

Quando si verificano episodi di bullismo, la priorità come genitori dovrebbe essere quella di aiutare il ragazzo a superarli. È inoltre necessario trovare modi per prevenire futuri episodi di bullismo. Bisogna spiegare come fare a evitare i bulli, a costruire autostima e resilienza, insegnare come essere assertivi, aiutare i ragazzi a sviluppare amicizie. Soprattutto, bisogna trovare per loro un aiuto esterno quando necessario. Aspettare troppo a lungo per affrontare la depressione e i pensieri di suicidio che possono conseguire dall'essere vittime di bullismo, può avere conseguenze disastrose.

Una delle cose peggiori che un genitore può fare quando il suo ragazzo è vittima di bullismo è di spettegolare o diffondere voci negative sul bullo. Ancora una volta, questo è qualcosa che allontana dall’essere effettivamente d’aiuto al figlio. Può solo complicare le cose. Bisogna ricordare che un bullo è il figlio di qualcuno e bisogna trattarlo con lo stesso rispetto che ci si aspetta dal proprio figlio. I bulli sono stati spesso a loro volta vittime di bullismo, in ogni caso hanno bisogno anzitutto di un intervento educativo, con la collaborazione dei familiari.