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Cosa significa veramente "noioso" per un ragazzo? Probabilmente per ogni studente significa qualcosa di diverso e c’è bisogno di scavare più a fondo per comprendere cosa intende usando questa espressione di insofferenza.

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Il termine "noioso” di solito è la punta di un iceberg. Lo studente lo dice di qualcosa restando in superficie, le ragioni sottostanti a questo suo giudizio possono essere ben più complesse.

Un recente studio realizzato da un gruppo di psicologi che si occupano di apprendimento indica quello che gli studenti possono effettivamente intendere quando dicono di annoiarsi a scuola. Invece di considerare la noia come limitata a una particolare materia o a un particolare contesto di classe, hanno studiato gli studenti che riportano atteggiamenti scolastici sfavorevoli più ampi, quelli che hanno una sorta di preconcetto della noia scolastica.

I ricercatori hanno scoperto che uno studente su otto delle scuole medie e superiori esprimeva forti convinzioni negative sulla scuola, descrivendola come noiosa e di scarso valore. Secondo gli studiosi, la noia scolastica può essere un segnale di una mentalità interna, di situazioni esterne o una sfida emotiva più profonda che può avere diverse ragioni.

Ad esempio, problemi con lo studio o con le richieste di compiti e prestazioni, il sentirsi sovraccaricati oppure essere sottostimati, avere la necessità di maggiori o nuovi stimoli. La “noia” può essere dovuta a un interesse o una motivazione limitata per un particolare argomento; alla discrepanza tra l'abilità di uno studente e l'abilità richiesta per completare un'attività; al basso valore percepito in ciò che viene insegnato.

Disimpegno e insoddisfazione, senso di impotenza e tristezza, depressione, ansia, apatia possono nascondersi dietro il dichiararsi annoiati dalla scuola.

I ricercatori tracciano anche una distinzione tra le esperienze di noia come uno stato temporaneo (questa classe/soggetto/situazione sono noiosi) e come tratto più stabile (una condizione generale di esperienza della noia a scuola e nella vita).

Questo tratto deve essere considerato con attenzione, poiché è associato a un minore benessere e al disimpegno scolastico.

I ricercatori hanno scoperto che gli studenti che rientravano in questa categoria avevano un benessere generale sostanzialmente inferiore rispetto ai loro coetanei. Erano più propensi a segnalare una minore soddisfazione nella loro vita, un minore senso di appartenenza scolastica e meno risorse socio-emotive, come il credere in se stessi.

Cosa possono fare gli adulti se sospettano che la noia sia indice di un problema cronico che ha un impatto sul benessere di uno studente?

Anzitutto, invece di presumere di sapere cosa significhi "noioso", fare domande aperte per comprenderlo. "Puoi spiegare cosa intendi per "noioso"? O semplicemente: "Dimmi di più".

È importante poi che stabiliscano se la noia è pervasiva o temporanea, chiedendo se è un "problema continuo" o un "problema solo a volte". Si potrebbe ad esempio domandare se ci siano momenti durante la giornata scolastica in cui il ragazzo non si annoia.

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È importante poi scoprire se si tratta di un problema recente o se dura da molto.

Spesso, gli studenti riferiscono che la scuola è diventata "noiosa" a un certo livello scolastico, quando è diventata più difficile, il che può essere un indicatore del fatto che la "noia" può essere un meccanismo protettivo (in altre parole, è più facile dire che qualcosa è noioso piuttosto che ammettere che è troppo difficile e che si ha bisogno di aiuto).

È anche importante ricordare che ogni comportamento è anche una forma di comunicazione.

Quando si notano comportamenti che possono essere "punta dell'iceberg", come ripetute lamentele sulla scuola, la testa appoggiata sulla scrivania, l'assenteismo o il disimpegno, è importante controllare cosa ci sia al di sotto, quali eventuali problemi di funzionamento socio-emotivo.

È possibile che l’espressione di noia non sia di per sé un motivo di preoccupazione. Tuttavia atteggiamenti forti e negativi nei confronti della scuola e della vita in generale possono giustificare un ulteriore intervento con un esperto di salute mentale.

Cosa possono fare genitori, educatori, insegnanti una volta che hanno compreso che la noia è una sensazione passeggera o un segno di una sfida più grande?

Se la noia sembra essere uno stato passeggero o superficiale, gli adulti possono riformulare la discussione dalla noia come "emozione negativa" a una "emozione naturale" che tutte le persone sperimentano di volta in volta.

La noia può anche avere esiti positivi, consentire la creatività e la risoluzione dei problemi e mostrare la capacità di uno studente di persistere di fronte a un compito banale (la quale, come possono attestare gli adulti, è un'abilità sociale importante).

Le conversazioni sulla noia possono essere avviate per educare gli studenti alla motivazione, al coinvolgimento e alle strategie di coping. Queste conversazioni possono a loro volta attingere alla consapevolezza di sé degli studenti e migliorare il loro coinvolgimento.

Se la noia sembra invece essere il sintomo di un problema più profondo, un adulto deve essere consapevole che mettersi in relazione con un ragazzo e ascoltare le sue preoccupazioni in modo empatico e positivo può essere protettivo.

La ricerca ha scoperto che la relazione vera con un adulto positivo può essere protettiva contro lo stress per i più giovani.

Avere una conversazione empatica e cercare di capire la prospettiva di uno studente può contribuire a costruire la sua resilienza e la fiducia nel chiedere aiuto. Queste conversazioni possono anche indirizzare il ragazzo a chiedere un supporto psicologico.

Tutti gli studenti, se compresi e guidati, possono alla fine, superando quello che sta al di sotto della definizione di “noioso”, trovare grandi soddisfazioni nell’apprendimento.


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