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La storia di Lakshmi è la storia dei bambini che scompaiono a milioni ogni anno; trafficati e venduti come schiavi, per il sesso e per il lavoro. Questo sta accadendo in ogni paese, in ogni continente in tutto il mondo, ma questo settore è in gran parte invisibile, le sue vittime sono nascoste.

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La recensione di Joseph Moyersoen

Le colline verdi del Nepal, coltivate a terrazza. Il lungometraggio “Sold” si apre con un campo lunghissimo su un panorama mozzafiato, in cui si affaccia la piccola Lakshmi facendo spiccare il volo al suo aquilone colorato. Lakshmi è una bambina di 13 anni che abita con i genitori in mezzo alle montagne nepalesi, vivendo dei prodotti agricoli coltivati intorno alla modestissima casa.

Il monsone stagionale arriva e distrugge tutto il raccolto. Il padre, in un momento di sconforto e sotto gli effetti dell’alcol, accetta che una sconosciuta porti con se Lakshmi a Calcutta in India, per aiutarla nei lavori domestici della famiglia per cui dice di lavorare. Con non poche riserve, soprattutto della madre, la ragazzina parte con la donna per far fronte alle difficoltà economiche familiari. Simbolico è l’attraversamento del ponte sul fiume che divide la comunità dove vive la famiglia dal resto del mondo: il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Il viaggio verso Calcutta dura due giorni: in bus, in risciò in prossimità della frontiera per dare meno dell’occhio, in treno e con altri mezzi di trasporto. 

Ma all’arrivo nella “Casa della Felicità” del quartiere a luci rosse di Calcutta, dopo una breve accoglienza di facciata, Lakshmi deve confrontarsi con una crudele e spietata realtà: è stata acquistata da una delle gestrici del bordello in cui vengono segregate giovani ragazze, alcune delle quali minorenni come lei. Quasi subito la giovane protagonista viene rinchiusa a chiave in una stanza vuota con le sbarre alla finestra.

Inizia così il calvario di Lakshmi nel mondo dello sfruttamento della prostituzione, pesantemente drogata per evitare di reagire con i primi clienti, fino alla rassegnata accettazione di quanto è costretta a subire. Ma Lakshmi non perde mai la speranza di potersi allontanare da questa prigione e sono molti i momenti in cui la fiamma di speranza si accende e si ravviva. Da segnalare la solidarietà delle ragazze, conquistate grazie alla bontà d’animo di Lakshmi, che nel profondo resta sempre se stessa, nonché l’amicizia con il figlio di una prostituta, che troverà la strada della salvezza proprio grazie a lei. 

Una mattina lo sguardo di Lakshmi disperata dietro le sbarre si incrocia con quello di Sophia (interpretata da Gillian Anderson), una fotoreporter travestita da suora che riesce a scattarle furtivamente qualche foto dalla strada.

Grazie alla tenacia di Sophia, che è rimasta fortemente segnata dallo sguardo di Lakshmi, e all’aiuto di Sam (interpretato da David Arquette), verrà disposta una retata della Polizia che sarà solo il primo atto verso la strada della salvezza, che spingerà la ragazzina a cercare e trovare la “Casa della Speranza”, un centro che si occupa proprio del recupero delle vittime di violenza e sfruttamento sessuale.

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