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Le dimissioni rappresentano un fondamentale momento di passaggio in comunità terapeutica. Tale momento è caratterizzato dalla chiusura del progetto terapeutico nella specifica struttura, ma non costituisce il termine del percorso di cura, anzi spesso rappresenta l'inizio ed individuazione di ulteriori passaggi evolutivi.

 20150311 Comunità

Per questo deve essere pensata e realizzata nel tempo con i diversi attori del progetto terapeutico educativo individuale al fine di organizzare passaggi che abbiano cura delle reali condizioni cliniche dell'ospite e delle sue nuove acquisizioni, della modulazione realistica delle aspettative di tutti gli attori della scena terapeutica ed educativa, e non ultimo delle risorse disponibili per ogni futuro progetto. Questo processo ben evidenzia la complessità e delicatezza del momento progettuale rappresentato dal periodo di dimissioni, pertanto è necessario un percorso graduale e strutturato. Il lavoro di dimissione inizia quindi all’incirca un anno prima, a metà del percorso comunitario. In questo momento si inizia a pensare a quale progetto possa essere costruito nel percorso futuro del paziente. Questo periodo richiede la costituzione di almeno due gruppi di lavoro, da un lato la coppia paziente-comunità e dall’altro il gruppo (comunità-paziente)-famiglia-servizi territoriali.

Questo passaggio prevede la parte attiva dell'adolescente nel suo progetto, parte attiva che l'ospite minore di età è invitato a mettere in gioco fin dall'avvio del suo progetto terapeutico educativo individuale all'interno della comunità. In quest'ottica l'ospite stesso è informato e coinvolto nella sua rete di servizi e famiglia con cui progettare il proseguimento del percorso dopo la comunità terapeutica. Possiamo definirlo come un periodo di co-costruzione tra i diversi protagonisti di un percorso futuro all’interno del quale il ragazzo deve avere un importante ruolo di agency.

Da un altro punto di vista ci si interroga molto su quello che hanno preso, sui cambiamenti ottenuti (riduzione o risoluzione della sintomatologia, modificazioni strutturali nella personalità, modificazioni nelle dinamiche relazionali disfunzionali, ecc…), su quanto riescono a portarsi via del percorso comunitario. In alcuni casi la co-costruzione tra interno ed esterno porta a buoni esiti, in altri risulta difficile, se non impossibile, far incontrare i bisogni di cura con le possibilità concrete a disposizione. 

Nei nostri ruoli è importante trasmettere quel che serve di questo ponte tra interno ed esterno al gruppo educativo al fine che possano elaborare ed accompagnare al meglio l'ospite alla dimissione. Anche noi siamo immersi nel mondo emotivo che tale passaggio implica ed è sicuramente più soddisfacente realizzare una sufficientemente buona dimissione e con questo donare all'ospite uscente un'immagine nuova e progettuale di sé. Nei casi in cui il lavoro svolto internamente non trova un proseguimento di cura adeguato rabbia e frustrazione devono essere portate ed elaborate al fine di trasformarsi in nuove proposte e indicazioni cliniche ed operative.

Di seguito le testimonianze degli operatori di rosa dei venti, raccolte in merito a due dimissioni tipiche di queste posizioni: Martina rappresentante il buon passaggio, S. il passaggio difficile; più un breve estratto del questionario dimissioni di Martina.

Responsabile Clinico dr. Pablo Zuglian e Coordinatrice dr.ssa Georgia Napolitano

 

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