Vivere con un familiare tossicodipendente o con una persona che fa pesante abuso di sostanze, compresi gli alcolisti, può far sentire come se si vivesse in una zona di guerra. I cambiamenti di personalità, le variazioni d’umore e le reazioni irrazionali provocate dalla dipendenza creano il caos.

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Le dinamiche familiari vengono organizzate attorno al tossicodipendente, che agisce come un piccolo tiranno,il quale nega che il bere o l'uso di sostanze sia un problema, e al contempo agisce dando ordini e accusando tutti gli altri di quello che sta capitando.

Per far fronte alla situazione e evitare confronti con la persona che abusa di sostanze, in genere i membri della famiglia tacitamente accettano di agire come se tutto fosse normale, per non scatenare conflitti, e non fanno mai menzione dell'abuso di sostanze.

I membri della famiglia, in altre parole, negano ciò che sanno, percepiscono e vedono. Tutto questo comporta un pesante prezzo che si paga a livello psicologico, specialmente per i più vulnerabili, i figli. Infatti, nonostante l’evidenza del contrario, più della metà di loro, secondo quanto rilevato dalle ricerche in merito, negano di avere un genitore tossicodipendente.


Le conseguenze di una genitorialità disfunzionale

Il genitore tossicodipendente è inaffidabile, incoerente e imprevedibile. Il suo comportamento non offre mai un senso di sicurezza e di coerenza, che consenta ai figli di crescere prositivamente.

La maggioranza dei ragazzi che si trovano in una situazione del genere, soffre di abuso emotivo, se non fisico, e quindi porta con sé disturbi, rabbia e mancanza di fiducia legati al passato, talvolta riferiti anche al genitore non tossicodipendente.

In alcuni casi, il genitore che non beve è tanto stressato da risultare ancora più irritabile, dispotico e umorale di quello alcolista, il quale spesso si ritrare dalla partecipazione attiva alla vita familiare.

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I ragazzi possono accusare il genitore non tossicodipendente di aver trascurato i loro bisogni o di non averli protetti dagli abusi o dall’arbitrio di quello alcolista. Nelle coppie ad alto conflitto, entrambi i genitori si sottraggono a una sana relazione e abbandonano emotivamente i figli .

Le esigenze e i sentimenti dei figli vengono ignorati. I figli possono sentirsi  tanto mortificati dalla situazione da non coltivare amicizie, e soffrono per la vergogna, il senso di colpa e la solitudine. Molti imparano a diventare, diventando grandi, totalmente autosufficienti e senza bisogni particolari, per evitare che qualcuno abbia di nuovo potere su di loro.

Poiché il comportamento di un tossicodipendente è irregolare e imprevedibile, la disponibilità e l'autenticità necessarie per le relazioni intime vengono dai figli, per reazione, considerate troppo rischiose. I ragazzi crescono in una paura continua e imparano a stare in guardia per qualunque possibile segno di pericolo, vivendo in uno stato d'ansia costante anche nell’età adulta.

Possono diventare ipervigilanti e diffidenti. Imparano a contenere e a negare le loro emozioni, che sono generalmente ridicolizzate o negate dai genitori. All'estremo, possono essere diventare tanto distaccati da essere insensibili ai loro stessi sentimenti.

Molti figli di tossicodipendenti sviluppano sintomi da PTSD - sindrome da stress post-traumatico, con ricordi dolorosi e flashback simili a quelli di un veterano di guerra. Anche la salute fisica ne può essere influenzata.

Lo studio ACE ("Adverse Childhood Experiences") ha riscontrato una correlazione diretta tra sintomi adulti di salute negativa e i trauma subiti nell’infanzia. Gli eventi negativi che sono stati presi in considerazione includevano il divorzio, varie forme di abuso, la trascuratezza, e anche l’aver vissuto con un tossicodipendente o con una persona che faceva abuso di sostanze in famiglia. I ragazzi con genitori di tossicodipendenti e alcolisti di solito sperimentano più forme di “esperienze infantili avverse”.

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Il bere “di seconda mano”

Con l’espressione "bere di seconda mano " ci si riferice all'impatto negativo che un alcolista ha sulle altre persone sotto forma di "stress tossico".  È tossico perché è inesorabile: i ragazzi non possono sfuggirvi.

Il “bere di seconda mano” e i traumi infantili sono due dei fattori chiave del rischio di sviluppare dipendenza da sostanze. I due principali fattori di rischio sono il trauma infantile e l'ambiente sociale; connessi allo stress provocato da un genitori tossicodipendente, comportano l’avere da tre a cinque di quei fattori di rischio chiave per lo sviluppo della dipendenza.

Il figlio di un tossicodipendente, oltre a una possibilità maggiore di sviluppare alcolismo o disordine nell’uso di alcol, rischia di trasmettere ai suoi stessi figli quello che ha ricevuto dai genitori - tutto quello che può conseguire dall'insicurezza, dall'ansia, dalla paura, dalla rabbia, dall’ipercriticismo verso di sé, dalla mancanza di confini chiari, dall'accettare un'inaccettabile, costante paura, e da tutte le altre conseguenze fisiche, emotive dello stress tossico.

Per un adulto che abbia vissuto nella sua infanzia è fondamentale affrontare questo trauma, per non ricreare quello che ha subito all'interno del suo nuovo nucleo familiare.