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Negli ultimi anni il Parlamento Italiano ed i Governi che si sono succeduti (intervenuti per delega), hanno approvato una nuova legislazione che modifica il Diritto di famiglia e con esso il Diritto Minorile. Il tempo di attuazione delle nuove norme già trascorso, è sufficiente per una prima valutazione di esito: se si parte dall’interesse preminente dei bambini si ha l’impressione che la situazione sia mutata, ma non migliorata.
In principio, fino a vent’anni fa, c’era il minore da tutelare, il Giudice minorile, la famiglia del minore ed i Professionisti del Consultorio Familiare (1) e del Servizio Sociale Comunale. Le decisioni erano rapide e l’influenza dei professionisti dei servizi pubblici sui Giudici togati spesso decisiva. All’epoca i Giudici intervenivano il meno possibile nella vita privata delle famiglie. Per ottenere una azione a protezione di un minore, occorreva che fosse provato lo stato di abbandono materiale o la violenza fisica, palese e inequivocabile.

Benedetti Ferdinando, Casoli Maria Cristina, De Angelis Laura, Salerni Michela, Veroli Annalisa, discutono e sottopongono a critica la legislazione minorile dal 2006 ad oggi.

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