Quasi il 70% dei minori e dei giovani adulti che si trovano ad affrontare il sistema giudiziario per aver commesso un crimine presentano gravi difficoltà linguistiche che influiscono sulle loro capacità di comprensione ed espressione, secondo rilevazioni effettuate a livello europeo.
Questo grave disturbo li lascia indifesi o incapaci di esercitare pienamente il loro diritto ad essere ascoltati e, di conseguenza, esposti a condanne più dure rispetto ai giovani senza questo disturbo.
Per la maggior parte di questi giovani non viene effettuata una diagnosi delle competenze linguistiche; quindi, né loro né il sistema giudiziario sono consapevoli di soffrire di queste carenze. Ciò significa che non possono essere introdotte misure e risorse per aiutarli a comprendere meglio e ad affrontare il processo in cui sono imputati.
Con l'obiettivo di porre rimedio a questa situazione, è stato recentemente lanciato un progetto a livello europeo che coinvolge l'Universitat Oberta de Catalunya (UOC) per aiutare i giovani che affrontano il sistema giudiziario ad avere un processo equo. Ciò significa che dovrebbero essere in grado di capire il motivo per cui vengono processati e di rispondere di conseguenza, dato che i procedimenti giudiziari si basano su procedure che richiedono un elevato livello di abilità verbale.
"Sono persone che hanno difficoltà anche a comprendere frasi brevi, quindi si può immaginare cosa accade quando si trovano ad affrontare la retorica e alla complessità del linguaggio giuridico, che rende così difficile, anche per le persone senza queste difficoltà, comprendere le informazioni fornite loro in questo contesto" ha detto l'esperto di logopedia Alfonso Igualada, membro della Facoltà di psicologia e scienze della formazione dell'UOC.
Questo progetto quadriennale si chiama “Giustizia per i bisogni linguistici dei giovani: i diritti umani indeboliti da uno svantaggio invisibile” (Y-JustLang). Attualmente sono coinvolti 23 paesi europei in totale e fa parte dell'iniziativa COST (Cooperazione europea nel campo della scienza e della tecnologia).
Il progetto promuove azioni che mettono in contatto ricercatori e organizzazioni con l'obiettivo di porre alcune questioni sociali all'attenzione dei paesi. Di conseguenza, Y-JustLang coinvolge, tra gli altri, ricercatori, giudici, pediatri e associazioni professionali legate al sistema giudiziario.
Un disturbo silenzioso
Il disturbo del linguaggio dello sviluppo colpisce circa il 7% della popolazione. È caratterizzato da difficoltà gravi e persistenti nella comprensione ed espressione del linguaggio. "I minori hanno difficoltà, ad esempio, a disporre le parole in una frase secondo le regole che usiamo in una lingua" ha detto Igualada, spiegando che se viene individuata e trattata precocemente, i sintomi migliorano. Altrimenti, questo disturbo può avere un grave impatto a lungo termine sul piano emotivo, sociale e scolastico.
"La lingua è lo strumento che tutti usiamo per socializzare, imparare o trovare lavoro" ha detto Igualada, aggiungendo che i ragazzi affetti da questo disturbo sono spesso vittime di bullismo e possono avere notevoli difficoltà sociali. Inoltre, si tratta di un disturbo in parte invisibile, poiché la maggior parte dei minori che ne soffrono tendono a essere silenziosi e a non stabilire molta comunicazione; il che significa che vengono spesso scambiati per introversi.
Il progetto Y-JustLang nasce da una prima collaborazione tra l'UOC e diverse università guidate dalla ricercatrice María Arche dell'Università di Greenwich, focalizzata sullo sviluppo del linguaggio negli adolescenti e nei giovani.
La lingua gioca un ruolo fondamentale perché è lo strumento che utilizziamo per comunicare con le nostre famiglie, la scuola, i colleghi e per trovare lavoro; quando c’è un disturbo non diagnosticato e non trattato, aumenta il rischio di insuccesso scolastico, di subire bullismo e di non riuscire a trovare lavoro, e questo è ancora più vero se la persona proviene da un contesto socioeconomico svantaggiato.
Maggiore rischio di esclusione sociale
A causa di questa catena di eventi, diversi studi condotti nei paesi di lingua inglese hanno dimostrato che i problemi linguistici sono fino a sei volte più diffusi tra i minori di 18 anni che commettono crimini. Inoltre, se questi ragazzi che commettono crimini non vengono diagnosticati e curati, aumenta il rischio di recidiva.
"Esiste un numero sproporzionato di giovani con disturbi del linguaggio nel sistema giudiziario, e questo è ciò che ha spinto il lancio di questo progetto. La ricerca ha dimostrato che i giudici danno sentenze più dure alle persone con questa difficoltà.
Ciò può essere spiegato dal fatto che, poiché non capiscono bene quello che viene loro detto, spesso rimangono in silenzio o danno risposte senza senso quando vengono interrogati, e i giudici possono interpretare questo come una mancanza di collaborazione o come il fatto che non stiano prendendo le cose sul serio".
Il progetto, appena iniziato, è suddiviso in sei gruppi di lavoro, ciascuno dei quali cercherà di apportare conoscenze su un ambito specifico. Il primo gruppo si concentra sull’apprendimento, in particolare sullo sviluppo del linguaggio nell’adolescenza e nella prima giovinezza. Il secondo analizzerà le registrazioni delle interazioni della polizia e della magistratura con gli adolescenti per individuare difficoltà di comprensione e interruzioni della comunicazione. Il terzo gruppo elaborerà un inventario dei test di valutazione dei disturbi linguistici nei vari paesi dell'Unione Europea.
Il quarto avrà lo scopo di stilare un insieme di caratteristiche di questi giovani e di vederne i fattori di rischio. Il quinto gruppo si concentrerà sui quadri giuridici dei vari paesi e su quali norme dovrebbero essere messe in atto per aiutare questi giovani. infine, il sesto gruppo si concentrerà sulla diffusione e sensibilizzazione al problema.
