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Il sostegno dei genitori all'autonomia dei giovani favorisce il benessere di questi ultimi in tutte le principali transizioni educative: dalla scuola primaria a quella secondaria inferiore, dall'istruzione di base alla scuola secondaria superiore, e dalla scuola secondaria superiore all'università e poi alla vita adulta.

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La professoressa Katariina Salmela-Aro, autrice di una ricerca su questo tema, sottolinea che il sostegno all'autonomia fornito da madri e padri tende a impedire la depressione durante tutte e tre le transizioni e ad aumentare l'autostima dei giovani nelle ultime due transizioni.

La rilevanza del risultato e degli effetti benefici aumenta con l'età del ragazzo.

"In passato, si pensava che i genitori svolgessero un ruolo importante soprattutto durante l'infanzia, ma questa ricerca dimostra la loro importanza durante l'adolescenza e anche la giovane età adulta" afferma la Salmela-Aro.

Per un lungo periodo, l'importanza dello sviluppo dell'autoregolamentazione è stata evidenziata solo per quanto riguarda il benessere e il successo nella vita.

Tuttavia, i nuovi risultati indicano che le persone hanno un effetto forte, interattivo e regolatore sul benessere reciproco. La genitorialità influisce sul benessere dei giovani, ma il benessere dei giovani, viceversa, influisce a sua volta anche su quello dei loro genitori.

I giovani giocano un ruolo maggiore nell'influenzare il sostegno dei genitori di quanto si pensasse in precedenza: quando i giovani iniziano a fare meno bene, i genitori tendono a reagire in modo non positivo, come ritraendosi da una relazione di reciprocità piena, e forniscono meno sostegno al loro processo di autonomia.

È come un effetto di azione – reazione che si determina su un piano emotivo e relazionale.

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"Tuttavia, dal punto di vista del benessere dei giovani, sarebbe importante che i genitori fornissero più sostegno in questi casi, cioè quando le cose diventano più difficili, perché il sostegno all'autonomia ha dimostrato di ridurre la depressione".

Allo studio hanno partecipato circa duemila giovani finlandesi, i cui percorsi educativi e di benessere sono stati studiati dai ricercatori durante tutte le transizioni educative.

In sostanza, concludono i ricercatori, il contesto familiari si conferma fatto di dinamiche complesse, con effetti positivi e negativi, in entrambe le direzioni, dai genitori verso i figli e viceversa.

Gli adulti devono imparare a comprendere e a gestire queste dinamiche, per esercitare al meglio il loro compito genitoriale, assorbendo le tensioni negative prodotte dai figli e sostenendoli nel loro processo di crescita.

I ragazzi infatti ne hanno bisogno fino alle soglie dell’adultità, anche se spesso non lo danno vedere, così come a volte i genitori credono che l’impegno più grande debba essere profuso quando sono più piccoli e meno autonomi.


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