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Negli ultimi anni il Parlamento Italiano ed i Governi che si sono succeduti (intervenuti per delega), hanno approvato una nuova legislazione che modifica il Diritto di famiglia e con esso il Diritto Minorile. Il tempo di attuazione delle nuove norme già trascorso, è sufficiente per una prima valutazione di esito: se si parte dall’interesse preminente dei bambini si ha l’impressione che la situazione sia mutata, ma non migliorata.

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In principio, fino a vent’anni fa, c’era il minore da tutelare, il Giudice minorile, la famiglia del minore ed i Professionisti del Consultorio Familiare (1) e del Servizio Sociale Comunale. Le decisioni erano rapide e l’influenza dei professionisti dei servizi pubblici sui Giudici togati spesso decisiva. All’epoca i Giudici intervenivano il meno possibile nella vita privata delle famiglie. Per ottenere una azione a protezione di un minore, occorreva che fosse provato lo stato di abbandono materiale o la violenza fisica, palese e inequivocabile.

Era quasi impensabile per un Giudice allontanare coattivamente un minore per il solo fatto che i genitori avevano crisi psicotiche o erano dediti all’uso di sostanze stupefacenti. Diciamo che i giudici minorili cercavano di non dare nell’occhio, ancora intrisi (e con essi parte della popolazione) di cultura del diritto romano (il pater familias con diritto di vita e di morte sui figli).

Poi negli anni ’80 la cultura giuridica sui minori cominciò a cambiare e le esigenze dei bambini cominciarono ad esser prese in maggiore considerazione: i Giudici minorili si organizzarono in associazione e si appoggiarono agli studiosi dell’infanzia per capire meglio i bambini; lo stile ed il comportamento dei Tribunali dei Minori cominciò a virare: all’inizio degli anni ’90, in applicazione della legislazione del 1983, si cominciò ad intervenire anche nei casi di abbandono morale, di abuso e trascuratezza, anche in assenza di abbandono materiale.

Le personalità francamente psicotiche e tossicomaniche cominciarono ad apparire nella loro incapacità di assicurare le cure necessarie ed appropriate ai bambini. In quegli anni l’autorità dei Magistrati e dei loro collaboratori all’interno dei Servizi Pubblici era ancora considerata socialmente degna di rispetto. Dall’inizio del 2000, è iniziata una nuova epoca.

Nel mentre tutte le forze partitiche dichiaravano pubblicamente che occorreva semplificare le procedure burocratiche comprese quelle processuali per ottenere uno snellimento dei processi ed arrivare alle sentenze in tempi più celeri, il Parlamento trasversalmente inteso (tutti i partiti) cominciava ad approvare una serie di norme che appesantivano le procedure processuali e rallentavano ulteriormente quando addirittura non impedivano il completamento dei processi.

Quelle norme venivano giustificate con la necessità di garantire meglio i diritti individuali ivi compreso il diritto alla difesa dei soggetti implicati. Una nuova legislazione maggiormente garantista in un sistema sociopolitico e culturale attualmente dominante nell’occidente industrializzato è intesa come un valore. Ma ogni fatto acquista un significato all’interno del suo contesto di riferimento.

Viviamo in un momento storico in cui le leggi che dovrebbero garantire i diritti individuali - quando producono una complicazione delle procedure processuali – finiscono per essere garantiste solo in apparenza: la complicazione rende lento e farraginoso il processo mentre i bambini in pericolo o in difficoltà hanno bisogno di tempi rapidi e di decisioni sagge e non ambigue. Un processo lento e contradditorio non può andare incontro agli interessi dei bambini.

Questo garantismo dunque chi favorisce di fatto? Forse la parte socialmente più forte?


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(1) Nella Regione Marche il servizio sanitario cui è affidata la tutela dei minori in collaborazione con il Tribunale dei Minori e con il Servizio Sociale Comunale è il Consultorio Familiare

Testo di:
Benedetti Ferdinando (psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista SPI , consultorio familiare di Osimo-Offagna); Casoli Maria Cristina (assistente sociale, consultorio familiare di Ancona); De Angelis Laura (assistente sociale, mediatrice del conflitto, consultorio familiare di Osimo-Offagna); Salerni Michela (psicologo, psicoterapeuta tavistock, consultorio familiare di Osimo-Offagna); Veroli Annalisa (assistente sociale,  consultorio familiare di Loreto-Castelfidardo).


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