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Si sa, il sonno è salutare. Il ritmo circadiano sonno/veglia è fondamentale per il buon equilibrio psico-fisico, per essere in salute e per essere più produttivi. I grandi lo sanno bene, se non si dorme un tot di ore la produttività lavorativa ne risente, si fa fatica ad affrontare la giornata, ci si sente spenti e privi di energia. Gli adolescenti nella loro Odissea personale di lasciare la terra felice dell’infanzia per approdare in quella fumosa, e nel contempo tanto desiderata, dei grandi, hanno il bisogno primario di essere vigili, lucidi e produttivi per portare a termine con la giusta determinazione questa impresa stancante, profondamente difficile nell’incertezza deterministica di quel che si desidera e quel che sarà.

In questo viaggio di Ulisse, sappiamo bene quanto i nuovi strumenti digitali siano entrati in modo preponderante, spesso come facili chimere di dinamiche personali e relazionali, trasformandosi in cruda realtà nel momento in cui il mondo reale fa il suo imperativo ingresso.

Anche il sonno, momento di tregua e rigenerazione, ha subito e sta subendo l’impatto della rimodulazione della quotidianità a seguito dell’impatto delle strumentazioni digitali su gesti, comportamenti, azioni, uscendone logorato ed inficiato soprattutto per i giovani che non lo hanno ancora relegato in uno spazio di tutela e protezione per stare bene.

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Ci si addormenta con il cellulare in mano, sotto al cuscino, si lascia nelle mani fino all’ultimo secondo, ci si ipnotizza a guardare le storie Instagram che scorrono sullo schermo e che fanno da ninna nanna iconica al crollo del corpo, che si abbandona stremato tra le braccia di Morfeo.

Ci si sveglia, cercando di individuare a tastoni, sotto le coperte, sotto il cuscino, sotto al letto, l’oggetto transizionale digitale, condensato affettivo e relazionale di tanti adolescenti, destandosi di colpo, perché si è scaricato e non si trova, o perché ci siamo dimenticati di impostare la sveglia e siamo in ritardo per andare a scuola. Non così tardi però da non poter controllare le notifiche WhasApp per vedere cosa è accaduto durante la notte, chi si è svegliato prima di me, chi ha postato cosa e quando, chi è già uscito, chi mi sta scrivendo o è online da quanto e con chi.

A volte però qualcosa non torna, ci sono risposte a conversazioni precedenti, messaggi cancellati, audio che non ricordiamo di avere inviato. Cosa succede? È il fenomeno, uno dei tanti che sono sorti nell’assimilazione e nell’ accomodamento del digitale, per dirla con Jean Piaget, alle nostre vite, definito dalla comunità scientifica come sleep texting.

Se la progettazione e la realizzazione dei dispositivi digitali è sorta per permetterci di guadagnare tempo e non per perdere tempo, permettendoci di dedicare quel tempo recuperato ad un incremento della qualità e della produttività nella nostra vita, l’inficiare un momento così importante di rigenerazione e recupero ci fa toccare con mano, quanto l’uso, ancora spesso poco consapevole, della tecnologia sia così tanto pervasivo ed inficiante tanto da erodere buone prassi di vita e pilastri fondamentali per il benessere psico-fisico. Qualcuno potrebbe obiettare che in gioventù è consuetudine rimanere svegli e non dormire ma qui, in questa compulsione di invii e dimenticanze, si passa dall’addormentamento al risveglio, in un’alterazione dei cicli del sonno (che sappiamo essere 5 (addormentamento-sonno leggero-sonno profondo-sonno profondo effettivo- fase REM), in cui lo stravolgimento dell’alternanza, alterata dalle notifiche che arrivano sulla smania del controllo, portano a vivere uno stato alterato di coscienza in cui non si ricorda ciò che si fa.

E non solo. Sappiamo dalla psicoanalisi quanto la vita onirica sia importante nel suo processo di elaborazione inconscia dei vissuti quotidiani e quanto il contenuto manifesto del sogno sia una diretta espressione dell’inconscio e i quanto tale depositario di informazioni importanti per la il processo di consapevolezza di colui che sogna. In ogni sogno dice Freud nella sua Interpretazione dei sogni, opera datata primo 900 ma ancora di grande spessore scientifico, c’è sempre l’esaudimento di un desiderio. Il bello è scoprirlo dietro la fotografia del sogno, terreno di rilevazione e scoperte di molti percorsi terapeutici. Le neuroscienze d’altro canto, ci dicono che il cervello ha bisogno di sedimentare le esperienze durante il sonno e che nella fase Rem l’attività cerebrale è attiva come se il sognatore stesse ragionando (in questa fase consuma ossigeno e glucosio).

Non solo nel sonno ci rigeneriamo quindi, ma la nostra vita psichica ne beneficia sia in termini di benessere psichico che in quello di benessere mentale.

Cari Ragazzi e care Ragazze,

permettetemi di farvi riflettere sul fatto che non tutelare il sonno come momento di rafforzamento di voi stessi, nonché delle vostre esperienze, di mettere ordine nel caos che a volte sgomita nelle vostre vite, depotenzia la vostra nobile, perché di nobile si parla, impresa verso la costituzione della vostra identità e del vostro vero sé.

In questa impresa, dovete essere molto lucidi e consapevoli perché le scelte che farete oggi saranno quelle che plasmeranno, che ne siate consapevoli o meno il vostro futuro. Capite quindi che dovete agire con la massima determinazione e che il perdere lucidità può farvi immettere in un percorso di cecità, in cui andare a tentoni, perché non vi siete salvaguardati può farvi inciampare.  

Fatemi ricordare che da piccoli, prima di riuscire ad addormentarvi con serenità e tranquillità avete dovuto imparare ad avere fiducia nell’ambiente circostante, a sperimentare quel senso di sicurezza che ti ha permesso di chiudere gli occhi e sapere che nel momento in cui ti saresti svegliato o nel caso avessi avuto un incubo potevi trovare le braccia di mamma e papà.

Adesso, ti senti grande, desideri fare da solo, e stai imparando a tue spese e con le tue forze ad avere fiducia nei tuoi amici, nella tua ragazza o nel tuo ragazzo e per farlo a volte, controlli, non spegni il cervello, controlli WhatsApp e/o Instagram, e accumuli stanchezza e confusione che non ti porta a vivere bene i rapporti che tu stesso controlli nella notte. Fai come hai fatto da piccolo, vivi le relazioni e cementale nelle azioni e nei comportamenti quotidiani, dai la Buona Notte sereno spegni il cellulare e al mattino ritrova il tuo mondo, carico di energia per affrontarlo senza alterare un processo fisiologico strutturato per crescere al meglio.

Impara a tutelarti e a tutelare.

 

Buona Notte!

 

 

 

 

Barbara Volpi
Psicologa, specialista in Psicologia clinica, Phd in Psicologia Dinamica e Clinica - collabora con il Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica della Sapienza - Università di Roma. È membro dell’Italian Scientific Community on Addiction della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento Politiche Antidroga e Socio Fondatore della SIRCIP (Società Italiana di Ricerca, Clinica e Intervento sulla Perinatalità). È docente al Master biennale di II livello sul Family Home Visiting presso la Sapienza e dell’ Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica di Roma. È autrice di numerose pubblicazioni e articoli scientifici. Tra le sue pubblicazioni recenti: «Gli adolescenti e la rete» (Carocci, 2014) e per il Mulino «Family Home Visiting» (Tambelli, Volpi, 2015), «Genitori Digitali» (Volpi, 2017), «Che cos'è la cooking therapy» (Volpi, 2020), «Docenti Digitali» (Volpi, 2021), «I disturbi psicosomatici in età evolutiva» (Volpi, Tambelli, 2022) Per informazioni scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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