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La cocaina viene ancora percepita dalla maggior parte delle persone come una droga pesante, costosa e pericolosa. Tuttavia, ci sono segnali che l’uso di questa droga nei contesti delle feste si stia quasi normalizzando. La cocaina non sarebbe più un tabù come lo era in passato e verrebbe ampiamente considerata e utilizzata come un componente della “cultura” delle feste.

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Secondo un nuovo studio condotto sui partecipanti al festival di Roskilde, questa tendenza sarebbe ormai consolidata. Per i ricercatori sarebbe avvenuta una sorta di “normalizzazione” della cocaina, fenomeno che si può pensare non riguardi il solo contesto danese. Questo dato confermerebbe inoltre che la cannabis è ormai ampiamente accettata e non è nemmeno più considerata una “droga” da molti giovani.

A queste conclusioni arriva la nuova ricerca sulle tendenze del consumo di sostanze realizzata dall'Osservatorio criminologico dell'Università di Copenaghen, attraverso l’analisi degli atteggiamenti e delle esperienze dei giovani con le droghe illegali al Festival di Roskilde.

Il nuovo studio si basa principalmente su interviste con i partecipanti ai festival e pertanto non può fornire dati precisi sulla prevalenza della cocaina nella cultura delle feste e dei festival. Tuttavia, sulla base dei dati esposti, l’indagine stima che le esperienze di consumo di cocaina puntano verso una normalizzazione in alcune parti della cultura dei raduni come quello preso in analisi.

"Siamo sorpresi dal numero di giovani che fanno uso di cocaina o si aspettano di imbattersi in cocaina o altre droghe pesanti in un ambiente di festa. Anche se non usano droghe pesanti, molti giovani ritengono che probabilmente entreranno in contatto con loro quando escono o vanno a una festa" dice l'antropologo Henrik Vigh, direttore dell'Osservatorio Criminologico e coautore del rapporto.

A giudicare dalla frequenza delle esperienze con la cocaina nelle interviste, solo la cannabis è più comune in quel contesto. Al terzo posto c'è l'ecstasy, seguita da alcune sostanze meno comunemente usate come funghi allucinogeni, anfetamine, LSD e chetamina.

Nella ricerca sono incluse un totale di 144 interviste e 28 osservazioni, è il primo risultato di una collaborazione triennale con il Roskilde Festival. Utilizzando il festival più grande del paese per un lavoro sul campo, l'obiettivo dei ricercatori è quello di ottenere una visione migliore dell'uso generale di droghe nella scena delle feste danesi.

"Quel festival riunisce culture del festeggiare provenienti da tutto il paese e, con la decisione coraggiosa e progressista di collaborare del Roskilde Festival, abbiamo guadagnato un'enorme finestra sulle pratiche sociali dei giovani negli ambienti di festa. Ciò significa che possiamo seguire le tendenze nel consumo di droga nel corso un certo numero di anni e vedere quando cambiano. Il campo si sta sviluppando rapidamente" afferma l'altra autrice principale dello studio, l'assistente di ricerca Kristiane Fogh.

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La cannabis non è più percepita come una droga

L'obiettivo non è solo valutare la prevalenza della droga, ma anche descrivere il modo in cui le droghe vengono utilizzate e distribuite e lo status sociale della droga tra i giovani.

Lo studio conclude che, sebbene il consumo di cocaina sia meno tabù, esiste ancora una differenza significativa tra il consumo di droghe pesanti e quello di cannabis, la droga "leggera" più utilizzata. In effetti, afferma Kristiane Fogh, molti giovani non percepiscono nemmeno più la cannabis come una vera e propria droga.

"È anche evidente che le persone che non fanno uso di droghe spesso parlano apertamente di quando vedono l'uso di droghe pesanti. Il consumo di cannabis, altresì, è molto più sociale e, a differenza della cocaina, non è nascosto" dice Kristian Fogh.

Sottolinea che ciò non significa necessariamente che quella droga venga utilizzata in modo sconsiderato.

"In generale, le persone sono molto attente quando si tratta di questioni come la depenalizzazione della cannabis e la dipendenza”.

L’Osservatorio Criminologico spera che il nuovo studio, con il suo focus sulle pratiche sociali tra i giovani, possa essere integrato nel lavoro di prevenzione e creare una comprensione più precise delle sfide e delle questioni su questo tema.

Come dice Henrik Vigh: "Non vogliamo creare panico morale riguardo al numero di giovani che fanno uso di cocaina. Per noi si tratta di far luce sul quadro sociale e sulle pratiche che circondano l'uso di droga, in modo che i giovani possano prendere decisioni informate, grazie a un lavoro di prevenzione e informazione".

Un fenomeno che andrebbe approfondito e analizzato anche nel nostro paese, per valutare quanto il consumo e la presenza di tale droga stia diventando un fattore quasi scontato all’interno di determinate situazioni di socializzazione e divertimento dei più giovani.


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