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La tecnologia, la diffusione dei social e delle piattaforme online, con un parallelo scarso o inesistente controllo sulla legalità di accesso, ha profondamente cambiato la realtà del gioco d’azzardo e della conseguente dipendenza che in molti produce. I più a rischio, in questo scenario, sono i giovani.

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Non siamo più nell’epoca delle visite notturne ai casinò o delle telefonate furtive a bookmaker senza scrupoli. Oggi è possibile scommettere semplicemente con pochi soldi, impiegando qualche minuto e uno smartphone. Le scommesse sportive sono diventate talmente comuni che un’intera nuova generazione rischia di crescere con esse.

Tuttavia, come dimostrano le ricerche, ciò non significa che le persone non stiano sviluppando dipendenze. Al contrario, il gioco online potrebbe addirittura aumentare il rischio di sviluppare comportamenti problematici.

Nel DSM-5-TR, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, la dipendenza da gioco è riconosciuta come “disturbo da gioco d’azzardo” e viene classificata nella stessa categoria dei disturbi da uso di sostanze.

Questo tipo di dipendenza può essere una patologia silenziosa, segreta, spesso accompagnata da vergogna.

Col diffondersi del gioco tra i più giovani, c’è anche una crescente inconsapevolezza su quanto un “passatempo” possa trasformarsi in qualcosa di pericoloso. Certo, molti riescono a mantenere le proprie scommesse entro limiti ragionevoli e a viverle come una forma di intrattenimento relativamente innocua. Ma altri non riescono a porre limiti, finendo sempre più in un circolo vizioso. Le somiglianze con l’abuso di sostanze sono forti, ed è per questo che le due patologie vengono spesso associate.

Anche i concetti di tolleranza e astinenza, tipici della dipendenza da sostanze, si rispecchiano nel comportamento del giocatore patologico. Scommettere non è assumere una sostanza chimica, ma gli effetti — soprattutto nei soggetti che mostrano segni di dipendenza — possono essere molto simili. Alcuni giocatori sentono il bisogno di puntare somme sempre più alte per provare le stesse emozioni, un fenomeno del tutto simile allo sviluppo di tolleranza nelle droghe.

Allo stesso modo, può diventare sempre più difficile rinunciare al gioco, manifestando sintomi simili a quelli dell’astinenza.

Esistono segnali d’allarme che vale la pena prendere sul serio, soprattutto se li si vede in un figlio o in un giovane verso il quale si ha una responsabilità educativa. Anche se la presenza di uno o due di questi segnali non è necessariamente indice di dipendenza, un numero maggiore di essi dovrebbe far suonare un campanello d’allarme, secondo gli psicologi.

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Per esempio, si può iniziare a notare un'irritabilità crescente durante le partite, oppure una perdita del piacere nel seguire gli eventi sportivi per il semplice gusto dello sport.

Anche un giovane può iniziare a contrarre debiti, o ritrovarsi costantemente a pensare al gioco: pianificare le scommesse, calcolare le probabilità, rimuginare sui risultati. Tentativi falliti di ridurre le giocate, il bisogno di nascondere o mentire sul proprio comportamento agli adulti, usare il gioco come via di fuga dalle difficoltà emotive: tutti questi sono segnali importanti.

Così come lo è “inseguire le perdite”, ovvero continuare a scommettere per cercare di recuperare i soldi persi. Altri segnali includono problemi economici inspiegabili, richieste strane di denaro, oppure un crescente interesse verso il mercato delle scommesse e le opinioni su quote e risultati, persino su eventi banali della vita quotidiana.

Per i genitori, ci sono segnali ulteriori da considerare quando si tratta di adolescenti, molti dei quali possono anche sovrapporsi ai sintomi di disagio emotivo o abuso di sostanze.

Tra questi ci sono richieste più frequenti di denaro o di accesso ad account finanziari e documenti d’identità (la maggior parte dei siti richiede almeno 18 anni per registrarsi).

Si può notare una crescente misteriosità rispetto all’uso del telefono o del computer, forti reazioni emotive rispetto agli esiti delle partite sportive, isolamento sociale, cambiamenti di personalità, perdita d’interesse per le attività precedenti, cali evidenti nel rendimento scolastico, richieste frequenti di prestiti ad amici o familiari, oppure un cambiamento nel gruppo di amicizie, spesso legato a contatti con persone che scommettono regolarmente.

Se sospetti questo problema in un figlio o in uno studente, è importante agire subito. Meglio prevenire che permettere alla situazione di peggiorare, rivolgendosi a un esperto di dipendenze. Se poi il problema non dovesse esserci davvero, nessun danno è fatto, e tutti avranno comunque acquisito maggiore consapevolezza.

Ma se i segnali di un inizio di dipendenza sono fondati, intervenire il prima possibile fa davvero la differenza.


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