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Grandi investimenti vengono effettuati ogni anno da parte dei produttori per convincere le persone a scaricare e utilizzare le app dei social media. Ore e ore vengono trascorse dagli utenti ogni giorno per connettersi con gli amici o per scorrere passivamente nuovi post e notizie.

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All’interno di un contesto sociale e di vita quotidiana dei giovani sempre più dominato e illuminato dagli schermi dei cellulari, la domanda su quale sia l’influenza dei social media sul benessere mentale, in particolare per le persone più vulnerabili, diventa sempre più pressante.

Facebook sta attualmente svolgendo un test in Australia su un gruppo limitato di utenti, nascondendo il numero che mostra la quantità di reazioni a un post.

Gli utenti possono ancora vedere le reazioni ai propri post, ma i loro amici non possono più vedere quante reazioni hanno ricevuto i post. Test simili sono stati effettuati anche su Instagram all'inizio di quest'anno.

"Stiamo eseguendo un test limitato in cui il conteggio di like, reazioni e visualizzazioni di video vengono resi privati ​​su Facebook" ha detto un portavoce della società in un comunicato stampa. "Raccoglieremo feedback per capire se questo cambiamento migliorerà l’esperienza delle persone."

Facebook ha spiegato che l’auspicio è che questo cambiamento consenta alle persone di sentirsi più a loro agio nell'esprimersi e di concentrarsi di meno su quanti “mi piace” o reazioni ottengono i loro post.

"Le aziende tecnologiche si stanno impegnando in un confronto sul possibile restyling etico dei social, (come, appunto, nascondere il numero dei like) e stanno testando possibili alternative" spiega Erin Walsh, una scienziata sociale di Minneapolis che è anche co-fondatrice di Spark & Stitch Institute, un’organizzazione che aiuta i genitori a comprendere meglio i propri figli e a sostenerli per costruire relazioni interpersonali migliori in questa era digitale.

La dottoressa Walsh spiega che le persone, quando ottengono feedback positivi, come i like su un post su un social media, ricevono un rilascio di dopamina che le rende più felici.

Nel corso della parte centrale dell'adolescenza, si verifica un picco nella sensibilità alla ricompensa, il che significa che la reazione positiva risulta accresciuta. Tuttavia, non ricevere feedback positivi, come pubblicare un post che ottiene relativamente pochi like, può anche avere un forte impatto negativo sull'immagine che ha di sé di un adolescente.

"Questo può portare alcuni giovani a sprofondare in quel confronto sociale fatto di "Io sono meno di, Io non sono abbastanza bravo" e così via. Inoltre gli adolescenti sono più orientati verso i pari, quindi le affermazioni o i “silenzi” dei loro i coetanei sono molto importanti per loro.

La domanda se i social media causino depressione e ansia tra i giovani è molto più sfumata di quanto si possa supporre, secondo la Walsh, e tende a dipendere da quando e come l'utente utilizza i social media e dal genere di interazioni che vivono quando usano i siti.

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Ad esempio, spiega la Walsh, alcuni studi hanno scoperto che usare i social media per avere interazioni sociali positive con gli amici e rafforzare le relazioni nella vita reale può aumentare la sensazione di essere visti e apprezzati.

Oltre a questo, l'uso iper-passivo dei social media è associato all'ansia e alla depressione, come nel caso in cui un adolescente torni a casa da scuola e inizi a scorrere passivamente lo schermo del cellulare.

La ricerca mostra inoltre che gli adolescenti che hanno maggiore tempo libero dallo schermo dello smartphone per stare in relazione con un adulto premuroso, per riposarsi e dormire o per concentrarsi, dispongono di maggiori "fattori protettivi" per la loro salute mentale.

La dottoressa Walsh afferma che i social media possono avere un impatto negativo sulla salute mentale se usati a tarda notte, in parte a causa delle conseguenze sul sonno, ma anche a causa della maggiore vulnerabilità ai picchi di confronto sociale a tarda notte, quando la regolamentazione emotiva è affaticata.

Uno studio del Pew Research Center del 2018 ha rilevato che l'81 percento degli adolescenti statunitensi si sente più connesso agli amici attraverso l'uso dei social media. Tuttavia, lo stesso studio ha anche scoperto che il 43 percento si sente sotto pressione per pubblicare solo contenuti che li rendano piacevoli e belli.

In riferimento al test australiano di Facebook, la Walsh ha commentato che potrebbe essere interessante vedere se quello che le persone pubblicano sui social media cambia in assenza della preoccupazione per il numero di “mi piace” che riceveranno.

La domanda rimane aperta: togliere il numero di “mi piace” renderà i social media meno emotivamente insidiosi per gli utenti?

"Non credo che si potrà contare solo su una soluzione tecnica. Non penso che cancellando i like si vedrà improvvisamente un rilevante cambiamento nell’autostima tra gli adolescenti negli Stati Uniti".

Tuttavia, l’esperta ha aggiunto che vede molto positivamente il dibattito sulla promozione del benessere digitale, e che ritiene che questo confronto critico sia qualcosa in cui tutti dovrebbero impegnarsi.

“Mi piacerebbe tanto che venisse trovato un modo per cui noi esseri umani possiamo sostenerci l’un l’altro, anziché essere sempre in competizione" conclude la Walsh.


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