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Alla fine dell'adolescenza è facile che i ragazzi si sentano sopraffatti dalle necessità del cambiamento, poiché raggiungere e farsi carico dell'indipendenza può rivelarsi emotivamente molto faticoso.

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Il cambiamento mette sottosopra e ristabilisce i termini dell’esistenza per tutta la vita, è quindi necessario per tutti apportare continuamente modifiche al proprio stile di vita, per sostenerlo.

Quando i cambiamenti sono frequenti ed eccessivi, lo stress prodotto può facilmente far acquisire abitudini autodistruttive, che devono essere riconosciute e subito abbandonate.

I cambiamenti a volte sono pianificati ma spesso sono invece inaspettati. Concretamente il cambiamento può essere identificato quando qualcosa inizia, quando qualcosa si arresta e si perdono abitudini e condizioni di vita prima familiari. Oppure quando un fattore ancora in parte inesperito, aumenta la propria incidenza, aggiungendo più complessità o un altro invece abituale diminuisce la sua rilevanza, e diminuisce di conseguenza qualcosa che era parte della propria vita.

Il cambiamento richiede sempre un po' di tempo per abituarsi.

L’adattamento necessita di energia, cioè della capacità di fare e di agire per farvi fronte. Poiché l’energia disponibile è per tutti è limitata, quando le continue richieste di cambiamento diventano eccessive, questo dà origine allo stress.

Far fronte a una richiesta di cambiamento richiede uno sforzo non ordinario che mette a dura prova le risorse di ognuno.

Sia che arricchisca, apportando stimoli e rinnovamento, sia che impoverisca, provocando fatica e costrizione, o entrambi, il cambiamento è una costante dell’esistenza.

L'adolescenza è di per sé cambiamento: quel cambiamento evolutivo che guida il passaggio della maturità che trasforma una ragazzina in una giovane donna e un ragazzino in un giovane uomo. Questo processo investe sia i ragazzi che i genitori, e il loro rapporto reciproco.

Gli psicologi avvertono che la fase adolescenziale più difficile arriva spesso per ultima. Questo perché l'assunzione di responsabilità legata all'indipendenza funzionale richiede ai giovani molti cambiamenti tutti insieme.

Devono infatti sostenere l'autogestione e il controllo su quello che fanno; lasciare per sempre cose e abitudini passate; devono affrontare le difficoltà dovute a una maggiore complessità della vita; vedono diminuire cose che sono abituali, e così via.

Non c'è da stupirsi che questa fase finale del cambiamento adolescenziale a volte possa sembrare opprimente.

Mentre molti giovani fanno questa transizione verso l'età adulta in modo relativamente agevole, per altri non accade così.

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Il passaggio all’autonomia può anche essere imbarazzante. Per i genitori, in quanto devono abbandonare il loro ruolo tradizionale; per i giovani, in quanto devono fare i conti con la loro inesperienza e dovranno fare tentativi e molti errori, prima di trovare il modo giusto di affrontare le cose nella loro vita.

Un giovane sopraffatto dal cambiamento può anche agire contro il proprio interesse in tanti modi controproducenti, nella battaglia tra il darsi da fare per affrontare la realtà e la fuga dalla realtà. Quando vince la fuga, l'adolescente perde e assume abitudini dannose.

Potrebbe pensare, ad esempio, che sia più facile dormire fino a tardi che alzarsi in orario; saltare le lezioni, più facile trovare un lavoro che mantenerlo, più facile abusare di sostanze che moderarne l'uso; più facile fare festa che lavorare; più facile spendere molto che attenersi a un budget; più facile lasciar perdere che mantenere la continuità degli sforzi; più facile mentire a se stessi (e agli altri) che ammettere la verità;  più facile procrastinare che agire in modo tempestivo;  più facile giocare online che lavorare offline;  più facile arrendersi che continuare a provare, e così via.

Tutti questi sono alcuni degli atteggiamenti e comportamenti autodistruttivi che ostacolano la costruzione di una solida indipendenza. Creano un sacco di disagi al giovane e di preoccupazione ai genitori, che si chiedono se il loro figlio raggiungerà mai equilibrio e indipendenza.

Mentre si svolge l'ultima fase dell'adolescenza, quando il giovane arretra o si blocca, diverse variazioni dell'adattamento al cambiamento possono far sì che tre forti emozioni - dolore, paura e rabbia - entrino in gioco.

Il cambiamento come passaggio dal vecchio al nuovo. È facile provare dolore per la perdita del precedente sostegno familiare.

Il passaggio dal noto all'ignoto, poi, può ingenerare paura di un futuro inesplorato. Il passaggio ad affrontare cose nuove e diverse può portare a rabbia nei confronti di quanto rende necessario l’indipendenza.

Essere adulti può essere difficile perché c'è molto da perdere, molto da capire e molto altro da fare. L'indipendenza funzionale non è a buon mercato.

In che modo i genitori possono rispondere in modo utile per sostenere i figli?

Possono lasciare che le difficoltà dovute all’indipendenza vengano affrontate pienamente e nel modo giusto, senza negare empatia ai figli per i loro sentimenti infelici, incoraggiandoli a fare piuttosto che a disfare.

Fare può risultare scomodo e difficile, ma non esiste un modo semplice per diventare adulti.

Ogni sudato progresso aumenterà però l'autostima dei figli e li spingerà sempre di più a non desistere dalle difficoltà.