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Il figlio di Marta ha iniziato a picchiarla quando aveva 14 anni. "Semplicemente non sapevo cosa fare" ha raccontato lei. "Se qualcun altro mi avesse colpito, avrei chiamato la polizia. Ma questo era mio figlio! Non volevo che fosse arrestato, ma volevo che l'abuso si fermasse.

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Mi vergognavo di raccontare alla mia famiglia cosa stava succedendo e sapevo che avrebbero agito contro di lui, se non l'avessi fatto io. La situazione era diventata intollerabile ma non riuscivo a reagire. Mi sentivo intrappolata, come se stessi correndo in una macchina senza freni ".

L'abuso sui genitori si verifica quando un ragazzo - di solito un adolescente ma a volte anche un pre-adolescente - adotta comportamenti abusivi nei confronti di un genitore.

Potrebbe trattarsi di un fatto occasionale oppure potrebbe accade potrebbe ripetersi all’interno di una escalation di violenza, fino a diventare un evento giornaliero.

Può andare dall'abuso verbale all’intimidazione (insultando un genitore, minacciandolo) fino a una vera e propria aggressione fisica.

Se un genitore diventa bersaglio di un simile abuso, probabilmente vive ogni giorno la paura di quello che potrebbe fare il proprio ragazzo, in attesa di quello che può scatenare in lui un'eruzione vulcanica. In altri casi, il comportamento abusante si può verificare senza emozione: un gesto di violenza tranquillo e deliberato compiuto da un adolescente per mantenere il potere su un genitore.

L'abuso sui genitori può lasciare un adulto in una condizione di imbarazzo, di vergogna, di rabbia e di terrore. Queste emozioni vengono definite “paralisi genitoriale”: sentimenti tanto intensi da superare la logica e la ragione. Sentimenti che fanno mettere in discussione se stessi, che lasciano intrappolati nell'incertezza su quale direzione prendere.

Se ci si trova in ​​questa situazione con un figlio, bisogna tener presente che questo non significa che si sia deboli o non abbastanza intelligenti. Infatti, molti genitori che sono vittime di un abuso da parte di un adolescente all’interno della loro casa hanno successo sul posto di lavoro o in altri contesti.

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Il comportamento del mio ragazzo è abusante?

Se tuo figlio ti sta danneggiando fisicamente, stai subendo abusi. È chiaro e semplice. In una testimonianza giornalistica su questo argomento, un uomo che ha cresciuto la nipote ha raccontato: "Sapevo che il suo comportamento era inaccettabile; lanciava oggetti ogni volta che si arrabbiava e una volta mi ha colpito al petto con un posacenere. Dopo di ciò, ha iniziato a lanciare cose con l'intenzione precisa di colpirmi. Non ho mai pensato, però, che fosse offensivo”.

Nessuno vuole credere che il suo ragazzo possa essere violento. L'emozione può "infangare le acque", fa dubitare che le cose siano o meno "cattive" come l’istinto invece dice che sono.

Bisogna chiedere a se stessi: se mio figlio fosse qualcun altro - un vicino di casa, un collega di lavoro – le sue azioni verrebbero considerate aggressive o offensive? Questo aiuterà a escludere l'emozione dalla valutazione di quello che sta accadendo.


Segnali di allarme per l’abuso

A volte una situazione si intensifica senza che nemmeno noi ce ne accorgiamo. Di seguito sono riportati alcuni potenziali segnali di avvertimento che il comportamento di un ragazzo è al limite dell’abuso:

  • Sentirsi intimiditi. È normale sentire che un figlio sta forzando i limiti per ottenere quello che vuole. I ragazzi chiederanno più e più volte qualcosa che vogliono, fino a quando un genitore alla fine sbotterà: "Ti ho detto di no!"
    Ciò che non è normali è sentire che se non si concede al ragazzo quello che vuole, questi si vendicherà in un modo che provocherà un danno al genitore.
    L’intimidazione è un modo di spaventare qualcun altro minacciando di fare qualcosa. Potrebbe essere nelle parole, nel tono della voce o anche solo nello sguardo.
  • Estremo atteggiamento di sfida. I ragazzi possono essere ribelli, anche un ragazzo “normale” può esserlo. Ma quando questo atteggiamento raggiunge il punto in cui un figlio non ha rispetto per l’autorità di un genitore, e sfida apertamente le regole della casa senza paura o preoccupazione per le conseguenze, è un potenziale segnale di escalation.
    Molti ragazzi possono essere sfidanti ma senza arrivare alla violenza; tuttavia, un comportamento oppositivo estremo può far parte di un quadro più serio.

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  • Un’escalation di violenza. I ragazzi si arrabbiano, sbattono le porte, buttano con rabbia le cose sul pavimento nella loro stanza. Probabilmente ogni adulto ricorda gli anni quando stava crescendo e si arrabbiava e ha distrutto qualcosa.
    Ma ha imparato con l’esperienza che questo comportamento non gli ha fatto ottenere ciò che voleva e, in aggiunta, poteva comportare il dover riacquistare le cose distrutte.
    D'altra parte, se il comportamento di un adolescente continua a peggiorare fino al punto da distruggere beni, colpire muri, dare spintoni, colpire cose vicino al genitore o lanciare cose che "quasi" lo colpiscono, facendo minacce verbali o violando i suoi confini personali ("entrando nello spazio dell’adulto"), questi sono atti che possono appartenere ormai a un comportamento violento.


Perché il mio ragazzo adolescente è abusante?

Quando un pre-adolescente o un adolescente diventa violento, è naturale chiedersi "Perché?"

Molti genitori si sentono in colpa, accusano se stessi per il comportamento dei loro figli: Se fossi un genitore migliore, mio ​​figlio non si comporterebbe in questo modo.

La verità è che possono esserci diversi fattori sottostanti che contribuiscono all'abuso sui genitori, inclusi limiti non sufficienti, abuso di sostanze (da parte di un genitore o del ragazzo), scarsa capacità di coping, una fragilità psicologica sottostante e un comportamento assimilato dall’esterno.

Alcuni ragazzi si comportano in modo violento a causa delle scarse capacità di coping. Altri sono più deliberati e godono del potere derivante dall'intimidazione di un genitore. Occorre ricordare che si può cercare di capire cosa succede in ogni situazione, ma non ci sono scuse o motivazioni per comportamenti abusivi.


Rispondere agli abusi

Il comportamento aggressivo e abusante non è una parte “tipica” dell’infanzia o dell’adolescenza. Non è una fase dal cui ragazzo uscirà se lo ignorerai. Se hai a che fare con l'abuso dei genitori all’interno di casa tua, tuo figlio sta violando i diritti degli altri. Non importa che siano i diritti dei suoi genitori; questo non rende la cosa meno grave o illegale.

La tua casa è il luogo in cui tuo figlio imparerà come interagire con gli altri nel mondo. Sta imparando ciò che è accettabile... e cosa non lo è. Sta imparando le conseguenze del suo comportamento e le sue responsabilità.

Uno dei compiti più difficili che un genitore può affrontare è rispondere all'aggressione o all'abuso del proprio figlio. È naturale sentirsi lacerati. Da un lato, è istintivo proteggere il proprio ragazzo, dall'altro, nulla può "spingere i pulsanti" della rabbia, della delusione e del dolore di un genitore come il comportamento abusante di un ragazzo.

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Alcuni giorni ci si può sentire emotivamente più forte di altri. Solo un genitore può decidere cosa è in grado di affrontare in un qualunque altro momento. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Comunicare chiaramente i confini. Bisogna assicurarsi che il ragazzo comprenda quali siano i limiti fisici ed emotivi che non può superare. Potrebbe essere necessario dire chiaramente: "Non va bene urlare o spingermi o colpirmi".
    Se si è detto questo a un figlio in passato, ma gli si è poi permesso di superare quei limiti senza conseguenze, quel ragazzo ha ricevuto messaggi confusivi.
    Le parole hanno posto dei limiti ma le azioni (accettando di essere insultati o colpiti) hanno comunicato un altro tipo di limiti. Bisogna assicurarsi che la propria comunicazione non verbale (ciò che si fa) corrisponda alla propria comunicazione verbale (ciò che si dice).

  • Comunicare chiaramente le conseguenze di un comportamento abusante. Bisogna dire al ragazzo: "Se mi colpisci, se butti qualcosa contro di me o in altro modo mi ferisci fisicamente, questo si chiama violenza domestica e aggressione. Anche se ti amo, chiamerò la polizia e sarai ritenuto responsabile per il tuo comportamento". 
    Poi, bisogna assicurarsi che le azioni corrispondano alle parole. Se non si pensa di riuscire a chiamare la polizia, non bisogna dire che lo si farà. Questo rafforzerà solo la convinzione del ragazzo che le "minacce" che non verranno mai messe in pratica. 
    È possibile scegliere di indicare altre conseguenze, diverse da quelle legali. Se un amico ti avesse aggredito fisicamente, gli lasceresti prendere in prestito la tua auto o gli daresti soldi da spendere il giorno successivo? Probabilmente no.

  • Contattare le autorità. Una cosa che può essere difficile per un genitore. Alcuni genitori sono indignati per il comportamento offensivo di un figlio adolescente e reagiscono: "Non ho problemi a chiamare i poliziotti a mio figlio se alzi la mano su di me!"
    Altri genitori non ce la fanno, preoccupandosi delle conseguenze a lungo termine della denuncia alla polizia o incapaci di reggere il pensiero del proprio ragazzo che affronta una pena.
    Bisogna ricordare questo: se un ragazzo si sta comportando in modo violento con un genitore ora, c'è il rischio che questo si estenda alle sue future relazioni con il coniuge, con i suoi figli o con gli altri membri della società.
    Non gli si sta facendo un favore permettendogli di avere questo comportamento senza conseguenze.

  • Ottenere supporto. L'abuso sui genitori è una forma di violenza domestica. È un problema serio e richiede attenzione e intervento immediati. La violenza domestica è stata tradizionalmente caratterizzata dal silenzio.
    Per quanto sia difficile, bisogna rompere questo silenzio, cercando di avere aiuto da familiari o amici – da chiunque si pensi possa essere d’aiuto. Se i propri sostegni naturali tendono a essere giudicanti o si teme possano peggiorare la situazione, occorre rivolgersi a consulenti ed esperti estranei.

La strada per raggiungere un rapporto più sano con il proprio ragazzo richiederà probabilmente molto tempo. Non ci sono scorciatoie o soluzioni rapide. Bisogna fare subito il primo passo, con il riconoscimento del problema e delle responsabilità.