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Tuo figlio è stato sorpreso a rubare a te o a da qualcun altro? Hai scoperto che usa la tua carta di credito per i giochi o gli acquisti online, oppure che prende soldi dal tuo portafoglio senza chiedere, o addirittura porta via da casa oggetti di valore?

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La rabbia, la delusione e la mancanza di fiducia che un genitore prova in questa situazione, possono essere distruttive per la relazione con un figlio.

Occorre riflettere bene su quello che sta avvenendo ed evitare conclusioni o giudizi fuorvianti. Anzitutto un genitore deve comprendere che il rubare non riguarda lui personalmente. Riguarda suo figlio e i modi inappropriati che sta scegliendo per risolvere problemi che sta affrontando.

Un genitore che sorprende un figlio a rubare, potrebbe domandarsi: "Perché lo sta facendo, dopo tutto quello che gli abbiamo insegnato e abbiamo fatto per lui?" Molti genitori mettono in dubbio le proprie capacità e si chiedono dove abbiano sbagliato quando i loro figli vengono coinvolti in un furto.

Per quanto possa essere deludente e frustrante per un genitore scoprire che il proprio ragazzo ruba, non deve perdere la fiducia che questo comportamento possa essere corretto.

Anzitutto, esiste una grande differenza tra i bambini di età inferiore ai sei anni che prendono qualcosa rispetto a ragazzi più grandi. I piccoli non hanno una coscienza precisa su questo problema, rispetto a quanto possa essere un bene o un male quello che stanno facendo.

Se un figlio ancora piccolo, quindi, ha preso delle cose, ci si deve concentrare sull'insegnargli a chiedere quello che vorrebbe avere e anche a condividere quanto è suo con gli altri.

Quando poi diventa un po’ più grande, è bene insegnargli a chiedere scusa per quello che ha fatto, senza però farlo sentire come una “persona cattiva” o dandogli del ladro. Basta mettere in chiaro che prendere qualcosa senza chiedere è sbagliato.

Se però inizia a essere grandicello, intorno ai dieci anni, occorre trattare il problema più seriamente, rendendosi conto che sta utilizzando il modo sbagliato per risolvere un suo problema.

Il "problema" potrebbe essere che vuole un nuovo videogioco ma non ha soldi. Lo "risolve" prendendoli dal portafoglio di un genitore senza chiedere. Probabilmente sta pensando: “Ho bisogno di questi soldi. Non se ne accorgerà nemmeno.”

È su questo tipo di convinzione che occorre lavorare, facendogli capire quanto possa essere sbagliato, sia “moralmente” sia concretamente questo suo pensiero.

Non gli si deve poi far tenere quello che ha preso, in modo tale che assimili che non può trarre vantaggio in alcun modo dal prendere qualcosa che appartiene a qualcun altro.

Quando un figlio ruba qualcosa da un negozio, ad esempio, molti genitori avranno timore che obbligandolo a riportare l’oggetto possa far nascere conseguenze spiacevoli con il proprietario. Decideranno quindi di punirlo in qualche modo ma consentendogli di tenere l’oggetto.

È davvero meglio invece chiedergli di riportare l'articolo al negozio, sebbene possa essere una decisione complicata, a seconda della sua età e di dove si vive. Una scelta che si può fare dopo aver valutato bene tutte le possibili implicazioni.

Se si decide che il figlio non debba riportarlo, è bene assicurarsi però che non “la passi liscia”, con conseguenze a casa e non consentendogli di tenere l'oggetto. Alla fine si dovrebbe volere che il ragazzo impari che quando fa del male a qualcuno, anche se è il proprietario di un negozio, deve scusarsi direttamente con quella persona.

Più complicata la situazione quando un ragazzo usa di nascosto la carta di credito per acquistare qualcosa online. I soldi non sono recuperabili ma lui deve comunque ripagare, ad esempio facendo una corrispondente quantità di lavori in casa.

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La regola di base, in altre parole, è che si insegni al ragazzo a fare ammenda con la persona che ha subito il torto che, in questo caso, è il genitore stesso. Dopo un episodio del genere, poi, non occorre sottolineare, sarebbe bene controllare quotidianamente la carta di credito.

Se tuo figlio prende grandi somme di denaro o articoli di valore da casa, ci si deve chiedere senza mezzi termini quale ne sia il motivo. Se gli occorrono per acquistare sostanze, ci saranno altri segni a confermarlo, quali cambiamenti di umore o di personalità. Un genitore dovrebbe assolutamente esaminare la possibilità che stia assumendo droghe, anche solo per escluderla.

Se poi si verifica che un figlio ha un problema di droga e non ci si sente in grado di risolverlo, si deve considerare anche la possibilità di denunciare i suoi furti alla polizia per farlo entrare nel sistema di giustizia minorile, in modo da proteggerlo.

Se un ragazzo non viene mai ritenuto responsabile non imparerà mai dai suoi errori. I ragazzi devono sempre sapere che se le loro azioni hanno fatto del male a qualcuno, questo avrà delle conseguenze e loro devono assumersene la responsabilità.

Se poi un figlio non riesce a smettere di rubare, occorre “stargli addosso”, non concedergli sconti e indagare volta per volta con lui cosa lo ha portato a farlo. Occorre poi sottrarre alla sua disponibilità soldi, portafogli, oggetti di valore, fino a quando non sarà riuscito a risolvere i problemi che lo hanno portato al furto, in modo più appropriato.

È importante che, se anche ci si sente preoccupati per il carattere o la personalità di un figlio, non gli si faccia pensare che lo si sente una persona cattiva e “sbagliata”. Piuttosto, bisogna trasmettergli il contrario. Ha bisogno di rimediare, certo, perché è quello che fanno le brave persone, ma deve sentire sempre la fiducia di un genitore, con frasi come: "So che è difficile, ma credo che tu possa farcela".

Quando si cambia la propria opinione su un figlio come persona e si inizia a pensare che sia "cattivo" o che ci sia qualcosa che non vada nel suo carattere, esiste una grande possibilità che il rapporto con lui venga compromesso. Il ragazzo sentirà che il padre o la madre hanno una cattiva opinione di lui e potrebbe iniziare a perdere la speranza nella propria capacità di cambiare.

Se tuo figlio continua a rubare, si deve affrontare con fermezza il suo modo di pensare e di agire errato. Potrebbe esserci un bisogno emotivo o un’impulsività non controllata che guida il suo comportamento.

Non è raro il caso che diano ragazzi adottati a rubare alle loro famiglie. Non tutti lo fanno ovviamente, ma a volte questi ragazzi con esperienze traumatiche pregresse possono avere difficoltà a fidarsi delle altre persone per soddisfare i loro bisogni, quindi prendono oggetti e li accumulano.

Se un figlio continuare a negare il furto ma si è certi che lo abbia commesso, bisogna agire coerentemente con questa consapevolezza, applicando le conseguenze della sua azione.

Se non lo si sa con certezza e lui nega, meglio non punirlo. Accusare un figlio di qualcosa che potrebbe non aver fatto potrebbe ritorcersi contro il genitore stesso. Potrebbe reagire negativamente solo per il pensiero di essere stato ritenuto capace di rubare. Fondamentalmente, a meno che lo si sorprenda in flagrante, meglio non punirlo.

È comprensibile che i genitori si sentano feriti e traditi dopo che un figlio ha rubato qualcosa, ma devono cercare di non prendere sul personale il fatto che lo abbia fatto. Sta cercando di risolvere in modo sbagliato un suo problema, e il compito dei genitori anche in questo caso è quello di sapergli indicare la strada giusta.


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