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Gli esperti dicono che, quando si inizia a cercarli, gli psicopatici sembrano essere ovunque attorno a noi. Questo vale in particolare per le persone che ricoprono ruoli di potere. Secondo una stima, ben il 20% dei leader aziendali ha "livelli clinicamente rilevanti" di tendenze psicopatiche, nonostante il fatto che solo l'1% della popolazione generale sia considerato psicopatico.

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Gli psicopatici sono caratterizzati da emozioni superficiali, mancanza di empatia, immoralità, comportamento antisociale e, soprattutto, ingannevolezza.

Da un punto di vista evolutivo, continuano gli studiosi, la psicopatia è sconcertante. Dato che i tratti psicopatici sono così negativi, perché si riproducono e permangono nelle generazioni successive? La psicopatia sembra essere, nelle parole dei biologi, "disadattiva" o svantaggiosa. Supponendo che ci sia una componente genetica in questa famiglia di disturbi, ci si aspetterebbe che diminuisca nel tempo.

Ma non è quello che si osserva - e ci sono prove che le tendenze sono, almeno in alcuni contesti, un vantaggio evolutivo. Secondo la ricerca, la ragione di ciò potrebbe essere dovuta alla capacità di fingere qualità desiderabili attraverso l'inganno.

Il potere del tradimento

La fiducia e l'affidabilità sono elementi importanti nella storia dell'evoluzione sociale umana. Le persone di maggior successo, evolutivamente parlando, sono quelle considerate degne di fiducia o affidabili.

La fiducia incoraggia ulteriormente la cooperazione, che ha aiutato il genere umano a sviluppare strumenti, costruire città e diffondersi in tutto il mondo, anche negli ambienti più inospitali. Nessun'altra specie ha raggiunto questo obiettivo, rendendo la cooperazione umana un fenomeno prodigioso del mondo naturale.

Tuttavia, una volta che i gruppi culturali sono diventati troppo grandi per conoscersi tutti individualmente, si sono dovuti trovare modi per garantire che le persone fossero possibilmente collaborative tra loro. È più facile fidarsi di un genitore o di un fratello durante un’attività che potrebbe comportare pericoli, in natura, che fidarsi di uno sconosciuto: lo sconosciuto potrebbe attaccare o rifiutarsi di condividere quanto ottenuto con gli altri.

Per cooperare con uno sconosciuto occorre fiducia: deve convincere che non farà del male. Ma potrebbe, ovviamente, imbrogliare fingendo di essere degno di fiducia e successivamente predare o risultare aggressivo.

Gli imbroglioni che riescono a simulare saranno avvantaggiati: avranno più cose e probabilmente saranno considerati individui capaci da altre persone ignare. Quindi barare rappresenta un problema per coloro che non imbrogliano.

Pertanto si pensa che i diversi gruppi culturali, nel corso della storia, abbiano sviluppato potenti strumenti, come la punizione, per dissuadere l'inganno all’interno delle situazioni cooperative.

Gli psicologi evoluzionisti sostengono anche che le persone hanno sviluppato quella che viene chiamata “capacità di rilevamento di mentitori”, la quale avverte quando è probabile che qualcuno sia un imbroglione. Ciò ha messo in svantaggio i disonesti, specialmente nei gruppi in cui la punizione era severa.

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Questo approccio si basava sulla capacità di fidarsi degli altri quando è cosa sicura farlo. Alcune persone sostengono che la fiducia sia solo una sorta di scorciatoia cognitiva: piuttosto che prendere decisioni lente e deliberate sull'affidabilità di qualcuno, si cercano alcuni segnali, probabilmente inconsciamente, e di conseguenza di prendono decisioni.

Lo fanno tutti ogni giorno. Quando si entra in un ristorante e si decide se fermarsi a pranzo, si sceglie se fidarsi del fatto che le persone che lo gestiscono vendano davvero ciò che pubblicizzano, se la loro attività è igienica e se il costo di un pranzo è giusto. La fiducia fa parte della vita quotidiana, a tutti i livelli.

Eppure questo pone di fronte a un problema. Come suggeriscono gli esperti, più la società è complessa, più è facile per le persone fingere una propensione alla cooperazione, sia che si tratti di far pagare troppo in un negozio o di gestire eticamente una multinazionale di social media. E barare evitando la punizione è, evolutivamente parlando, ancora la migliore strategia che una persona possa avere.

Quindi, in questo quadro, cosa potrebbe esserci di meglio che essere uno psicopatico?, chiedono provocatoriamente gli studiosi.  È una persona efficace nel "fingere finché non ce la fa". In altre parole, ottiene fiducia dagli altri solo nella misura in cui quella fiducia gli è utile e poi tradisce la fiducia quando non ha più bisogno di quelle persone.

Visto in questo modo, è sorprendente che non ci siano ancora di più psicopatici. Occupano un numero sproporzionato di posizioni di potere. Tendono a non sentire il peso del rimorso quando abusano degli altri. Sembrano persino avere più relazioni affettive, fattore che suggerisce che non devono affrontare barriere per riprodursi, il criterio determinante del successo evolutivo.

Perché non ci sono ancora di più psicopatici?

Esistono alcune teorie convincenti sul motivo per cui questi disturbi non sono ancora più comuni. Chiaramente, se tutti fossero psicopatici, le persone sarebbero costantemente tradite e probabilmente perderebbero completamente la loro capacità di fidarsi degli altri.

Inoltre, la psicopatia è quasi indubbiamente solo in parte genetica, spiegano gli esperti, e ha molto a che fare con quella che viene chiamata "plasticità fenotipica umana" - l'innata capacità dei geni umani di esprimersi in modo diverso in circostanze diverse.

Alcune persone pensano, ad esempio, che i tratti insensibili e privi di emozioni associati alla psicopatia siano conseguenze di un'educazione difficile. Nella misura in cui i bambini molto piccoli non ricevono cure o amore, è probabile che si spengano emotivamente, una sorta di protezione evolutiva per prevenire traumi catastrofici.

Detto questo, persone di paesi diversi non associano gli stessi tratti alla psicopatia. Ad esempio, uno studio interculturale ha mostrato che i partecipanti iraniani, a differenza degli americani, non valutano l'inganno e la superficialità come indicativi di psicopatia. Ma l'idea generale è che mentre alcune persone hanno una predisposizione genetica a tali tratti, le tendenze si sviluppano principalmente in tragiche circostanze familiari.

Le persone con un fascino morboso per la psicopatia dovrebbero essere consapevoli che l'oggetto del loro interesse è spesso un triste prodotto dei fallimenti della società nel sostenere le persone. Questo vale in particolare se si considerano le sofferenze mentali dei più giovani, oggi più che mai acuite e preoccupanti.

Tuttavia, il contesto culturale della psicopatia può essere un punto di speranza, spiegano gli psicologi. La psicopatia, almeno in parte, è un insieme di caratteristiche che consente alle persone di prosperare - ancora una volta, evolutivamente parlando - anche di fronte a terribili difficoltà. Ma si dovrebbe, come società, provare a ridefinire quali sono, tra tutte, le qualità desiderabili.

Invece di concentrarsi sull'essere buono o degni di fiducia solo per come può aiutare ad andare avanti, promuovere queste qualità fine a se stesse può aiutare le persone con tendenze antisociali a trattare bene gli altri senza secondi fini.

Questa è probabilmente una lezione che tutti possono imparare, ma in un mondo in cui gli ingannatori patologici sono quelli che tendono ad essere celebrati e ad avere successo, ridefinire il successo in termini di etica può essere una via da seguire. Un’indicazione importante da un punto di vista educativo, per genitori e insegnanti, in modo da arginare fin dalla più tenera età le possibili tendenze psicopatiche dei giovani.

La cosa sorprendente dell'evoluzione, concludono gli studiosi, è che alla fine tutti possono contribuire a plasmarla.