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Gli adolescenti affetti da obesità che affermano essere la fame a impedire loro di dimagrire, percepiscono il loro peso in modo più negativo e se ne preoccupano più di giovani che non considerano la fame come un ostacolo.

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È quello che afferma una nuova ricerca presentata al Congresso europeo sull'obesità (European Congress on Obesity - ECO) a Dublino, Irlanda (17-20 maggio).

Lo studio internazionale ha inoltre rilevato che gli adolescenti affetti da obesità ostacolati dalla fame sono più facilmente di sesso femminile, e dichiarare che il loro peso li rende infelici e vittime di bullismo. Sono anche quelli che più cercano attivamente di perdere peso.

Il dottor Bassam Bin-Abbas, del Dipartimento di Pediatria del King Faisal Specialist Hospital and Research Center di Riyadh, Arabia Saudita, e i suoi colleghi hanno condotto un'analisi secondaria dei dati provenienti dallo studio globale ACTION Teens, che esamina le esperienze, la cura e il trattamento degli adolescenti affetti da obesità, dei loro genitori o caregiver e dei loro operatori sanitari.

Lo studio basato su un’indagine condotta in dieci paesi (Australia, Colombia, Italia, Corea, Messico, Arabia Saudita, Spagna, Taiwan, Turchia e Regno Unito), mira a migliorare la consapevolezza sulla gestione, il trattamento e il supporto per gli adolescenti affetti da obesità. Era già stato provato in precedenza che la fame incontrollata è il maggiore ostacolo alla perdita di peso.

Sono stati inclusi nell'analisi secondaria i dati provenienti da 5.275 adolescenti affetti da obesità (età compresa tra i 12 e i 17 anni), 5.389 caregiver di adolescenti affetti da obesità e 2.323 operatori sanitari.

Gli adolescenti affetti da obesità sono stati suddivisi in base alle risposte a domande del questionario riguardanti gli ostacoli alla perdita di peso: quelli nel gruppo "adolescenti affetti da obesità con barriera della fame" (1.980, 38%) hanno indicato che l'incapacità di controllare la fame è un ostacolo per la perdita di peso, mentre il gruppo "adolescenti affetti da obesità senza barriera della fame" (3.295, 62%) non lo ha indicato.

Gli adolescenti affetti da obesità del primo gruppo erano per lo più di sesso femminile (47% contro il 42%), appartenevano al gruppo di età più grande (16-17 anni; 49% contro il 41%), avevano obesità di classe II (27% contro il 18%) e avevano un parente stretto con sovrappeso (madre con sovrappeso: 31% contro il 24%; padre con sovrappeso: 29% contro il 21%) rispetto agli adolescenti del secondo gruppo.

Tuttavia, gli adolescenti del primo gruppo erano meno affetti da obesità di classe I (60% contro il 68%) e di classe III (12% contro il 14%).

I ragazzi affetti da obesità con ostacolo della fame percepivano il loro peso in modo più negativo. Un maggior numero di loro riteneva che il proprio peso fosse superiore alla norma rispetto agli adolescenti affetti da obesità senza barriera della fame (90% contro il 68%), e meno erano soddisfatti del proprio peso (14% contro il 38%). Erano inoltre più propensi a dire che il loro peso li rendeva infelici (56% contro il 36%), meno propensi a essere orgogliosi del proprio corpo (15% contro il 38%) e sostenevano di essere vittime di bullismo a causa del loro peso (28% contro il 22%).

Erano anche più preoccupati delle conseguenze del loro peso e dei suoi effetti sulla salute. Una parte di loro era anche molto o estremamente preoccupata per il proprio peso (85% contro il 64%) o preoccupata "molto" per il fatto che il proprio peso influisse sulla loro salute futura (44% contro il 32%) rispetto ai ragazzi obesi non ostacolati dalla fame.

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I giovani del primo gruppo cercano attivamente di perdere peso, la maggior parte di loro ci aveva provato nell'ultimo anno (70% contro il 51%), aveva migliorato le proprie abitudini alimentari (51% contro il 35%), aumentato l'attività fisica (37% contro il 32%), registrato gli alimenti consumati (23% contro il 14%), consultato un nutrizionista/dietologo (21% contro il 13%) o un medico specializzato nell'obesità/gestione del peso (20% contro il 9%) rispetto agli adolescenti non ostacolati dalla fame nel tentativo di perdere peso.

Hanno anche espresso l’intenzione di cercare di perdere peso nei prossimi 6 mesi (42% contro il 36%). Anche se solo il 6% degli adolescenti di entrambi i gruppi aveva assunto farmaci per la gestione del peso su prescrizione nell'ultimo anno, quelli del primo gruppo erano più disposti a prendere farmaci per la gestione del peso su consiglio di un esperto sanitario (44% contro il 35%).

L’indagine ha anche esaminato i tipi di cibo disponibili a casa e le abitudini familiari. Una proporzione significativamente maggiore di ragazzi del primo gruppo ha indicato che in casa erano disponibili tipicamente frutta e verdura (61% contro il 47%), snack zuccherati come dolci e biscotti (55% contro il 36%) e bevande zuccherate, incluse bibite gassate, succhi di frutta e bevande energetiche (53% contro il 35%).

Rispetto agli adolescenti del secondo gruppo, un numero significativamente maggiore di giovani del primo ha indicato che loro o la loro famiglia ordinano spesso cibi da asporto (37% contro il 24%), mentre solo una percentuale più ridotta ha affermato la loro famiglia ama fare attività fisica insieme (18% contro il 21%). Sono anche certi che la loro famiglia è aperta e li sostenga nell'aiutarli a perdere peso (38% contro il 25%).

I ricercatori concludono che esiste un'associazione tra la percezione che l'incapacità di controllare la fame sia un ostacolo alla perdita di peso e la consapevolezza degli adolescenti sulla propria condizione di obesità, l’insoddisfazione per il proprio corpo e l’impegno in comportamenti e abitudini di gestione del peso.

"Molte persone affette da obesità hanno una regolazione dell'appetito più debole, per loro il cibo ha meno impatto sui sistemi che inibiscono il comportamento alimentare", afferma il dott. Bin-Abbas.

"Di conseguenza, la fame non viene attenuata. Ciò porta alla sensazione che il cibo ti controlli e rende molto difficile resistere agli stimoli a mangiare. Ciò potrebbe significare che la fame è associata a tentativi di perdita di peso meno riusciti e al recupero del peso, con maggiori sentimenti di fallimento e mancanza di autostima".

Il professor Jason Halford, presidente dell'Associazione europea per lo studio dell'obesità, responsabile della Scuola di Psicologia presso l'Università di Leeds e uno degli autori dello studio, aggiunge: "Gli operatori di assistenza sanitaria devono essere consapevoli che la fame incontrollata causata dalla biologia dell'obesità è un vero ostacolo alla perdita di peso e devono prendere provvedimenti per aiutare i giovani a superarlo.

"Devono anche prestare attenzione alla mancanza di autostima, alle preoccupazioni e ad altri sentimenti negativi ad essa associati.

"Nel frattempo, i giovani che faticano a perdere peso a causa della fame non dovrebbero considerarlo un fallimento personale, ma cercare consigli sanitari".

La crescente obesità tra i giovani è un motivo di preoccupazione a livello internazionale e la ricerca offre in definitiva spunti per analizzare i comportamenti alimentari sbagliati e le sottostanti cause psicologiche.


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