Info: info@ubiminor.org  |  Segnalazioni: notizie@ubiminor.org  |  Proposte: redazione@ubiminor.org

 facebook iconinstagram iconyoutube icon

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, di cui il 20 novembre ricorre il trentennale, non contempla bambini di prima o seconda scelta. Pretende che quei diritti siano universalmente riconosciuti e garantiti.

20191114 TRENTENNALE CONVENZIONE ONU

Con questa preoccupazione il Tavolo SaltaMuri, sostenuto anche dal Movimento Nonviolento, ha organizzato a Roma il 12 novembre una tavola rotonda dal titolo “Sentirsi di casa. Un diritto non ancora riconosciuto a 900.000 ragazze e ragazzi che abitano le nostre scuole”. Esprime la scelta di fare “del riconoscimento della cittadinanza ai circa 900000 ragazzi/e che studiano e vivono in Italia (e che i recenti provvedimenti hanno ulteriormente penalizzato) il punto di forza delle iniziative nei prossimi mesi”, come scrive il portavoce del Tavolo, Giancarlo Cavinato, perché i bambini del mondo sono figli di tutti.

Alla tavola rotonda sono intervenuti, tra gli altri, lo stesso Cavinato e poi il maestro e scrittore Franco LorenzoniPaula Vivanco di “Italiani senza cittadinanza”, Filippo Miraglia per la rete “Io Accolgo” e Valentina Calderone di “A buon diritto”.

Al trentennale della Convenzione Onu è dedicato il numero di Azione nonviolenta in corso di pubblicazione, con uno sguardo sulla sua attuazione, un’intervista a Franco Lorenzoni e altro ancora. Ci auguriamo possa dare un contributo per riflessioni personali e iniziative pubbliche.

Di seguito il testo del Tavolo Saltamuri che invitava a “Sentirsi di casa”.

Se vogliamo festeggiare degnamente i 30 anni della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dobbiamo chiederci, da insegnanti, genitori e adulti, quali obblighi verso i più giovani siano ancora disattesi.

Per prima cosa il diritto a sentirsi di casa, a essere tutti ugualmente cittadini nel luogo in cui si studia il mondo e si impara insieme a stare al mondo.

Ma per essere cittadini a pieno titolo a scuola bisogna esserlo anche fuori, nella società, e i novecentomila giovani e giovanissimi italiani senza cittadinanza ci ricordano quanto questa assenza di diritti costituisca un’erosione costante di tranquillità e fiducia nel futuro, necessaria a crescere serenamente.

Gli ostacoli che incontrano i figli di immigrati nei viaggi all’estero o nello sport, il non potere ritornare in Italia da altri paesi, il dover dipendere dalle incertezze sul rinnovo della carta di soggiorno dei genitori, aggravate dal peggioramento della legge sull’immigrazione e dai due decreti sulla cosiddetta sicurezza, affliggono la vita dei più piccoli, immergendola in una costante incertezza.

20191114 cropped LOGO originale basso 1

La scuola ha come primo compito il dare dignità alla presenza di tutti gli studenti che la abitano. Essere ascoltati e credere in se stessi è la base della fiducia reciproca che crea comunità e apre all’apprendimento della lingua e di ogni altro sapere.

Ma questa piccola cittadinanza, alla cui costruzione paziente in tante e tanti ci dedichiamo da anni non basta, perché nella nostra società stanno crescendo e si continuano a diffondere i veleni dell’intolleranza e della discriminazione.

Noi docenti, che abbiamo davanti ai nostri occhi tutti i giorni gli oltre novecentomila ragazzi senza cittadinanza, pensiamo che insegnare educazione civica a chi non è cittadino a pieno titolo fin da oggi, rappresenti una contraddizione a cui ci ribelliamo.

Il tavolo Saltamuri, che riunisce 133 gruppi e associazioni attive in campo educativo, ha redatto un vademecum rivolto a tutte le scuole ed Enti Locali, che ricorda il quadro normativo e le leggi fondamentali che aiutano a combattere l’insorgere di vecchie e nuove pratiche di emarginazione e discriminazione.

Proponiamo a tutte e tutti gli insegnanti e a quante più scuole possibili di organizzare una settimana di iniziative aperte, anche in collaborazione con enti e associazioni, che inauguri una larga campagna contro ogni discriminazione nella scuola e nell’accesso a servizi educativi essenziali come mense e trasporti.

Dobbiamo impegnarci in una capillare opera di cura e bonifica sociale e mentale, costruendo e alimentando un immaginario collettivo che sappia riconoscere nella compresenza di culture ed etnie diverse, una grande potenzialità di crescita culturale, sociale ed umana, superando diffidenze e paure.

I diritti, o sono universali, o si chiamano privilegi.

Dimostriamo che le scuole sono in grado di costruire comunità inclusive capaci di aprire a un futuro in cui pari diritti siano realmente garantiti a tutti.


testo precedentemente pubblicato da Azione nonviolenta

Elena Buccoliero
Sociologa e counsellor, è docente a contratto all’Università di Parma sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti e svolge attività di formazione, ricerca, supervisione e sensibilizzazione su bullismo, violenza di genere e assistita, diritti delle persone minorenni. Dal 2008 al 2019 è stata giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna. Ha diretto la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati (2014-2021) e l’ufficio Diritti dei minori del Comune di Ferrara (2013-2020). Da molti anni aderisce al Movimento Nonviolento. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Accetto i Termini e condizioni