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Un algoritmo ti dice se sei stato vittima di odio online
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L’organizzazione scout ha subito tre atti intimidatori per aver deciso di gestire un immobile confiscato alla mafia
Roma, 22 gennaio 2020
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime solidarietà all’Agesci Sicilia, che ha subito tre atti intimidatori, in pochi mesi, contro proprie sedi a Marsala (Tp), Mineo (Ct) e Ramacca (Ct).
Azioni vili, con cui si intende punire l’organizzazione scout per aver deciso di gestire un immobile confiscato alla mafia. Siamo vicini a un’associazione impegnata fin dalla sua fondazione nell’educare i giovani alla cura e al rispetto della natura, alla lealtà, alla legalità, valori in cui si riconosce pienamente anche la nostra Federazione.
Invitiamo tutta la società civile a stare pubblicamente al fianco dell’Agesci Sicilia e a non temere di denunciare gli atti di violenza e intimidazione compiuti da Cosa nostra nel territorio siciliano.
Info
Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa e ComunicazioneCoordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)
tel. 06 44230395/44230403 – cell. 329 2928070 - email:
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Adozioni internazionali: i soldi c'erano ma non sono stati spesi
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La povertà colpisce soprattutto le giovani famiglie con figli
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Teniamoci stretto l'affido familiare
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Gent.mi,
a fronte della recente approvazione del DDLR “Allontanamento Zero” da parte della Giunta regionale (22/11/19), un gruppo di docenti dell’Università degli Studi di Torino ha elaborato il presente documento, che illustra i motivi di preoccupazione.
Il DDLR si propone di diminuire del 60% gli allontanamenti dei minori dalle famiglie biologiche in Piemonte, supponendo che gli stessi siano derivanti principalmente da cause risolvibili con un lavoro preventivo sulla famiglia biologica e/o con un contributo economico alla stessa. A fronte del fatto che già ad oggi, l’allontanamento dei minori è l’extrema ratio dopo la realizzazione di innumerevoli interventi di sostegno socio-educativo alla famiglia biologica, i motivi meramente economici non possono essere causa di un allontanamento (le ragioni sono ben più complesse) e il disegno di legge non prevede risorse aggiuntive, ci si domanda dunque se e in che modo si tuteleranno i minori.
Il DDLR prevede inoltre, in maniera rigida, l’attuazione di un progetto educativo familiare per almeno sei mesi, a favore delle famiglie in difficoltà, anche nelle situazioni più gravi, e la raccolta delle disponibilità di accoglienza presso tutti i parenti fino al quarto grado, rischiando un grande ritardo nella tutela dei minori. Unica deroga a tale pratica risulta il riferimento alle eventuali "prescrizioni dell'autorità giudiziaria".
Ciò pare illegittimo per almeno due ordini di ragioni: contrasto con l'interesse del minore a essere protetto in situazioni in cui ci sia rischio di grave pregiudizio; violazione della riserva statale sulla disciplina dell'affidamento familiare (norme incompatibili con la legge 184). Lo Stato ha infatti il diritto/dovere di sostituirsi alla famiglia nella protezione volta a garantire i diritti fondamentali dei minori (convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, New York 1989).
Vi preghiamo di voler dedicare un po’ di tempo per prendere in esame il documento e se lo ritenete utile sottoscriverlo. Sarebbe importante anche una diffusione dell’iniziativa!
Paolo Bianchini (Docente di Storia della Pedagogia – Università di Torino)
Marilena Dellavalle (Docente di Servizio Sociale e famiglia – Università di Torino)
Diego Di Masi (Docente di Pedagogia Speciale)
Joëlle Long (Istituzioni di Diritto Privato e di Famiglia – Università di Torino)
Cecilia Marchisio (Docente di Pedagogia Speciale – Università di Torino)
Marisa Pavone (Docente di Pedagogia Speciale – Università di Torino)
Isabella Pescarmona (Docente di Progettazione educativa – Università di Torino)
Paola Ricchiardi (Docente di Pedagogia Sperimentale – Università di Torino)
Antonella Saracco (Docente – Educatore Professionale – Università di Torino)
Chiara Saraceno (già Docente di Sociologia della Famiglia – Università di Torino; Honorari Fellow - Collegio Carlo Alberto)
Emanuela Teresa Torre (Docente di Pedagogia Sperimentale – Università di Torino)
Ecco il link della petizione su Change:
http://chng.it/ZTbTSgtbrS
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Smartphone e cyberbullismo rovinano il sonno degli adolescenti. Ecco cosa emerge da un nuovo studio
https://scienzaesalute.blogosfere.it
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Cellulari come droga per gli adolescenti
https://www.ok-salute.it/
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Arimo cooperativa sociale ha aperto “La Traccia”, una comunità ad alta intensità educativa per minorenni maschi, progetto selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Abbiamo chiesto alla responsabile, Giulia Pacchiarini, di parlarci di questa nuova iniziativa di Arimo.
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29 novembre, Torino. In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, a Torino, è stato presentato il volume a cura di Barbara Rosina e Alessandro Sicora "La violenza contro gli Assistenti sociali in Italia", edito da Franco Angeli e pubblicato nel luglio 2019. Nel testo si rendicontano gli esiti della ricerca nazionale sul fenomeno che ha coinvolto ben 20.112 assistenti sociali, ossia la metà dei professionisti in Italia. La ricerca è stata finanziata dal Consiglio nazionale degli assistenti sociali, dalla Fondazione nazionale assistenti sociali e dai Consigli regionali, con il Piemonte come coordinatore tecnico. I dati registrano un fenomeno esistente e preoccupante. L'88,2% degli assistenti sociali ha dichiarato di essere stato coinvolto in episodi di minacce, intimidazioni, aggressioni verbali. Il 15,4% in una qualche forma di violenza fisica (872 intervistati hanno detto che in tali eventi l'aggressore ha usato un oggetto o un'arma). Il 35,8% ha temuto per la propria sicurezza o quella di un membro della famiglia durante la propria vita professionale. E il 4% ha affermato di temere per la propria sicurezza ogni giorno.
L'indagine non si limita a descrivere il fenomeno, ma si spinge in profondità individuando dinamiche, possibili strategie di prevenzione e fronteggiamento.
Alessandro Sicora, docente presso l’Università di Trento e presidente della Società Italiana di Servizio Sociale, afferma: "Gli assistenti sociali che hanno partecipato alla ricerca sembrano sottolineare la centralità della gestione della relazione nel prevenire e gestire le aggressioni degli utenti. Sullo sfondo di tale fenomeno vi sono la necessità di adeguatezza delle organizzazioni, delle risorse e delle politiche sociali, nonché la sicurezza dei luoghi di lavoro. Il non rimanere soli e il mantenere la calma sono ritenuti i migliori antidoti per evitare o frenare eventuali aggressioni. Un ulteriore elemento di rischio è rappresentato dalle aspettative eccessive degli utenti rispetto alla realtà di ciò che i servizi possono effettivamente dare”.
“Tra i fattori che influenzano questo fenomeno - spiegano Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistente sociali del Piemonte e coordinatrice tecnica della ricerca) e Mara Sanfelici (ricercatrice FNAS), - vi sono difficili condizioni di lavoro, mancanza di processi strutturati in grado di monitorare e controllare le situazioni di pericolo. Riteniamo però che non sia sufficiente individuare protocolli, linee guida, piani per la sicurezza capillari per contrastare il fenomeno. L'impegno di ciascuno di noi deve essere quotidiano perché non restino sulla carta poiché la battaglia contro ogni forma di violenza è una battaglia culturale. Rosina e Sanfelici sottolineano inoltre come sia necessario contrastare un approccio di ricerca di responsabilità individuali (dell'aggressore o dell'aggredito) anziché favorire una lettura di sistema.”
Gianmario Gazzi, Presidente Consiglio nazionale assistenti sociali, sottolinea il senso della ricerca: "La violenza e le aggressioni ai professionisti, in particolare Assistenti sociali, è un problema vasto e complesso. Oggi grazie alla ricerca stiamo portando avanti iniziative che mirano alla prevenzione e alla formazione. Tutti dobbiamo essere consapevoli che un professionista minacciato o aggredito è un professionista che ha legittimamente paura e non può assicurare alle persone il miglior intervento possibile: viene a mancare un diritto di tutti”.
Carmela, Francesca Longobardi Consigliere delegato alla Comunicazione esterna e ai Rapporti con i mass media Ordine Assistenti sociali Piemonte / tel. 333.4896751