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Torino, 2 ottobre. “È una buona notizia che l’iniziativa itinerante con lo slogan “I bambini sono maschi, le bambine sono femmine, #Stopgender nelle scuole” - promossa dalla associazione Generazione Famiglia, insieme a CitizenGO e che nei giorni scorsi ha toccato varie città italiane - non abbia fatto tappa a Torino. Al capoluogo piemontese è stato fortunatamente risparmiato dover assistere alla riproposizione della campagna no gender che si fonda sulla convinzione che genere e sesso si equivalgano e sull’idea che vi siano attori esterni alla famiglia, come l’istituzione scolastica, che vogliano indurre le nuove generazioni a percepirsi maschi se femmine piuttosto che femmine se maschi. Quasi come se ci fosse in atto un’operazione di convincimento alla transessualità e come se questa potesse anche sortire degli effetti sui loro figli”.

Così Barbara Rosina, Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte, si pronuncia sull’argomento.

Concordiamo in pieno con le associazioni LGBTI - aggiunge - quando dichiarano che la teoria gender non esiste. Condividiamo il loro approccio non semplicistico. Le teorie di genere, categoricamente al plurale, studiano il modo in cui uomini e donne vedono se stessi e si pongono in relazione, così come i ruoli che ne discendono in quanto costruzione sociale e risultato anche del processo di socializzazione. Negare l’esistenza dei vari studi di genere e delle risultanti teorie vorrebbe dire rifiutare la presenza di culture diverse e non considerare l’evoluzione delle società. Ecco perché appoggiamo #MaQualeGender, l’iniziativa di Arcigay di risposta al fenomeno no-gender o anti-gender”.

Barbara Rosina si esprime sull’autodeterminazione, affermando che la posizione sulla questione "no gender" è strettamente correlata a tale principio. 

L’autodeterminazione - spiega ancora Rosina - è il diritto delle persone a prendere strade che altri, anche i propri genitori, potrebbero ritenere sbagliate. L’identità sessuale è oggetto di autodeterminazione nella misura in cui si crede che le persone possano essere liberamente chi sono e non nella falsa credenza che essa sia frutto di una volontà predeterminata”.

Sono gravissime e da respingere la affermazioni di Generazione Famiglia che, sul proprio portale, afferma che “con la scusa di contrastare gli stereotipi di genere e diffondere tolleranza e rispetto – fini in sé più che condivisibili – si entra nelle scuole ad insegnare che l’identità sessuale è fluida e può essere oggetto di autodeterminazione, quasi che si potesse “creare” la propria identità”.

 

Desta forte preoccupazione, per la presidente degli assistenti sociali del Piemonte, “che si possa mettere in discussione la necessità di contrastare gli stereotipi di genere. Sono state portate alla ribalta dai media diverse situazioni nelle quali giovani cittadini hanno commesso gesti estremi non riuscendo a tollerare il peso delle continue e pressanti offese e messe in discussione della loro identità”.

Ecco perché l’intera comunità degli assistenti sociali del Piemonte rivolge un appello a tutte le Istituzioni – conclude Rosina – per una loro presa di posizione ferma e decisa per evitare che quelle tragedie che hanno stravolto l'esistenza di interi nuclei familiari, di amici e conoscenti, non abbiano mai più a ripetersi”.

Carmela Francesca Longobardi – Consigliere CROAS Piemonte / addetto stampa tel: 333.4896751


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