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In merito all emergenza Covid e alla realtà delle strutture di accoglienza , socioeducative e comunità terapeutiche per minori , si sta sollevando  la questione , in prospettiva e in un' ottica di lungimiranza ,  questione "spinosa" , delicata ( ma tuttavia doverosa, da porsi) dei permessi relativi ai rientri a casa dei pazienti/ospiti minori  e successivo rientro in Struttura perlomeno di quelli intraregione ( sulle visite dei familiari e sulla possibilità di fare dei piccoli gruppi in un qualche modo un apertura , con tutte le doverose accortezze del caso , c è stata, ma ancora è poco in quanto prevista solo come residuale ). Mi spiego:

La questione che si vuole  porre ,  evidenziata  alla fine di questo messaggio , come detto,  concerne in particolar modo  il tema  dei  rientri, dietro permesso, a casa. Questione da porsi, in prospettiva, nei prossimi mesi, giusto per essere lungimiranti,  a meno che si vogliano assimilare queste Strutture a  "Strutture di custodia" o involontariamente  prefigurare,    si passi la battuta,  una sorta di  "sequestro di persona".  Non si danno soluzioni esaustive  , ma l'intento è di sollevare la questione. Infatti:

1) l' ultimo decreto Conte prevede il ricongiungimento con i congiunti
2) in materia di sanità ha "parola ultima" la Regione.
3) Sulla questione rientri brevi dei pazienti c/o famiglie , nessuno finora si è chiaramente espresso ne regioni, ne ministero Sanità
4) Le Strutture per minori ( case famiglia , comunità terapeutiche)  non sono luoghi di custodia
5) Allo stato i pazienti possono andare a casa qualora sospendano il programma o lo interrompono. E' l unico modo al momento per poter rientrare a casa, il che mi sembra alquanto paradossale. La Struttura non può permettere, ma il paziente ( o la famiglia) , giustamente, può decidere di interrompere un programma
6) la questione è studiare  quale sia un protocollo che permetta , dopo un autorizzazione della Comunità ad un minore   di rientrare a casa, per poi far rientro in Comunità, secondo criteri  di sicurezza (tamponi/ test sierologici prima e dopo?)
7) Ad ora la cosa non è stata pensata poichè le varie ordinanze regionali e del ministero della sanità, non solo sono precedenti all' ultimo DPCM CONTE, ma  sono state contemplate avendo in testa, in linea di massima , gli ospedali e le grandi organizzazioni ( io in un ospedale entro, ed esco quando sono guarito; ovvero non è contemplato in un programma ospedaliero  il rientro a casa, se non quando sono stato dimesso. ). Il  risvolto , di questa chiusura forzata,  e' che si mettano a rischio rapporti terapeutici di fiducia costruiti faticosamente , con rischio concreto di drop-out. L altra aberrazione è questa : gli operatori possono andare a casa  e tornare a lavorare in comunità . Per i pazienti questo non è valido . Si ravvisa in ciò uno  sbilanciamento sottilmente pericoloso. È come se si partisse da un assunto implicito che le famiglie dei pazienti/ospiti , siano  per definizione, sempre e comunque,  famiglie scellerate. ...
 Ecco quello che in maniera più articolata , prendendo spunto da alcune associazioni di categoria che hanno preparato  due documenti ( che si allegano)  e  che si sono poste il problema  ( Associazione per le Comunità Mito e Realtà , Fenascop , ecc)  voglio porre alla Sua attenzione: 


RIENTRI A CASA
Dal momento  che nel  DPCM 26 aprile us, vengono  considerati come necessari gli spostamenti per incontrare i congiunti, si chiedono chiarimenti , per mezzo  delle singole Regioni,  in merito  ai protocolli per la gestione dei permessi  a casa  e di rientro poi in comunità ( test  in uscita e test al rientro?)
Difatti  i  permessi a casa  -  salvo un “abbandono”  o sospensione del programma da parte del paziente o della famiglia → nei casi dei minori,  laddove sono i  genitori a detenere  la responsabilità genitoriale -  sono parte integrante del programma comunitario che  non nasce con fini custodialistici e che prevede un’ aderenza volontaria del paziente al progetto terapeutico/riabilitativo.

 

Incontri e procedure nelle strutture residenziali – Comunità Terapeutiche per minori di età/adolescenti -
tra famiglie soggetti adulti e minorenni adolescenti a seguito Emergenza Coronavirus (COVID-19)
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GESTIONE FASE 2 - OSSERVAZIONI E PROPOSTE A INTEGRAZIONE
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RESIDENZIALITA PSICHIATRICA FASE 2 CRITICITA E PROPOSTE 0001


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