In un percorso di tutela che riguarda persone minorenni non c’è osservazione, colloquio o intervento che non debba essere documentato e quindi narrato a interlocutori esterni. Eppure la scrittura professionale degli operatori viene spesso considerata una competenza insita, scontata, che deve essere posseduta a priori.
A scrivere non si smette mai di imparare, anche se lo si fa professionalmente, con sfumature e ostacoli differenti a seconda che si stia tenendo un diario, riempiendo la cartella sociale o sanitaria oppure elaborando una relazione per l’Autorità Giudiziaria.
Qualche volta la scrittura è un impegno gravoso, da sbrigare tra un’urgenza e l’altra e da soppesare attentamente dal momento che lo scritto rimane, e non di rado è chiamato in causa come oggetto del contendere nelle situazioni più contraddittorie o conflittuali.
Il corso vuole tenere in considerazione questi fattori e offrire uno spazio laboratoriale nel quale, da un lato, acquisire maggiore confidenza con la parola scritta come voce che può sostenere il lavoro sociale e, dall’altro, indicare strategie, regole di base e modalità di lavoro per rendere maggiormente efficaci i propri testi.