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La realtà virtuale sta arrivando a offrire la possibilità di fare esperienze sempre più complesse, da un punto vista sensoriale e fisico. Può essere utilizzata anche per creare eventi di rave, in modo immersivo e personalizzato, con un impatto che va al di là della realtà fisica e può avere pesanti conseguenze sull’equilibrio psicologico. 

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Attraverso le nuove tecnologie e connessioni si possono creare ambienti virtuali, come club con luci e musica, chi partecipa può interagire con altri e con l'ambiente attraverso visori e controller.

Questo tipo di esperienze, spiegano gli studiosi del fenomeno, consiste nell'andare in una discoteca virtuale utilizzando appositi visori. Spesso si tratta di eventi virtuali che durano molto a lungo.

I club e i "rave" in realtà virtuale stanno diventando tra le mode più in voga tra i giovani in termini di socializzazione, fenomeno molto esteso in altri paesi ma che starebbe prendendo piede anche nel nostro. Ovviamente è la stessa realtà virtuali a non porre confini e limiti di tipo geografico per questo tipo di eventi.

Questo nuovo fenomeno include balli che durano più giorni, sesso simulato e anche, da parte di molti ragazzi, un abbondante uso di droghe come la ketamina, l’Lsd e l’ecstasy.

Utilizzando visori VR, gli avatar rappresentano gli utenti online alle feste danzanti in ambienti virtuali creati digitalmente, con DJ set dal vivo, luci dinamiche ed elementi interattivi.

Il fascino di questo tipo di “realtà” risiede nella possibilità di socializzare e ascoltare musica da qualsiasi luogo, un'esperienza che può essere apprezzata da chi, come le ultime generazioni di adolescenti e giovani, è cresciuto con videogiochi e cellulari.

Questi eventi possono includere spettacoli di luci sincronizzati, ambienti sonori immersivi che producono un senso di euforia collettiva tra i partecipanti.

Il cosiddetto “clubbing virtuale” è nato nei primi anni duemila su piattaforme pioneristiche che dove i DJ trasmettevano i loro set in streaming live in spazi da ballo virtuali. Tali piattaforme, spiegano i ricercatori, consentivano già agli utenti di creare i propri avatar e interagire socialmente in ambienti 3D. Tuttavia, l'interesse iniziale è rimasto ridotto a causa dei limiti tecnologici. Poi tutto è cambiato.

Con i lockdown dovuti alla pandemia, quando i luoghi di ritrovo tradizionali sono rimasti chiusi, i raver hanno cercato alternative attraverso le varie piattaforme che sono sorte online, le quali ha iniziato a ospitare eventi “simulati” con avatar, laser, musica e atmosfere da club.

Il 2025 ha visto miglioramenti significativi nella tecnologia per il tracciamento del movimento (di mani e corpo), nelle tute aptiche (per la simulazione del tocco), negli avatar personalizzabili e nei plugin con contenuti per adulti, rendendo le feste in realtà virtuale profondamente immersive.

L'ascesa di club e rave in realtà virtuale consente la libera esplorazione di identità e apparenze, contribuendo a un senso di liberazione e appartenenza.

Comunità online, spiegano gli esperti del fenomeno, come Rave, Space, TheWaveXR e Dreamwave sono emerse come club virtuali completamente immersivi e techno-centrici. La vita notturna in realtà virtuale offre periodi prolungati in ambienti virtuali che possono causare disagio fisico ed effetti psicologici come la dissociazione, poiché i partecipanti ignorano i loro bisogni di mangiare, dormire e usare il bagno.

Molti consumatori usano sostanze psicoattive a casa (o ovunque si trovino) per aumentare la sensazione di immersione. Tra le sostanze più comuni vengono indicate Mdma, ketamina, LSD e psilocibina (funghi). Oltre a queste, viene utilizzata la cannabis per il rilassamento e l'amplificazione sensoriale.

Alcuni ambienti rave virtuali sono apertamente erotici. Essere online può facilitare la disinibizione, abbassare le barriere e portare a comportamenti semprepiù disinibiti. Sebbene il contatto fisico non sia possibile, l'intimità emotiva e psicologica può essere percepita come reale, e il coinvolgimento parasociale e anche affettivo non è raro.

La fascia demografica dei partecipanti è compresa tra i 18 e i 35 anni, sebbene vi partecipino anche alcune persone più grandi, appassionati di techno e cyberpunk di età avanzata.

Molti partecipanti sono gamer, programmatori e altri appassionati esperti di tecnologia. Alcuni utenti abituali, con l’andar del tempo, mostrano progressivamente, a livello psicologico, meno interesse per la realtà, in misura molto maggiore rispetto ai gamer tradizionali.

Nel gennaio 2025 VRChat ha introdotto la verifica dell'età sulla piattaforma per garantire che i minori non accedessero a spazi per adulti, dopo che un'indagine della BBC aveva scoperto che i più giovani entravano nei locali di striptease in realtà virtuale e potevano essere indotti a compiere atti sessuali virtuali.

I locali virtuali non prevedono costi di ingresso, quindi il costo principale per gli utenti è l'hardware adatto a collegarsi, che può superare i cinquemila euro per un pc da gaming di alta qualità e dispositivi di tracciamento corporeo completo, sebbene una configurazione più semplice possa essere acquistata per poche centinaia di euro.

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Ci sono lunghe code per entrare nelle serate virtuali più popolari, dato che sono limitate a 80 persone ciascuna a causa dei limiti software della piattaforma. Quindi, proprio come può essere difficile entrare nelle discoteche reali più popolari, a volte può essere difficile entrare in un locale virtuale, indicano i ricercatori.

Psichiatri e medici del pronto soccorso che si sono trovati ad avere a che fare con giovani che avevano abusato di queste esperienze, hanno notato una perdita di controllo, "sovrapposizioni digitali" fino allo sfinimento in alcuni di questi partecipanti.

Alcune esperienze di realtà virtuale durano dai tre ai cinque giorni, e l'aumento degli effetti tossici come il disturbo di derealizzazione/depersonalizzazione si verifica principalmente tra i consumatori abituali di realtà virtuale unitamente a ketamina. Alcuni consumatori hanno dovuto ricorrere al pronto soccorso per grave disidratazione, attacchi di panico o allucinazioni dopo un uso prolungato di realtà virtuale sotto l'effetto di droghe e allucinogeni.

Studiosi che a livello internazionale hanno fatto ricerche approfondite sull’uso di ketamina e sul clubbing hanno dimostrato che gli utenti spesso non sono consapevoli del contenuto di ciò che stanno assumendo, il che porta a un consumo involontario di mix di droghe che contengono ketamina.

Molti club reali, spiegano, stanno chiudendo, i festival musicali vengono cancellati e l'ingresso e le consumazioni sono costosi. Non sorprende quindi che i rave in realtà virtuale stiano iniziando a colmare il divario per chi non può partecipare all'evento reale.

Spiegano che anche il panorama delle droghe per i raver in realtà virtuale sta cambiando. L'ecstasy è stata la droga preferita per decenni, ma gran parte di quell'effetto era dovuto alla connessione con altri esseri umani reali.

La ketamina può indurre una trance molto concentrata, amplificando al contempo sia le immagini che la musica.

"Sebbene la ketamina non sia pericolosa come molte altre droghe da festa, temo che la gente ne esageri e non voglia più abbandonare queste realtà. Succede già ad alcuni, anche senza le feste virtuali" afferma uno di questi studiosi, il professor Palomar del NYU Langone Health della New York University.

I ricercatori hanno intervistato adulti che entravano in locali notturni selezionati a caso a New York, dimostrando che il consumo di ketamina è in aumento in questa fascia della popolazione.

La ketamina è diventata una popolare "droga da discoteca" o "droga da festa" negli Stati Uniti negli anni '90 e la sua popolarità è aumentata tra chi partecipa a rave o altri eventi di musica dance elettronica, che si tenevano comunemente nei locali notturni ma ora sono anche eventi in realtà virtuale.

Sottolineano che la ketamina è ovunque e il suo consumo sta aumentando vertiginosamente. Anche nel nostro paese i livelli di ketamina sembrano in progressivo aumento, in particolar modo nella città di Milano. 

In definitiva, sebbene si possa pensare che sia "più sicuro" fare rave da casa, tale utilizzo introduce nuovi rischi associati all'uso in solitaria. Un vero pericolo sia immediato sia a lungo termine di assuefazione a droghe, dissociazione e squilibri psico-fisici.

Una realtà che il mondo adulto deve conoscere per aiutare i più giovani a evitarne le insidie.


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