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Bisognerebbe rispolverare le penne a sfera e i bloc notes a righe che un tempo si usavano a scuola, per aiutare la memoria e favorire la comprensione di quello che si ascolta.

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Lo dice una recente ricerca: prendere appunti a mano è meglio che farlo con un computer portatile. I risultati sono stati pubblicati in Psychological Science , una rivista della Association for Psychological Science .

{xtypo_quote_right}Anche quando si utilizzano computer portatili in modo corretto - e non per fare acquisti su Amazon durante le lezioni – questi possono sempre compromettere il rendimento scolastico
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Entrate in una qualsiasi aula universitaria e molto probabilmente vedrete file e file di studenti seduti dietro luminosi schermi portatili. L'utilizzo di computer portatili in classe è sempre stato controverso, soprattutto a causa delle molte opportunità di distrazione che offrono (shopping online, social netwrok, giocare a solitario, solo per citarne alcuni). Ma pochi studi hanno esaminato quanto i computer portatili siano davvero efficaci per gli studenti che prendono appunti diligentemente durante una lezione.

"I nostri risultati suggeriscono che, anche quando si utilizzano computer portatili in modo corretto - e non per fare acquisti su Amazon durante le lezioni – questi possono sempre compromettere il rendimento scolastico", dice la psicologica Pam Mueller della Princeton University, principale autore dello studio.

Alla Mueller è stato chiesto di indagare sulla questione a partire dalla sua stessa esperienza di passaggio dall'utilizzo del computer portatile a carta e penna, come professore assistente alla docenza della cattedra di psicologia.

"Mi sentivo come se avessi ricavato molto di più del solito, dalla lezione di quel giorno", sostiene la Mueller, che stava lavorando in quel periodo con il ricercatore di psicologia Daniel Oppenheimer. "Danny ha detto che aveva fatto un'esperienza simile in una riunione di facoltà: stava prendendo appunti sul suo computer, ha alzato lo sguardo e si è accorto che non aveva idea di ciò di cui il relatore stava in realtà parlando".

La professoressa Mueller e Oppenheimer hanno condotto una serie di studi per verificare se le loro intuizioni sulle differenze tra il prendere appunti a mano o con un laptop fossero vere.

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Nel primo studio, 65 studenti universitari hanno guardato una, tra le cinque proposte, conferenze di TED le quali riguardavano argomenti di grande interesse ma non di conoscenza comune. Agli studenti, che hanno assistito aille conferenze in piccoli gruppi, sono stati forniti computer portatili (scollegati da Internet) o bloc-notes, ed è stato detto loro di utilizzare una qualunque delle strategie o modalità che di solito utilizzavano per prendere appunti.

{xtypo_quote_left}così è accaduto solo a chi ha fatto meno di riscrivere senza variazioni quanto sentito, mostrando che il vantaggio di avere più contenuto risulta annullato dalla "trascrizione insensata" di quanto si ascolta.{/xtypo_quote_left}

Gli studenti hanno poi sostenuto tre test: questionari a scelta multipla e una verifica molto impegnativa su quanto avevano memorizzato. Trenta minuti più tardi, hanno dovuto rispondere a domande centrate sul ricordo di dati fattuali (ad esempio, "Approssimativamente da quanti anni esiste la civiltà Indù?"). Domande di elaborazione concettuale (ad esempio, "Come si distinguono Giappone e Svezia nel loro approccio alla questione dell'uguaglianza all'interno delle loro società?") sulla base della lezione cui avevano assistito.

I risultati hanno rivelato che, mentre i due gruppi hanno risposto in modo equivalente alle domande che riguardavano fatti da ricordare, gli studenti che avevano preso appunti con il laptop hanno avuto risultati significativamente peggiori per le domande concettuali, rispetto ai loro compagni che avevano scritto a penna.

Gli appunti presi dagli studenti forniti di laptop, contenevano più parole e trascrizioni letterali di quanto esposto nella conferenza, rispetto agli appunti scritti a mano. Nel complesso, gli studenti che hanno preso più appunti hanno avuto risultati migliori, ma così è accaduto solo a chi ha fatto meno di riscrivere senza variazioni quanto sentito, mostrando che il vantaggio di avere più contenuto risulta annullato dalla "trascrizione insensata" di quanto si ascolta.

"È probabile che chi prende appunti scrivendo a mano venga impegnato in maggiori elaborazioni mentali di chi prende appunti con un computer, trovandosi costretto a selezionare le informazioni più importanti da includere in quanto sta scrivendo, il che permette di analizzare questi contenuti in modo più approfondito e efficace", scrivono i ricercatori.

Sorprendentemente, i ricercatori hanno riscontrato risultati simili anche dopo aver esplicitamente istruito gli studenti a evitare di prendere appunti parola per parola, il che suggerisce che la voglia di farlo quando si digita su una tastiera è difficile da superare.

I ricercatori hanno anche potuto verificare che gli studenti che avevano preso appunti a mano, anche dopo una settimana hanno “battuto” i loro colleghi con il computer, quando ai partecipanti al test è stata data la possibilità di rivedere i loro appunti prima di partecipare a un nuovo test di verifica. Ancora una volta, quanto più gli appunti erano stati presi in modo letterale, parola per parola, tanto più le prestazioni sono risultate peggiori quando si trattava di rispondere a domande concettuali.

"Non prevedo che avremo in futuro masse di studenti che torneranno a utilizzare i bloc-notes", dice la professoressa Mueller, "ma esistono ormai diverse tecnologie basate sull'utilizzo della penna, e questa può essere la strada da percorrere per ottenere un file dai propri appunti, avendo allo stesso tempo il vantaggio di essere costretti a elaborare concettualmente quanto si sente piuttosto che trascriverlo pedissequamente".

"In definitiva, da questo studio si deriva il suggerimento che le persone dovrebbero essere più consapevoli della modalità che hanno scelto per prendere appunti, sia in termini di strumenti utilizzati, sia in quanto a strategie di scrittura", conclude la professoressa Mueller.


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