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Post sui social ambigui, con aggiornamenti di stato tristi o “lacrimevoli”, nella speranza di attirare l’attenzione sotto forma di “mi piace” o commenti solidali. Una pratica denominata "sadfishing", che sta diventando una nuova tendenza sui social nei comportamenti dei più giovani.

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Anche se in pratica questo modo di esprimersi vittimistico sembra innocuo, secondo gli esperti di comunicazione e di comportamento degli adolescenti, comporta dei rischi per i ragazzi che decidono di esprimere le proprie emozioni più introverse online per attirare l'attenzione.

Infatti, sebbene si possa ricevere un feedback confortante riguardo al proprio stato emotivo, esiste anche un rischio significativo di aprire una discussione o di ricevere commenti che si potrebbe non voler sentire e che potrebbero peggiorare l’umore e lo stato psicologico, anziché essere di supporto.

A questo si aggiunge il consiglio ai genitori di stare attenti ai segnali di tristezza e alla richiesta di “compassione” lanciati dai loro ragazzi, una richiesta di aiuto che dovrebbe fare agire gli adulti di conseguenza.

Avere relazioni forti, sane e significative con i propri ragazzi è la chiave per costruire un sistema familiare solido, basato sulla fiducia e sulla comunicazione aperta.

Sebbene i sistemi familiari siano molteplici e risentano dei luoghi e della cultura in cui si sviluppano, i genitori possono sempre fare cose che possono aiutare a migliorare le dinamiche e creare un ambiente che promuove una sana interrelazione tra i suoi membri.

Gli esperti di genitorialità suggeriscono ai genitori di collaborare con i loro ragazzi adolescenti per creare canali di comunicazione alternativi a quelli dei social e “luoghi” e realtà aggiuntivi con i quali connettersi.

Questi potrebbero essere rappresentanti da amici fidati o altri membri della famiglia come zie, zii, fratelli, ecc., con i quali i propri figli potrebbero sentirsi più a loro agio nel discutere e nel mostrarsi vulnerabili e in difficoltà, esponendo in modo aperto i loro problemi.

Anche se è bello vedere gli adolescenti avere la capacità di mettersi in relazione e connettersi con gli altri online, questo comporta i rischi, in quanto non è mai certo con chi finiranno per comunicare.

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Non c'è un modo certo per sapere quali saranno le motivazioni della risposta dell'altra persona quando gli adolescenti finalmente si metteranno in comunicazione. Esistono molti fatti ed eventi di cronaca che dimostrano come persone che soffrono di propri problemi di salute mentale i quali potrebbero decidere di contrapporsi o di “attaccare”, o addirittura tentare di persuadere un ragazzo a commettere atti di autolesionismo, invece di offrire supporto.

Altri inoltre possono anche far sentire all’autore del post che esistono persone che stanno peggio di lui, che ciò che lo fa star male non è nulla di importante o altre cose del genere che alla fine risulteranno dannose e provocheranno sofferenza ulteriore.

Esistono poi casi in aumento di predatori sessuali che utilizzano piattaforme di social media per trovare adolescenti vulnerabili in modo da poterli attirare lontano da casa e in situazioni non sicure in cui potrebbero cadere vittime di aggressioni sessuali o anche peggio.

È abbastanza semplice per qualcuno che è alla ricerca di attenzione cadere preda delle piacevoli promesse di amicizia e amore che i predatori riversano su di lui.

Le “confessioni” online espongono poi le persone vulnerabili al bullismo e al ricatto emotivo da parte di coetanei e “maniaci”.

Gli psicologici sottolineano che gli adolescenti con una bassa autostima desiderano attirare l'attenzione, non importa da chi provenga, e credono che la persona dall'altra parte dello schermo del computer sia sincera perché la conversazione sta offrendo loro quel rapporto, quel contatto che altrimenti non avrebbero.  

Di conseguenza, il consiglio ai genitori è di impegnarsi in una conversazione quotidiana con i loro figli, in quanto importante non solo per mantenere aperto il contatto e la comunicazione, ma anche per avviare con loro conversazioni difficili.

È fondamentale scambiare esperienze con un figlio, facendogli sapere, in modo appropriato all'età, come anche un adulto combatte e soffre per le proprie emozioni.

Un’abitudine alla conversazione e alla fiducia che dovrebbe diventare, secondo gli esperti, familiare già a partire dall’infanzia.


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