Per molti adolescenti l'immagine del proprio corpo può diventare una vera fonte di sofferenza. In un’età in cui tutto cambia – il corpo, le emozioni, il modo in cui ci si vede e si viene visti – è facile sentirsi inadeguati o non “abbastanza”.
Le pressioni sociali, i modelli irraggiungibili sui social, i commenti (anche involontari) da parte di amici o familiari possono influenzare profondamente come ci si percepisce. Anche quando si è in buona salute o si fa sport, è possibile continuare a sentirsi a disagio con il proprio corpo.
Questo dimostra che l’immagine corporea non è solo una questione fisica, ma anche emotiva e psicologica. E imparare a comprenderla è il primo passo per viverla meglio.
Viviamo in un’epoca in cui risultati nella perdita di peso che un tempo sembravano impossibili stanno diventando sempre più comuni. Grazie a farmaci come Wegovy o Zepbound, cambiamenti fisici che prima erano possibili solo attraverso un intervento chirurgico sono ora alla portata di un numero crescente di persone.
E questo è solo l’inizio: nei prossimi anni arriveranno farmaci ancora più efficaci, spiegano i ricercatori che stanno indagando questi cambiamenti, che verranno combinati con altri trattamenti in grado di mantenere o persino aumentare la massa muscolare e la forza delle ossa, mentre si perde grasso corporeo.
Eppure, nonostante questi incredibili progressi nel campo della salute e del metabolismo, non esiste ancora una “pillola” per migliorare il modo in cui ci si vede.
Se desideri un corpo più sano o in forma, i farmaci, una corretta alimentazione e l’allenamento possono sicuramente aiutare.
Ma se quello che si cerca è anche un rapporto più sereno e positivo con la propria immagine, allora c’è bisogno di qualcosa di più. È qui che entra in gioco il lavoro sull’immagine corporea.
Spesso abbiamo idee sbagliate su cosa sia davvero l’immagine corporea.
Una delle convinzioni più comuni – e più dannose – è che basti raggiungere un certo peso o avere un certo aspetto per sentirsi bene con se stessi. In realtà, l’immagine corporea è profondamente influenzata da fattori psicologici, sociali e culturali.
Basti pensare a persone molto magre o muscolose che soffrono comunque di disturbi alimentari o dismorfia corporea: la loro immagine di sé non migliora solo perché il loro corpo è cambiato.
Un altro mito diffuso è che l’immagine corporea sia qualcosa di fisso, che non si possa cambiare. Ma nessuno nasce odiando il proprio corpo: queste sensazioni si imparano. E, come tutte le convinzioni che impariamo, anche queste possono essere cambiate. Serve consapevolezza, ma anche pratica.
L’immagine corporea, infatti, nasce da quattro fonti: la psicologia (il modo in cui parliamo a noi stessi, le nostre convinzioni profonde), il corpo fisico (come ci sentiamo e ci vediamo), l’ambiente sociale (il giudizio e le reazioni degli altri), e la cultura (gli ideali estetici dominanti).
Sapere che ci sono più fattori in gioco è un grande passo avanti. Perché se ti prendi cura della tua salute, mangi bene, ti alleni, ma ancora non ti senti bene con il tuo corpo, forse la causa non è fisica – ma emotiva, sociale o culturale.
Un esercizio utile per migliorare l’immagine corporea è quello di riflettere sulle convinzioni profonde che abbiamo su di noi.
Spesso non ne siamo nemmeno consapevoli, ma ci guidano ogni giorno. Confrontare le “credenze deboli” (come “valgo solo se ho un certo aspetto”) con alternative più sane e realistiche (come “il mio valore non dipende dal mio corpo”) può essere una svolta.
Scriverle con parole proprie e ripeterle nel tempo può aiutare un giovane in difficoltà con la propria immagine corporea a costruire una visione di sé più equilibrata e amorevole.
Come per ogni abilità, serve tempo e allenamento. Ma è possibile cambiare il modo in cui ti vedi, e iniziare a costruire un rapporto con il tuo corpo fatto di rispetto, cura e anche di affetto.