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Di solito chi si rivolge a un esperto per i problemi di comportamento di un figlio, tende a scaricare sugli amici i suoi cambiamenti e suoi atteggiamenti negativi. Quasi mai, infatti, quegli amici piacciono ai genitori. Quasi mai, per loro, è sua la colpa di quello che combina.

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A quei genitori si potrebbe rispondere che, sì, forse è davvero quello il motivo del suo peggioramento, gli amici. Ma, d’altra parte, se esce con loro, vuol dire che è simile a loro e, probabilmente, i genitori degli altri ragazzi pensano e dicono di lui la stessa cosa.

Un detto popolare dice che chi si somiglia si piglia, e ha una sua verità, soprattutto quando si tratta di adolescenti. I ragazzi ci tengono molto a come appaiono, a come vengono giudicate le loro azioni. Una volta che trovano un modo di vestirsi, un tipo di musica e un gruppo di ragazzi che li accettano, è molto difficile per i genitori fare breccia.

La prima cosa che un genitore deve capire e accettare, è che non può scegliere gli amici del figlio. Se si criticano i suoi amici, lo si vedrà reagire in modo molto forte, perché è evolutivamente spinto a difendere il gruppo dei pari che ha scelto.

Quando i ragazzi entrano nell'adolescenza, adottano un modo di guardare al mondo che privilegia i loro amici, che vengono sentiti come più importanti di chiunque altro. Li si sentirà spesso dire: "Semplicemente non capisci" o "Nessuno mi capisce tranne i miei amici".

Criticando o attaccando i loro amici, si sta rafforzando la relazione tra loro. Non importa come ci si sente riguardo agli amici di un figlio, ma questo tipo di attacco diretto non è efficace. Esistono ragazzi a cui piace il fatto che i genitori non approvino i loro amici. Aggiunge gusto alla relazione.

L’obiettivo come genitori è quello di mantenere un figlio protetto, al sicuro. L'obiettivo di un figlio è quello di stare con le persone che gli piacciono e a cui lui piace. Cosa si può fare per affrontare il problema del “gruppo sbagliato”?


Evitare ripetute critiche agli amici

Criticare ripetutamente gli amici di un figlio o far notare che sono pessimi, non è una strategia con grandi possibilità di successo. Gli adolescenti si trovano in un punto della loro vita in cui difenderanno a spada tratta i loro amici. Risulta quindi molto difficile che dopo che un genitore ha affermato cose come: "I tuoi amici non vanno bene", possa nascere una conversazione con il figlio. L'impulso naturale di un ragazzo sarà quello di proteggere i suoi amici, che si renda conto o meno che sua madre e suo padre hanno ragione.

Criticare gli amici di un figlio è come criticare qualsiasi altro aspetto della sua persona. Reagirà con la stessa forza< e ostilità, anche se quello che gli si dice è vero. E tutto ciò lo farà allontanare ulteriormente dai genitori.


Fare dichiarazioni chiare sui comportamenti

Se non piacciono gli amici del proprio figlio, la cosa più efficace è essere chiari, dicendogli ad esempio: “Non mi piace il modo in cui si comportano. Non mi piace che esci con ragazzi che si mettono nei guai, perché ti metti nei guai con loro".

Non si può certo ripeterlo ogni giorno, ma una volta ogni tanto sì. Basta attenersi ai soli fatti, spiegando cosa non piace del comportamento degli amici. Non li si sta giudicando come persone, solo per il loro comportamento.

Quando si hanno conversazioni del genere con i figli, le osservazioni che vengono fatte devono essere comprensibili. Bisogna parlare di fatti chiari e riconoscibili: «Non mi piace che Giorgio sia stato fermato per aver rubato. Non voglio che accada anche a te”. “Non mi piace che i tuoi amici facciano uso di droghe perché non voglio che tu faccia uso di droghe, perché ti faranno molto male".

Osservazioni semplici e dirette, concentrate sui comportamenti che non piacciono.


Dare una struttura

Fissare regole all’interno di una cornice precisa. Se non piacciono i ragazzi con cui un figlio esce, non lo si fa quanto meno uscire nelle sere che precedono la scuola. Si fissano gli orari, si osserva la sua condizione quando torna a casa. Occorre poi avere un maggiore controllo su dove va e cosa fa. Se dice che andrà alla partita di calcio e poi lo si trova al centro commerciale con quegli amici, è una sua scelta. Ha scelto di andare da un’altra parte e questo deve avere delle conseguenze.

Se si sa che gli amici si stanno comportando in modo che contraddice i propri valori, si dovrebbe come minimo stabilire dei limiti su quanto tempo possa trascorrere con loro o addirittura decidere che non li debba vedere. "Saranno anche tuoi amici, ma non ti lascerò uscire con loro".

Con molti adolescenti, questa sfida diventa un grosso problema. Ci sono ragazzi che escono dalle finestre quando gli viene detto che devono stare a casa. Tuttavia, un genitore deve stabilire le sue regole, impostando le aspettative. Se un figlio non le soddisfa, almeno sa che esistono regole e aspettative, per cominciare, e che ora dovrà affrontare le conseguenze ed essere ritenuto responsabile delle sue azioni.


Uscire il venerdì sera non è un "diritto"

All'improvviso, i ragazzi raggiungono una certa età e pensano di avere il diritto di uscire. Ma non è così. I ragazzi devono comportarsi in modo responsabile per guadagnarsi il diritto di uscire. Lo si deve dichiarare: li si lascerà uscire se si dimostreranno degni di fiducia.

Comportarsi in modo responsabile non include uscire con amici che fanno uso di droghe e bevono. L’uscita del venerdì o del sabato sera non è un diritto ma qualcosa che viene discusso e stabilito ogni settimana.

Un genitore dovrebbe chiedere quali siano i piani del figlio per settimana, e il ragazzo deve prima far approvare i suoi piani e comportarsi in modo responsabile per guadagnarsi la possibilità di uscire.

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Parlare degli amici “pericolosi”

Un ragazzo potrebbe uscire con altri che lo trattano male. Se va con loro, c’è un motivo. Probabilmente ha paura di loro, quindi sta cercando di diventare uno di loro.

Quando i ragazzi hanno paura dei bulli o di altri compagni, una delle opzioni che hanno è di unirsi al gruppo e diventare a loro volta dei bulli. Perché anche se questi ragazzi sono cattivi con loro, stare all’interno del gruppo dà un senso di sicurezza. È come se dicessero: "Ti permetterò di essere cattivo con me e di prendermi in giro, ma non abuserai di me, non mi piccherai o prenderai più i soldi che avevo in tasca".

Se gli amici di un figlio sono cattivi con lui, gli si può chiedere cosa pensi di ottenere lasciando che lo trattino in quel modo, cosa pensi di ricavarne".

Occorre riuscire ad avere una conversazione adulta con lui, facendogli capire che può fare una scelta, che non deve essere una vittima.


Se un figlio frequenta ragazzi che fanno uso di droghe

Le persone simili si attraggono, come detto, soprattutto da ragazzi. Un giovane con problemi di comportamento è spesso attratta da amici che hanno anche loro problemi di comportamento. Se un ragazzo non fa i compiti, bigia la scuola ed è oppositivo e chiacchierone, graviterà verso compagni che non lo riterranno responsabile di quel tipo di comportamento.

Al contrario, il gruppo di pari che ha scelto ricompenserà e rafforzerà quello che sta facendo. Per appartenere al gruppo, deve solo fare quello che fanno gli altri ragazzi. Potrebbe trattarsi di una serie di cose, tra cui furti, atti di vandalismo, uso di droghe o alcol.


Sì, probabilmente sta usando droghe. Un genitore deve dirselo

È un dato di fatto che i ragazzi che fanno uso di droghe frequentano altri ragazzi che fanno uso di droghe. Se gli amici del proprio figlio fanno uso di droghe, occorre essere consapevoli che quasi certamente anche lui fa la stessa cosa pericolosa, anche se dice di non farlo.

Non c'è nessun altro motivo per cui un ragazzo prediliga dei compagni che fanno uso di droghe. Se afferma che sì, loro lo fanno, ma non con lui, in genere sono solo sciocchezze. È solo qualcosa che i ragazzi dicono per mandare fuori strada i genitori e, purtroppo, spesso è una cosa molto lontana dalla verità ma, nonostante questo, ci riescono.


Mantenere una posizione ferma contro la droga

Alcuni genitori dicono ai loro figli  cose del tipo, beh non dovresti fumare erba ma tutti prima o poi la provano. Non bisognerebbe dare a un figlio questa scappatoia. Al contrario, è bene essere molto chiari che, nonostante quello che vede fare agli amici, da lui ci si aspetta che non lo faccia.

Un genitore che giustifica in qualche modo queste esperienze del figlio, crea anche a se stesso una scappatoia dal problema. Un ragazzo non è preparato per prendere decisioni sulle droghe. Le droghe lo fanno sballare, eliminano lo stress, eliminano i sentimenti di panico o crisi.

Una volta che iniziano a usare droghe, è facile per gli adolescenti diventarne dipendenti, perché gli adolescenti si sentono sempre stressati. Le droghe possono diventare un modo pericoloso per loro di ottenere sollievo da tutte le loro paure e ansie. I centri di disintossicazione sono pieni di giovani i cui genitori dicevano: "Stanno solo sperimentando" quando i loro figli hanno iniziato a usare le sostanze.

Esistono importanti sfide di problem-solving che gli adolescenti devono affrontare per prepararsi alla vita da adulti. Inoltre, c'è una conoscenza del mondo che gli adolescenti devono acquisire per fare scelte sane e mantenersi al sicuro. L'uso di droghe e alcol nell'adolescenza inibisce la possibilità di raggiungere questi traguardi. Quindi i genitori non dovrebbero chiudere un occhio o trovare scuse.

Molte volte, i genitori hanno paura di sentirsi impotenti, quindi troveranno la scusa che tutti fanno esperimenti invece di dire semplicemente "no" ai loro figli. Ma è bene ritenere un figlio responsabile, e distinguere in modo chiaro quello che è bene da quello che è un male. Essere molto chiari e prendere una posizione: “Non bere. Niente droghe. "


Quando il comportamento di un ragazzo cambia

Se un figlio inizia a cambiare a causa degli amici con cui esce, bisogna mantenere salda una routine di comportamento strutturata, fissando dei limiti, controllando e gestendo per quanto possibile il suo tempo.

Ci si deve certo aspettare che i ragazzi cambino durante l'adolescenza. Troveranno un gruppo con cui identificarsi, atteggiamenti, interessi nuovi. Un adolescente si ribella all'autorità degli adulti in molti piccoli modi. Magari va a scuola e si comporta in modo abbastanza responsabile, ma se lo si osserva bene si scoprirà che attraverso la musica, i vestiti, una miriade di cose diverse, è in un momento della vita caratterizzato dalla ribellione.

È importante per i genitori capire che la ribellione ha una funzione evolutiva. Gli adolescenti stanno costruendo una individualità indipendente dai genitori. È un processo naturale e necessario. Tuttavia, è spesso una cosa molto difficile da accettare e gestire per i genitori.

In definitiva, i ragazzi commetteranno errori e faranno scelte sbagliate. Il meglio che si possa fare è guidarli, porre limiti, proiettare una visione adulta di ciò che è giusto e sbagliato nel mondo e ritenerli poi responsabili di quello che decideranno e faranno.


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