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Ogni genitore ha avuto uno di quei giorni negativi. Quando si è nervosi e i propri figli iniziano a lamentarsi o ad agitarsi. Contro le proprie intenzioni migliori si alza la voce, il che fa rapidamente precipitare la situazione. Non si voleva che questo fosse il risultato e ora si è arrabbiati con se stessi come genitori e si inizia un dialogo interiore negativo, dicendosi di tutto, accusandosi e rimproverandosi per quello che è successo.

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I pensieri autodenigratori su quanto si sia pessimi come genitori possono sembrare una penitenza appropriata per i propri errori, ma questo tipo di pensiero non influisce solo sulla propria autostima.

Secondo quanto spiegano alcuni terapisti che si occupano di genitorialità, il dialogo interiore basato sulla vergogna e sulla colpa - se lasciato incontrollato - può aumentare i livelli di stress, o addirittura provocare ansia e depressione, nonché innescare una profezia che si autoavvera e che ha un impatto anche sui figli.

Non si può essere il tipo di genitore che si vorrebbe essere se ci si affida a un messaggio negativo su di sé, dicono gli esperti. Il dialogo interiore negativo influisce sul modo in cui genitore agisce perché proietta emozioni negative su di sé e sulla percezione che i figli hanno di lui, il che farà interagire con loro in modo diverso.

Se si sta lottando con pensieri autoironici e negativi sulla propria identità di genitore, è bene smettere e non essere così duri con se stessi.

Di seguito alcuni dei più comuni esempi di discorsi interiori negativi e cosa invece ci si dovrebbe dire.

"I miei figli mi odiano"

Se i propri figli si lamentano costantemente, supporre di non essere proprio il loro genitore prediletto sembra avere senso.

È piuttosto comune che i genitori adottino una prospettiva ristretta e basata sul momento. Ma quando ci si prende il tempo per allargare il proprio punto di considerazione, si sarà in grado di vedere che i figli non sono così ostili, basta considerare le tante volte che poi cercano di avvicinarsi o di riprendere la comunicazione.

Per contrastare quel pensiero negativo in bianco e nero, occorre adottare un punto di visione temporale più realistico. Ad esempio, forse i ragazzi sono davvero arrabbiati, o pensano che il padre o la madre sia il peggior genitore del mondo, ma bisogna assicurarsi di aggiungere “adesso” a qualunque cosa si stia pensando di sé, per ricordare a se stessi che quanto è accaduto è circostanziale.

"Sto facendo un pessimo lavoro"

Quando le risorse per la cura di sé sono limitate, è facile lasciar violare i doveri genitoriali. Si potrebbe anche sentire come se si stesse facendo un pessimo lavoro in generale, quando si è appena urlato ai propri figli. Allora qual è il modo migliore per gestire questi pensieri negativi?

I terapeuti suggeriscono di rendere le affermazioni sul proprio ruolo di genitore più credibili, aggiungendo qualcosa che è "anche" vero. Ad esempio, forse oggi o questa settimana si stanno facendo molti pasticci, ma si sta anche facendo il meglio che si può, e si sta anche imparando a farlo un po’ di più ogni giorno.

"Sto rovinando mio figlio"

Tutti i genitori vogliono tutti che i loro figli diventino adulti felici e ben adattati. Nelle brutte giornate, ci si potrebbe sentire come se si stessero rovinando le loro possibilità. Certo, si potrebbe aver perso la pazienza più del solito, ma probabilmente non si sta rovinando il benessere a lungo termine dei propri figli, specialmente se si tiene loro abbastanza da preoccuparsi di come le proprie azioni li influenzano.

Se si è preoccupati di rovinare un figlio, occorre ricordare a se stessi che non esiste un genitore perfetto, e anche se si hanno tutte le migliori capacità genitoriali del mondo, si è umani – e i propri figli sono più resistenti di quanto non si pensi.

Invece di soffermarsi sulle cose che si sono fatte male, è meglio prendere l'abitudine di rimediare subito dopo aver fallito - scusandosi e parlando di quello che è successo e del motivo per cui era sbagliato - in modo che un figlio sappia che si tiene a lui tanto da far bene la prossima volta.

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"Sono proprio come i miei genitori"

Se non si è esattamente avuta un'infanzia ideale, probabilmente si è determinati a fare i genitori dei propri figli in modo diverso. Nei giorni difficili, però, potrebbe sembrare di essere destinati a diventare proprio come la mamma o il papà che hanno reso difficile la propria infanzia.

Quando ciò accade, il consiglio è quello di utilizzare quell'ansia come carburante per trovare nuovi modi per entrare in contatto con i propri figli in modo sano.

Se la propria madre criticava sempre e ci si ritrova a essere critici nei confronti dei propri figli, bisogna domandarsi cosa si aveva bisogno di sentire da ragazzi. E quindi esprimere ai figli quell’apprezzamento e quei complimenti per le cose che fanno, che si sarebbero voluti ricevere quando si era al loro posto.

"Non sarò mai bravo come genitore come lo è invece…"

È normale che i genitori si confrontino con gli altri. Forse si sente che quell’amico o quella persona di nostra conoscenza avesse tutte le qualità genitoriali insieme e che non si potrà mai essere un genitore così bravo come lui.

In questi casi, è bene dire a se stessi che quello che si è visto non è il quadro completo della genitorialità di una persona. E ricordare la differenza tra ciò che si sente dentro e ciò che si vede all'esterno di qualcun altro. Confrontare la propria esperienza interna con il comportamento esterno di qualcun altro è come confrontare mele e arance.

Se ci si sta confrontando con qualcuno vicino, il consiglio di alcuni terapeuti è quello di parlare del proprio conflitto con quella persona. Potrebbe essere imbarazzante, ma essere autentici riguardo alle proprie difficoltà aiuterà a vedere il quadro completo, ed è probabile che si riceva la rassicurazione e il supporto di cui si ha bisogno.

"Tutto questo non finirà mai"

I genitori, in generale, non si concedono di concentrarsi sui propri bisogni. Ciò può essere ancora più difficile durante questo periodo con la pandemia, quando i normali meccanismi di coping non sono sicuri o disponibili, e i propri figli sono bloccati a casa per un futuro indefinito.

Sebbene sia normale sentirsi intrappolati o sopraffatti dalle circostanze attuali, le affermazioni "sempre" e "mai" non aiuteranno a superarla. Se si ritiene che le cose non cambieranno mai, è bene ricordare a se stessi che tutto è temporaneo e che non si è l'unico genitore che lotta per superare un momento difficile.

E per quanto sia difficile per i propri figli non avere contatto con i loro amici o con la loro scuola in presenza, staranno meglio quando il loro genitore si sentirà bene emotivamente.

La cosa più importante per i ragazzi, in questo momento, è che possano fare molto affidamento sulle loro relazioni in famiglia per superare i momenti difficili.


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