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Esistono situazioni in cui tra un fratello maggiore e una sorella minore, o viceversa, si creano grandi tensioni, al limite della cattiveria. Indifferenza, ostilità, comportamenti spiacevoli. Un comportamento che assomiglia al bullismo.

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Chi si occupa di famiglie a livello psicologico, sottolinea che un trattamento meschino da parte di un fratello maggiore nei confronti di uno minore è una cosa che presenta diversi livelli di comprensione.

Il bullismo tra fratelli può esistere ma spesso viene ignorato come una "normale contesa tra fratelli", ma non è così. Per un genitore può essere straziante vedere le persone che ama di più al mondo comportarsi come se si odiassero.

La sfida educativa è quella di affrontare quello che sembra un differenziale di potere tra un figlio e l’altro, senza peggiorare il problema rispondendo in un modo che faccia sentire al più grande come se ci si stesse schierando.

Una tipica dinamica di pari livello?

Lo sviluppo dell'adolescenza riguarda lo sviluppo dell'identità. Ciò comporta che gli adolescenti si separino progressivamente dalle loro famiglie per capire chi sono. Questo processo spesso comporta una notevole quantità di conflitti, negoziazioni e discussioni su regole e limiti.

Quando si tratta di rapporti tra fratelli nell'adolescenza, la ricerca ha dimostrato che i fratelli adolescenti sono più distanti l'uno dall'altro che negli anni precedenti. Questo è ancora più vero con le coppie di fratelli di sesso opposto.

Quindi, potrebbe essere normale che un ragazzo non sia più così vicino e affettuoso a una sorella come lo era prima. Il modo in cui si comporta, tuttavia, potrebbe essere anormale e qualificarsi come bullismo.

Quando diventa una forma di bullismo?

Spesso trascurato come un “normale conflitto”, il bullismo tra fratelli esiste e richiede attenzione perché non si risolve da solo e può lasciare danni permanenti.

La definizione standard di bullismo tra fratelli include queste caratteristiche: uno squilibrio di potere, comportamenti ripetuti e azioni nocive intenzionali (p. es., insulti, umiliazioni, intimidazioni).

Queste manifestazioni di bullismo non hanno bisogno di essere fisicamente aggressive. Una considerazione chiave per definirlo come bullismo è, ad esempio, che un fratello infligge sistematicamente un comportamento offensivo all'altro, senza riceverne uno analogo per reazione.

Prevenire il bullismo in famiglia

I genitori possono inavvertitamente contribuire al rischio di bullismo tra fratelli.

Ad esempio, quando consentono ai fratelli di scontrarsi quando non hanno le capacità di risoluzione dei problemi o di risoluzione dei conflitti al livello tale da poterlo fare in modo equo. Uno studio ha scoperto che lasciare i fratelli da soli a risolvere le discussioni ha portato solo il 12% delle coppie di fratelli a riuscirci.

Oppure, facendo confronti tra i fratelli, usando etichette come "quello intelligente" o "quello atletico", espressioni che possono generare paragoni malsani e gelosia. E, ovviamente, mostrare favore per uno rispetto all'altro.

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Avviare una mediazione

Condurre efficacemente una mediazione dei conflitti tra fratelli invece di lasciarli fare da soli, significa anzitutto stabilire regole di base che fermino lo scontro quando si manifesta.

Quindi, dare a ogni ragazzo la possibilità di descrivere cosa è successo, al fine di identificare un terreno comune tra i due e dove si manifesta il disaccordo.

Un genitore deve incoraggiare a discutere e condividere i sentimenti dei figli, per promuovere l'empatia e l'assunzione della prospettiva dell’altro.

La risposta genitoriale più comune di fronte a scenari simili è indicare a un figlio come dovrebbe comportarsi ("devi essere più gentile con tua sorella").

Questo spesso tiene le situazioni bloccate perché non arriva alle radici del comportamento e, come si sa, i ragazzi di ogni età non sono facilmente persuasi dal "dovresti" o dal "devi".

La discussione deve essere affrontata con apertura e curiosità, piuttosto che sotto una direzione, che suonerebbe come un giudizio.

Se un genitore evita di dire cosa fare ai due figli in conflitto, dandosi l’obiettivo di capire quello che è accaduto e quale sia la loro relazione, potrebbe venire a conoscere informazioni sorprendenti che non avrebbe mai saputo altrimenti. Potrà quindi affrontare il problema in modo più efficace.

Un ragazzo che si sente più compreso, si sente anche più sicuro nell'esplorare le proprie ragioni per agire in un certo modo e sarà più disposto a cambiare il suo comportamento.

Un'altra possibilità è che gli stia succedendo qualcosa con cui sua sorella o suo fratello minori, non hanno nulla a che fare. Potrebbero essere solo un facile bersaglio della sua rabbia.

Guardare un figlio maggiore trattare la sorella minore in modo poco comprensibile fa emergere il protettore che ogni genitore ha in sé, ma rischia anche di metterli ulteriormente uno contro l’altra, se il maggiore sente che la sorella viene trattata in modo più favorevole.

Acquisire una migliore comprensione delle cause del suo comportamento non equivale a sanzionare il comportamento. Occorre usare il potere della propria relazione con lui per aiutarlo a cambiare. Non sarà certo un'interazione unica, ma occorreranno di sicuro una serie di discussioni, mentre il ragazzo prende coscienza di sé e del proprio comportamento, in un modo che lo aiuta a ritrovare la gentilezza e la vicinanza che aveva con i fratelli quando era più piccolo.