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L’allontanamento emotivo, azioni e comportamenti non più sopportabili, una progressiva incompatibilità personale, sono in genere i motivi che producono la fine di una relazione e il precipitare in una condizione di antipatia e malumore permanente, portando in ultimo alla decisione di separarsi e al divorzio.

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Se ci sono figli, la questione ovviamente è molto più complessa. Il divorzio rompe il contratto matrimoniale ma la relazione genitoriale e educativa continua. Per il bene dei figli occorre sapere stabilire una cura e responsabilità condivise, gli ex partner di conseguenza restano infatti ancora legati alla famiglia.

Il divorzio in questa situazione è molto impegnativo per gli adulti, per diversi motivi.

Gli ex partner hanno una relazione complicata da gestire perché ciascuna delle parti si trova a dover fare, allo stesso tempo, due cose apparentemente contraddittorie: concludere la loro unione matrimoniale mantenendo la responsabilità della cogenitorialità.

Questo cambiamento richiede la riconciliazione dei passati contrasti e differenze di vedute. Un’accettazione emotiva di qualunque cosa sia accaduta e che li ha separati. Una sorta di nuova unione, come la definiscono gli esperti di genitorialità, come co-genitori, impegnati congiuntamente per il bene dei figli.

Si vivono ora vite separate ma entrambi i genitori devono lavorare insieme per i figli.

Inoltre, ora c'è una maggiore libertà di cambiamento personale che complica la comunicazione. Le differenze che distinguono gli ex coniugi diventano più pronunciate man mano che le vite si separano, si produce una crescente distanza e diversità tra di loro. Se uno dei due, poi, entra in una nuova relazione affettiva, nel loro rapporto si introducono cambiamenti sostanziali. Sono meno informati, sono più all’oscuro l'uno dell'altro rispetto a prima.

Adesso la comunicazione deve essere più attenta, occorre sensibilità e consapevolezza quando ci si parla.

Su entrambi i fronti, la relazione diventa più complicata da gestire.

Il divorzio può influenzare in modo diverso adolescenti e bambini

Sebbene entrambi possono provare dolore e risentimento per il divorzio dei genitori, questo può avere un impatto leggermente diverso su bambini e adolescenti.

A volte il divorzio può indurre un bambino più dipendente, spiegano gli esperi (fino a circa otto anni), ancora nell'età dell'attaccamento e dell’identificazione con i genitori, ad aggrapparsi a loro per bisogno di sicurezza, per contenere il sentimento di perdita.

Al contrario, può indurre un adolescente dalla mentalità più indipendente (indicativamente tra i dieci e tredici anni), che si sta allontanando dall'infanzia e dai genitori, a fare pressioni per ottenere un’indipendenza ancora maggiore.

Il divorzio disillude l'adolescenza

Come risposta al divorzio dei genitori, avviene spesso un'accelerazione dell'indipendenza adolescenziale, perché la separazione può essere vissuta come una promessa non mantenuta, una delusione, in riferimento al fatto che un matrimonio può finire e la famiglia essere divisa, che l'amore non dura per sempre e che quanto sta accadendo indica che la felicità dei genitori viene prima di tutto.

Sotto tutti questi punti di vista, il divorzio può diventare una perdita che dolorosamente autorizza gli adolescenti a una mentalità più indipendente. Una nuova determinazione all’autonomia soppianta la vecchia dipendenza dall’autorità dei genitori, che non sono riusciti a tenere insieme il matrimonio e la famiglia.

In una certa misura, il divorzio può “liberare” e rendere più spregiudicati gli adolescenti poiché viola vecchi presupposti e “scredita” i genitori agli occhi dei giovani. I genitori si sono separano e, per reazione, i ragazzi iniziano a fare meno affidamento su di loro e più su se stessi.

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Il divorzio accelera l'adolescenza

Il divorzio potrebbe anticipare i problemi comuni della fase di crescita e far sì che vengano espressi in modo più assertivo.

Nella prima adolescenza (9-13 anni), fase di separazione dall'infanzia, può esserci un contrasto più deliberato con i comportamenti e le attese del periodo infantile, un rifiuto di essere ancora considerati “piccoli” per certe cose.

Nella metà dell'adolescenza (13-15 anni), mentre i ragazzi si costruiscono “una famiglia” esterna di coetanei, i legami sociali possono diventare ancora più avvincenti e trascinanti, a scapito dei legami con i genitori.

Nella tarda adolescenza (15-18 anni), quando sperimenta un comportamento da “grandi”, può esserci un maggior interesse per comportamenti più da adulti, che comportano assunzione di rischi.

Nella fase di raggiungimento dell’indipendenza (18-23 anni), si può verificare un’anticipazione nell’assunzione di responsabilità funzionali, con l’intento di arrivare a gestire in modo autonomo la propria vita.

In ogni fase dell’adolescenza, il divorzio dei genitori può accelerare la crescita adolescenziale: il giovane agisce, per proprio conto, in modo più assertivo.

Essere co-genitori per il bene dei figli

Gli psicologi che si occupano di terapia familiare cercano di aiutare gli ex coniugi a impegnarsi in una relazione positiva nelle responsabilità della loro genitorialità, lavorando insieme per il bene dei loro ragazzi.

Questo è particolarmente importante quando un’accelerata indipendenza adolescenziale porta l'adolescente e i genitori a dividersi sempre di più, e rimanere in contatto diventa più difficile. In questa situazione, una efficace collaborazione con un ex partner può significare molto.

Questa si basa anzitutto sull’affidabilità, mantenendo gli accordi presi riguardo ai figli, sulla responsabilità di assolvere gli obblighi di sostentamento, sulla riconoscenza per quanto di buono si vede fare all’ex coniuge.

E poi sul rispetto, parlando sempre positivamente dell’ex coniuge ai figli, rivolgendosi direttamente e a lui in caso di disaccordi o preoccupazioni. Sulla flessibilità di fronte cambiamenti e impegni inaspettati. Sulla tolleranza, accettando differenze crescenti nello stile di vita dell’altro.

Sul sostegno nel mantenere una certa linea disciplinare, sul coinvolgimento nel risolvere insieme i problemi dei figli e sulla disponibilità ad affrontare eventuali emergenze dei bambini. Sulla ragionevolezza, parlando delle inevitabili differenze con l’ex in modo costruttivo.

Quando gli ex partner riescono a "risposarsi" come co-genitori, sottolineano gli esperti, impegnandosi come sopra descritto, possono continuare a fornire reciproco supporto e guida da adulti, del quale il giovane ora più indipendente ha ancora bisogno man mano che il processo di crescita procede.


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