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Quando un giovane lascia la famiglia può ritrovarsi a dover gestire una sofferenza interiore fatta di problemi legati all’ansia, bassa autostima e rabbia accumulata. Possono essere il segnale di essere stati cresciuti da genitori manipolatori e, se è così, è fondamentale comprenderlo e saperne identificare le conseguenze a lungo termine.

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Spesso si trascura l’impatto di essere cresciuti da genitori manipolatori, sottolineano gli psicologi. Si tende a ritenere che, una volta raggiunta l'età adulta e l’autonomia, tutte quelle dinamiche vissute all'interno della famiglia scompariranno, si dissolvano e perdano automaticamente rilevanza. Ma non è così. In effetti, le conseguenze del controllo psicologico prevalgono e possono alterare molti strati della personalità e dell’identità.

Inoltre, l’autonomia di un giovane risulta limitata quando è cresciuto sotto l’influenza di genitori dominanti. Quasi senza che se ne renda conto, le sue decisioni, i progetti per il futuro e perfino le sue relazioni sono governate da un vissuto disfunzionale.

Saper riconoscere di essere stati cresciuti da genitori manipolatori

La genitorialità deve basarsi sull’affetto e sulla protezione, ma anche sulla capacità di far crescere e donare al mondo persone indipendenti, felici e mature. I genitori manipolatori non educano alla felicità ma alla coercizione e alla repressione. Uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology afferma che i genitori controllanti rispondono a questo modello di comportamento.

La genitorialità controllante descrive genitori iperprotettivi che dominano grazie a una supervisione assoluta della vita dei loro figli. Non ci sono dati conclusivi sulla correlazione tra questo stile educativo e l’ansia e la depressione dei ragazzi; tuttavia, la comunità scientifica crede che i suoi effetti sulla salute mentale siano significativi a lungo termine.

Uno studio condotto dalla Liverpool John Moores University (Regno Unito) afferma che la manipolazione è comune anche tra i genitori narcisisti. Le conseguenze di queste dinamiche hanno un impatto duraturo sui figli che prosegue nell’età adulta. Possono influenzare anche la sfera relazionale ed emotiva, compromettendo la capacità di creare legami sani.

Ma quali sono i segni evidenti dell’essere cresciuti da genitori manipolatori?

Anzitutto, secondo gli esperti, l’aver difficoltà a prendere decisioni. Se si è cresciuti in un ambiente familiare dove gli altri hanno deciso per lui, per un giovane sarà difficile trovare la sua autonomia. Diventare adulti significa imparare a prendere le proprie decisioni; essere stati manipolati e controllati per diversi anni riempie la mente di insicurezze.

Di conseguenza, un giovane tende esita a prendere le redini della propria vita e ha paura del cambiamento. Paura di fare il primo passo, di portare a termine progetti e avviarne di nuovi. La paura instillata dai genitori rende insicuri.

Crescere in una famiglia manipolatrice rende più difficile trovare l’amore e costruire relazioni felici e durature.

Esiste poi, come aspetto della manipolazione, la tendenza a fare paragoni con altri. I genitori disfunzionali utilizzano spesso tecniche di confronto. Se questo è il caso, nell’infanzia e adolescenza i genitori avranno spesso fatto paragoni con altri bambini e ragazzi, dicendo a un figlio che non era abbastanza intelligente o intraprendente. Non sorprende che questo tipo di situazione abbia delle conseguenze.

Un giovane, anche da adulto, si ritrova automaticamente a paragonarsi con gli altri, ripetendo le dinamiche della sua famiglia. Ciò diminuisce o addirittura distrugge la sua autostima.

Un altro dei segni che si è stati cresciuti da genitori narcisisti risiede nella qualità delle proprie relazioni affettive-sessuali. Probabilmente si trova difficile stabilire legami duraturi e felici. L'amore risulta sempre intricato e doloroso. Il fatto di avere genitori che hanno fatto credere che l’affetto abbia delle condizioni ha lasciato il segnato.

I genitori manipolatori usano spesso frasi come: “Se non fai quello che ti chiedo smetterò di amarti” oppure “Se solo fossi diverso, ti amerei molto di più”, spiegano gli psicologi. Queste verbalizzazioni hanno costruito nei figli in un’immagine completamente sbagliata di come dovrebbero essere le relazioni.

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Uno studio condotto dalla Royal Holloway University di Londra afferma che crescere in una famiglia disfunzionale fa sì che un bambino pensi che sia estremamente difficile trovare la felicità nell'amore.

Si tende poi ad aver bisogno di una convalida esterna. Una delle conseguenze dell'essere cresciuti da genitori manipolatori è infatti la necessità di rinforzi esterni. Non importa che ora si sia maggiorenni e non si viva più in famiglia. Spesso si ha bisogno della convalida degli altri per sentirsi apprezzati, confermare che si stanno facendo le cose giuste e sviluppare un'immagine positiva di se stessi.

Questa tendenza spesso esaurisce gli altri con cui si è in relazione ma chi la vive non riesce a limitarla, poiché fornisce quanto necessario per rafforzare la su autostima e il concetto di sé.

Uno degli effetti di crescere in una famiglia manipolatrice è che, da adulti, si assumono inavvertitamente con gli altri le stesse dinamiche vissute in famiglia.

I modelli comportamentali dei genitori manipolatori sono solitamente inconsciamente interiorizzati dai loro figli. Ad esempio, avendo avuto genitori narcisisti, c'è il rischio di ereditare questa caratteristica.

Un articolo pubblicato sulla rivista PLoS One afferma che questa condizione psicologica è genetica e che esiste il rischio di ereditare la “grandiosità” intrapersonale e il senso di aver diritto caratteristici del narcisismo.

Ciò significa che, in età adulta, si potrebbero ripetere le stesse dinamiche adottate dai propri genitori. Essere consapevoli di questo è fondamentale, sottolineano gli esperti. Cresciuti da genitori manipolatori, si sarà probabilmente emotivamente repressi. Questo perché si è diventati grandi credendo che i propri bisogni e sentimenti non fossero importanti, li si è messi da parte e ora non si sa come esprimere le proprie emozioni e si deve affrontare molta sofferenza interiore.

Se si sono avuti genitori che hanno controllato, manipolato e invalidato, si potrebbe portare anche da adulti le cicatrici di un trauma psicologico. In effetti, niente è più dannoso per lo sviluppo di un bambino che crescere in un ambiente in cui l’amore è condizionato e dove i bisogni e le opportunità di sviluppare autonomia e un’identità sana vengono violati.

Una volta raggiunta l'età adulta, si possono avere seri problemi nella regolazione delle emozioni e ci si ritrova intrappolati da sentimenti di stress e ansia.

Si può guarire da queste ferite? Sì, affermano i terapeuti, ma è un processo che richiede tempo e implica prendere decisioni. Innanzitutto, occorre decidere che tipo di legame si vuole mantenere, da adulti, con i propri genitori. Forse si vorranno prendere le distanze.

Articoli scientifici sul tema affermano che, in un certo senso, tutti utilizzano tecniche manipolative. Ma alcuni lo fanno in modo dannoso, impiegando tattiche estremamente sofisticate.

Se si è cresciuti vivendo dinamiche familiari manipolative, si potrebbero mostrare tratti di personalità nevrotici. È propria responsabilità guarire il segno di queste esperienze e raggiungere benessere e realizzazione di sé.

In particolare occorre migliorare la propria assertività e lavorare sull’autostima. Allenare l'intelligenza emotiva, praticare l’autocompassione e la cura di sé, trovando sostegno nella propria cerchia sociale.

E poi, imparare tecniche che aiutino a risolvere problemi e prendere decisioni. Stabilire dei limiti sani con i propri genitori, decidendo se continuare a vederli e in quali circostanze.

Dare spazio alle proprie emozioni e valorizzale. La rabbia, la tristezza, la vergogna e l'angoscia che si prova a causa di quello che si è vissuto, senza esitare a chiedere l’aiuto di un terapeuta se si è consapevoli che la ferita della manipolazione non si rimargina da sola.


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