Il sovrappeso, l’obesità e una cattiva alimentazione sono una condizione di malessere che riguarda oggi più del 20% degli adolescenti italiani. L’obesità impatta anche sulla condizione fisica del cervello. Nuovi studi mostrano che i cambiamenti cerebrali possono persistere anche dopo la perdita di peso.
I ricercatori che indagano la questione hanno infatti scoperto che consumare regolarmente cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri e grassi, non cambia solo il corpo, ma modifica anche il cervello.
La dottoressa Dana Small, alla McGill University, ha condotto ricerche pionieristiche negli ultimi dieci anni sugli effetti degli stili alimentari di oggi sul cervello. In uno studio del 2023, lei e i suoi colleghi hanno dimostrato che il consumo abituale di cibi ricchi di grassi e zuccheri modifica il sistema di ricompensa del cervello, portando i giovani a ignorare cibi sani a basso contenuto di grassi.
La professoressa Ashley Gearhardt (University of Michigan) ha scoperto che le combinazioni di dolcificanti artificiali con zuccheri e grassi sono iper-appetibili, portando a comportamenti alimentari forzati, simili a quelli da dipendenza.
Altri ricercatori hanno mostrato hanno mostrato come l’obesità sia legata a cambiamenti nella corteccia somatosensoriale, la parte del cervello che elabora le sensazioni corporee.
Il cervello degli adolescenti cambia con l’eccesso di cibo
La scienza ha stabilito che l’eccesso alimentare cambia il cervello, e che questi cambiamenti non si annullano facilmente.
Anche dopo la chirurgia bariatrica per la perdita di peso, solo una parte dei cambiamenti cerebrali si inverte. Questo significa che il desiderio inconscio di cibi ultra-processati rimane anche dopo la perdita di peso, e può compromettere il recupero.
Il dott. Wang e la dott.ssa Nora Volkow del National Institute on Drug Abuse (NIDA) hanno condotto studi che mostrano come il cervello degli individui obesi presenti cambiamenti strutturali e funzionali.
La zona somatosensoriale legata a bocca e labbra mostra “una maggiore attivazione e crescita strutturale” portando il cervello a dedicare più attenzione ai segnali orali, amplificando il piacere del cibo. In pratica, il cervello degli adolescenti obesi si “riorganizza” per dare priorità al cibo.
Il professor Peter Thanos (University at Buffalo), lavorando con Wang e Volkow, ha mostrato che l’obesità nei giovani è legata a “una carenza di recettori D2 della dopamina” rendendo il cervello più reattivo ai cibi grassi.
I ricercatori fanno analogie con la tossicodipendenza per descrivere questo "sequestro" dei circuiti cerebrali che privilegia i comportamenti alimentari rispetto ad altri stimoli. I cambiamenti strutturali della corteccia cerebrale non sono facilmente reversibili, soprattutto negli individui obesi per periodi prolungati, il che indica un'impronta neurocomportamentale persistente.
Quindi, anche dopo la perdita di peso, il cervello della persona continua a desiderare cibo come se fosse ancora obesa. Hanno spiegato che i membri di Weight Watchers spesso fallivano nel proposito di restare magri, nonostante un'elevata motivazione . Uno studio su 700 "membri a vita" che avevano raggiunto il peso forma e lo avevano mantenuto per almeno sei settimane, mostrava che la maggior parte aveva ripreso i chili persi nei cinque anni successivi. Mangiavano perché il loro cervello li convinceva di avere fame.
Obesità adolescenziale e impatti cognitivi
Ricerche recenti della dott.ssa Huiling Zhou e colleghi mostrano che l’obesità modifica progressivamente la struttura cerebrale.
In uno studio su adolescenti e giovani adulti, i ricercatori hanno rilevato una riduzione della materia grigia in più regioni, tra cui la corteccia prefrontale e l’ippocampo, che sono coinvolti nel controllo, nella memoria e nel giudizio.
Un altro studio, condotto su migliaia di adolescenti negli Stati Uniti, evidenzia come “l’obesità possa compromettere l’apprendimento, la memoria e la regolazione emotiva” e questo, secondo affermazioni recenti degli autori, è £allarmante, perché l’adolescenza è un periodo fondamentale per lo sviluppo del cervello.”
Analizzando i dati di 3.320 giovani, hanno riscontrato che i ragazzi con obesità addominale presentavano volumi maggiori nell’amigdala e nell’ippocampo. L’amigdala, che regola emozioni come paura, rabbia e ansia, era significativamente più grande nei ragazzi con alti livelli di grasso addominale.
“I nostri risultati suggeriscono che l’obesità può danneggiare apprendimento, memoria e controllo emotivo fin dai 13 o 14 anni. È preoccupante pensare a come questi cambiamenti influenzeranno il loro futuro.”
I cambiamenti cerebrali si possono invertire dopo la perdita di peso?
Alcuni miglioramenti si osservano dopo interventi come la chirurgia bariatrica o cambiamenti importanti di stile di vita, ma molti cambiamenti nel cervello persistono, soprattutto nei giovani che sono stati obesi per molto tempo o che hanno sperimentato il cosiddetto “yo-yo dieting”.
In sintesi
Negli adolescenti e nei giovani adulti, l’obesità è legata a una maggiore attivazione cerebrale ai segnali alimentari e a “cambiamenti strutturali in aree che regolano piacere, autocontrollo e memoria”.
Una dieta occidentale ad alto contenuto di grassi e zuccheri riorganizza il cervello per favorire l’iperfagia, lasciando i giovani alla ricerca continua di cibo “gratificante”, anche senza reale bisogno nutrizionale.
Il recupero è possibile, ma lento e parziale, soprattutto se il cervello ha già subito alterazioni significative.
Le nuove terapie farmacologiche offrono speranza, perché sembrano modificare davvero le preferenze alimentari, almeno mentre vengono assunte.
Ma il vero obiettivo, concludono i ricercatori, deve essere la prevenzione e l’intervento precoce, durante l’adolescenza, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo.