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Asia ha quattro anni. È una bimba dall’aria vispa e furba, addolcita da quel caschetto di capelli biondi che le cadono sui grandi occhi marroni.

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Asia è la terza figlia di Pietro e Claudia e anche lei, come accaduto in precedenza per i fratelli maggiori Davide e Alessia, sta per essere allontanata dai suoi genitori che faticano a prendersi cura di lei, mal tollerano le sue strazianti e costanti richieste di attenzione ed affetto e si innervosiscono dinanzi alle sue fatiche nell’esprimersi dovute ad un importante ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Allontanare un bambino dai propri genitori, dalla propria casa, dalle proprie abitudini, non è mai facile. È una scelta che cambierà irrimediabilmente la sua vita e quella della sua famiglia ma, in realtà, anche quella dell’operatore che compirà quel gesto così paradossalmente innaturale ma necessario e, addirittura, giusto.

Come è possibile capire quando la scelta di allontanare un bambino dalla sua famiglia, dal luogo in cui naturalmente è nato, è giusta? Ma soprattutto, per chi è e deve essere giusta questa scelta?

Scegliere è difficile, è un processo complesso che, per sua natura, richiede di abbracciare una via a discapito di un’altra. Etimologicamente, non a caso, il vocabolo scegliere rappresenta quel processo finalizzato a “individuare tra più cose quella che, in base a un confronto fondato su valutazioni oggettive o soggettive, appaia più rispondente allo scopo o più adatta alle circostanze”.

Se compiere per se stessi una scelta è faticoso, lo è ancora di più quando la scelta viene svolta per conto di altri o, ancora e soprattutto, quando la scelta comporta ripercussioni importati e significative sulla vita altrui. In questo senso, lavorare come Assistente Sociale in un Servizio Tutela Minori, impiego già faticoso per mille motivi come la scarsità di risorse a disposizione a fronte di un carico di lavoro costantemente crescente e costituito da situazioni sempre più complesse e faticose, diviene ancor più gravoso nel momento in cui ci si scontra con il dovere, per necessità e responsabilità, di effettuare delle scelte. Scelte che avranno inevitabilmente importanti ripercussioni sulle vite altrui come, appunto, quella di proporre ed agire l’allontanamento di un bambino dalla sua famiglia, anche se ciò rappresenta per lui una forma di protezione o meglio, l’unica forma di protezione possibile in quel momento.

[continua]

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Autrice

Lucia Angela Mazza
Di Brescia. Assistente Sociale Specialista nel Servizio Tutela Minori di Orzinuovi (BS), Docente a contratto di Guida al Tirocinio presso il CDL in Servizio Sociale, Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

 

Elaborato finale del Master
Il trattamento multiprofessionale di bambini e adolescenti vittime di violenza
I Edizione  Gennaio 2017- Dicembre 2018
www.master-tutela-minori.it


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