Un recente studio condotto in Vietnam offre importanti spunti su come l’indirizzo della cultura sociale e relazionale di un paese possa positivamente le risposte aggressive degli adolescenti alle esperienze avverse dell'infanzia. Queste esperienze negative includono negligenza e abbandono infantile, esposizione a violenza domestica e altri vissuti di abuso, che hanno poi conseguenze sui comportamenti dei giovani.
Lo studio si è concentrato sulle dimensioni culturali centrali del collettivismo, che prevede la definizione di sé in funzione del gruppo di cui si fa parte, in particolare la propria famiglia, e dell'individualismo, che comporta la definizione di sé in funzione delle proprie caratteristiche e tratti individuali, e la forte valorizzazione della propria indipendenza.
Nel complesso, lo studio ha rilevato che il collettivismo era associato a una riduzione degli effetti delle esperienze avverse dell'infanzia sul comportamento aggressivo degli adolescenti, mentre l'individualismo era associato a un aumento di questo effetti.
Guidato da Bahr Weiss, professore di ricerca in psicologia e sviluppo umano presso il Vanderbilt Peabody College of Education and Human Development, lo studio è il primo a valutare gli effetti moderatori di due sottodimensioni critiche del collettivismo e dell'individualismo sulle relazioni tra esperienze avverse dell'infanzia e funzionamento e comportamento dei giovani.
La sottodimensione “verticale”, che si riferisce alla convinzione e all'accettazione della realtà e della necessità delle gerarchie di potere all'interno della propria cultura.
La sottodimensione “orizzontale”, che si riferisce alla convinzione e all'enfasi posta sull'uguaglianza tra le persone all'interno di una società.
Il Vietnam ha tradizionalmente avuto alti livelli di collettivismo, ma i livelli di individualismo sono aumentati con la globalizzazione. Il Vietnam presenta anche alti livelli ancora persistenti della sottodimensione verticale, riferita a gerarchi e accettazione.
Lo studio ha esplorato le potenziali implicazioni di questo cambiamento culturale all'interno di un campione di 644 studenti delle scuole superiori vietnamite e ha scoperto che gli adolescenti che avevano subito abusi o negligenza e abbandono durante l'infanzia, o che erano stati esposti a violenza di gruppo o tra coetanei, erano più propensi a mettere in atto comportamenti aggressivi proattivi e reattivi, come aggressioni fisiche e verbali verso i coetanei.
Ma, cosa ancora più importante, i risultati hanno indicato che il collettivismo, in particolare quello verticale, ha ridotto gli effetti di queste esperienze avverse dell'infanzia sul comportamento aggressivo.
I risultati suggeriscono, ad esempio, che in una cultura con alti livelli di collettivismo verticale come quella vietnamita, un adolescente che ha sperimentato esperienze avverse dell’infanzia e che, di conseguenza, si sente aggressivo nei confronti degli altri potrebbe frenare i propri impulsi aggressivi perché preoccupato che il suo comportamento aggressivo possa mettere in difficoltà e in imbarazzo i genitori e la famiglia all'interno di una società molto gerarchica.
Di conseguenza, l'adolescente potrebbe essere più propenso a modificare la propria reazione per preservare l'onore familiare.
"I risultati dello studio evidenziano l'importanza delle sottodimensioni orizzontale-verticale, in quanto potrebbero fornire modelli teorici esplicativi e di intervento più precisi" ha affermato il dottor Weiss.
"Ad esempio, la preoccupazione per le reazioni della gerarchia di potere (collettivismo verticale) alla propria aggressività rispetto alla preoccupazione per il danno arrecato ai propri gruppi (collettivismo orizzontale) dalla propria aggressività ha implicazioni diverse per la prevenzione e il trattamento, che possono essere utili per massimizzare l'efficacia degli interventi."
Sebbene gli Stati Uniti siano un paese fortemente individualista, Weiss afferma che circa il 70% della popolazione mondiale vive in paesi, come il Vietnam, che sono prevalentemente “collettivisti”; inoltre, una parte significativa della popolazione statunitense è composta da immigrati provenienti da culture più collettiviste.
Pertanto, i risultati dello studio potrebbero essere utili ai terapeuti di tutto il mondo, compresi quelli italiani, per valutare come sviluppare al meglio trattamenti culturalmente sensibili per il comportamento aggressivo degli adolescenti.
Ad esempio, un ragazzo in un contesto culturale collettivista, che sia in Asia o in un sottogruppo degli Stati Uniti, potrebbe scoprire che essere informato della vergogna che la sua famiglia proverà a causa delle sue azioni è più efficace per ridurre il suo comportamento aggressivo.
Al contrario, un ragazzo in una cultura individualista potrebbe scoprire che essere informato di potenziali punizioni a scuola o per legge è più efficace.