Come ribadiscono l’UNHCR e Amnesty International, nel mondo ci sono 60 milioni di profughi, di questi solo 19,5 milioni lasciano il proprio paese e l’86% di questi ultimi è ospite presso le regioni più povere del pianeta. L’impatto più significativo di questa crisi non si fa sentire in Europa, ma in paesi come il Libano, con un milione di rifugiati, la Turchia, il Pakistan e l’Iran. In Europa vediamo profilarsi iniziative di chiusura molto lontane da quel sogno di Europa dei popoli, da quel sogno di Robert Schuman di Continente in grado di essere solidale con il resto del mondo. E siamo coscienti che paradossalmente i nostri Paesi sono corresponsabili di molte delle situazioni che spingono le persone a lasciare le loro case, siano queste rifugiati o migranti economici.
Noi rifiutiamo la costruzione di barriere come risposta al fenomeno migratorio. Siamo contrari ad una politica di chiusura che porta ad “un’anestetizzazione delle coscienze” e a una mancata assunzione delle nostre responsabilità e dei nostri doveri di solidarietà e accoglienza.
Per questo noi chiediamo ai nostri rappresentanti politici:
– la creazione di corridoi umanitari per evitare i cosiddetti “viaggi della morte”, organizzati spesso dalla criminalità organizzata, in modo tale da gestire gli arrivi in sicurezza e secondo una politica europea di resettlement;
– che venga rivisto il trattato di Dublino secondo il principio di solidarietà e la libera manifestazione di volontà delle persone;
– che venga istituito un sistema di riconoscimento reciproco delle decisioni positive in materia di protezione internazionale;
– che venga creato un sistema di inte(g)razione europeo.
Allo stesso tempo noi ci impegniamo a metterci in gioco personalmente. Ci impegniamo ad essere i primi ad accogliere. Ci impegniamo a “promuovere seriamente le economie dei Paesi di provenienza dei migranti, anziché soffocarle”. Ci impegniamo a “ripensare e cambiare il nostro stile di vita che, per molti aspetti, non è compatibile con il benessere di tutta l’umanità”.
La proposta del Governo di riforma della Giustizia, contenuta nel ddl A.C. n 2953, ha appena concluso il suo iter alla Camera e sta passando al Senato. CIAI, insieme a moltissime altre organizzazioni, è molto preoccupato di questa riforma nella parte in cui prevede lasoppressione del Tribunale per Minorennie dell’ufficio del Pubblico Ministero presso il Tribunale per i Minorenni – art.1 lett. b) punto 2) del comma 1°.
Nella proposta originaria d’iniziativa del Ministro Orlando, le competenze del TM dovevano passare ad un costituendo Tribunale per la Famiglia e i Minorenni – come sarebbe stato preferibile – mentre nelle ultime modifiche passate alla Camera tali competenze passano a non meglio specificate Sezioni Specializzate del Tribunale Ordinario.
La proposta attuale è destinata a ridurre drasticamente le competenze specialistiche della Magistratura, sia Giudicante che Inquirente, che si occupano di bambini e adolescenti con effetti che prevediamo essere del tutto negativi!
Moltissime sono ormai le organizzazioni che si occupano di tutela dell’Infanzia ad aver preso una posizione di assoluto contrasto verso l’ipotesi della soppressione dei Tribunali per i Minorenni e che si sono unite nella denuncia degli “operatori del settore”: Magistrati, Magistrati Minorili, Avvocati minorili, ordine degli assistenti sociali, ordine degli psicologi.
Già a marzo CIAI ha manifestato il suo contrasto a questa proposta sottoscrivendo ed appoggiando l’iniziativa portata avanti insieme con altre organizzazioni del Gruppo CRC – incaricato di verificare il rispetto in Italia della Convenzione ONU sui diritti dei minori – attraverso un comunicato (CLICCA QUI per leggerlo)
Ci rivolgiamo oggi alla Commissione Giustizia del Senato per manifestare la contrarietà alla chiusura dei Tribunale per i Minorenni che rappresentano un’eccellenza del nostro Ordinamento di tutela dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza tanto da aver spinto l’Unione Europea a raccomandare a tutti gli Stati membri a imitarla …proprio mentre nel nostro Paese rischia di scomparire.
Nel sostenere questa azione di contrasto all ipotesi di soprressione dei Tribunali per i Minorenni, CIAI si affianca alle maggiori organizzazioni di settore che già hanno espresso la loro denuncia:
La dichiarazione di Cristina Maggia, Procuratore Minorile di Genova, al seminario organizzato da Libera Genova: Quale riforma vogliamo per la giustizia minorile.
Il materiale (in formato digitale) dell'evento "Migrazioni: un'occasione per i popoli di tutti i tempi", avvenuto il 15 marzo 2016, presso la cornice del Teatro Nuovo a Torino.
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime la propria delusione e preoccupazione per gli esiti dell’ultimo bando Sprar (Sistema per richiedenti asilo e rifugiati), per il quale – a fronte di una disponibilità di 10mila posti – sono stati presentati dai Comuni progetti per soli 5mila posti.
“Nel momento in cui il governo investe risorse in nuovi posti chiedendo alle amministrazioni comunali un cofinanziamento davvero basso, il 5%,” dichiara don Armando Zappolini, presidente del CNCA, “ci attendevamo dai Comuni una risposta ben diversa. Lo Sprar permette di programmare e portare avanti progettualità reali invece di continuare a utilizzare i ‘centri di accoglienza straordinari’, che non assicurano trasparenza nella gestione dei finanziamenti e raramente sono in grado di assicurare percorsi di accoglienza strutturati e proficui ai richiedenti asilo. Sono consapevoli i Comuni del fatto che così non usciamo dall’emergenza, con tutti i problemi che questo comporta anche per le ricadute sui territori?”
Info: Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) tel. 06 44230395/44230403 – cell. 329 2928070 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.cnca.it
Il documento, sottoscritto da 47 Associazioni, è stato inviato al Ministro Orlando e al Capo Dipartimento Giustizia Minorile , ai Presidenti di Camera e Senato, Ai componenti della Commissione Infanzia , ai componenti della Commissione Giustizia della Camera.
Il Gruppo CRC, network composto da 90 associazioni che da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese, esprime perplessità per l’emendamento n.1.25 al Ddl n. 2953 - delega al governo per l'efficienza del processo civile- all’esame della Commissione Giustizia della Camera. L'articolo 1, comma 1, lett. b) del disegno di legge detta i principi e criteri direttivi di delega, volti all'istituzione di sezioni specializzate presso i tribunali e le corti d'appello, cui devolvere le controversie relative alla persona, alla famiglia e ai minori. La Commissione Giustizia della Camera è significativamente intervenuta su questo aspetto della delega prevedendo alla lett. b) punto 2) del comma 1° la soppressione del tribunale per i minorenni e l’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale per i minorenni senza prevedere un ufficio giudiziario autonomo quale il Tribunale per la famiglia e i minorenni, come sarebbe stato preferibile.
Il testo approvato in Commissione continua inoltre a prevedere un doppio binario di competenza territoriale in materia civilistica – distinta tra sezioni specializzate circondariali (punto 5) e sezioni distrettuali (punto 6), contraddicendo in tal modo l’auspicata concentrazione delle tutele ed in contrasto con lo spirito della riforma che è volta al raggiungimento di criteri di uniformità, speditezza e semplificazione delle procedure.
Il fatto stesso di vedere accomunate in un unico ddl la materia delle imprese e quella delle persone minori di età suscita perplessità sull'approccio a questo complesso settore.
Il Gruppo CRC ritiene imprescindibile il rispetto di principi irrinunciabili quali quello di unitarietà, specializzazione, multidisciplinarietà, prossimità, formazione, peraltro in larga parte richiamati dalle Linee Guida CoE sulla Child Friendly Justice del novembre 2010. Pertanto come già sottolineato nel 2014 si ribadisce quanto segue.
Rispetto all’unitarietà si evidenzia come sia fondamentale mantenere l’unità della giurisdizione civile e penale in capo ad unico organo, valorizzando quindi la dimensione educativa e rieducativa del processo penale minorile. In questo senso si evidenzia anche la necessità che la riforma vada di pari passo con l’introduzione nel nostro sistema dell’ordinamento penitenziario minorile.
Così come appare irrinunciabile la specializzazione di tutti gli operatori coinvolti in una materia che, per sua natura, esige conoscenze e professionalità particolari. In tal senso preoccupa che non sia stata espressamente prevista l’esclusività delle funzioni dei pubblici ministeri che andranno a costituire il gruppo specializzato in materia di persona, famiglia e minori di cui all’art. 2-undeciese la soppressione della figura del pubblico ministero minorile specializzato, che ha compiti di particolare rilievo nel procedimento penale minorile e per i poteri a questo attribuiti dalla legge n. 149 del 2001 in materia di responsabilità genitoriale, segnalazione di abbandono, di raccordo con i servizi sociali territoriali. Soppressione che appare peraltro in contrasto sia con il precetto sancito dall’art. 31 comma 2° della Carta Costituzionale che dispone che la Repubblica è tenuta a proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo sia con le convenzioni internazionali e comunitarie in materia.
Multidisciplinarietà: Sia nel processo penale minorile che nei collegi giudicanti civili, le competenze del giudice o del collegio giudicante necessitano in questa materia di un supporto interdisciplinare, quindi si ritiene importante la presenza della componente privata specializzata, affinché i provvedimenti adottati siano proporzionati alle circostanze e alla gravità del reato, alla situazione del minore ed alla tutela delle relazioni familiari, conservata con la composizione attualmente prevista per i Tribunali per i minorenni.
Il principio di prossimità in una materia che investe i diritti fondamentali delle persone di minore età rappresenta un valore sociale, finalizzato a garantire oltre l’accessibilità, il diritto all’ascolto del minorenne e l’effettiva esecuzione dei provvedimenti e il monitoraggio necessario. Tale principio deve essere realizzato con una proficua razionalizzazione delle risorse esistenti (come richiesto dagli operatori del settore) e non invece a scapito della necessaria specializzazione dei magistrati e di tutti coloro che, a qualunque titolo, si occupano delle questioni afferenti a persone minori di età. La specializzazione rappresenta infatti l’unica garanzia per l’attuazione effettiva del principio fondamentale di tutela e promozione dell’infanzia e dell’adolescenza come indicata dalla carta costituzionale e dalle raccomandazioni internazionali e comunitarie.
E’ necessaria una formazione continua interdisciplinare sui diritti e bisogni delle persone di minore età di diverse fasce di età della componente togata e della componente privata specializzata addetta all’Ufficio.
Auspichiamo quindi che gli interventi di riforma sulla Giustizia consentano la possibilità di istituire un tribunale e un ufficio specializzato della Procura in materia di persona, famiglia e persone minori che mantenga accorpate le competenze civili e penali minorili, soluzione ottimale per attuare i principi di unitarietà, specializzazione, multidisciplinarità, prossimità e formazione continua connaturate a queste materie.
Le sottoscriventi associazioni del Gruppo CRC:
ACP- Associazione Culturale Pediatri
AGESCI
Agevolando
Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
AISMI - Associazione Salute Mentale Infantile
ALAMA – Associazione Laziale Asma e Malattie allergiche
Ali per giocare – Associazione Italiana dei Ludobus e delle Ludoteche
Anfaa – Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Anffas Onlus – Associazione nazionale Famiglie di persone con disabilità
Intellettiva e/o Relazionale
ANPE – Associazione Nazionale dei Pedagogisti
ANPEF – Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari
Antigone onlus – Associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale
Arché
Arciragazzi
Batya – Associazione per l’accoglienza , l’affidamento e l’adozione
Cammino-Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni
CAM – Centro Ausiliario per i problemi minorili
CARE – Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in
Rete
Centro Studi Minori e Media
Cesvi Fondazione onlus
CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
Cittadinanzattiva
CISMAI – Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e
l’abuso all’infanzia
CSI - Centro Sportivo Italiano
Cooperativa Cecilia onlus
CGD - Coordinamento Genitori Democratici
Coordinamento La Gabbianella Onlus
CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
CSB - Centro per la Salute del Bambino
Federasma e Allergie Onlus
Geordie – Associazione Onlus
Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia
HelPeople Foundation onlus
IPDM - Istituto per la Prevenzione del Disagio Minorile
IRFMN - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
Fondazione L’Albero della Vita Onlus
La Gabbianella e altri animali
ONG M.A.I.S.
Fondazione Roberto Franceschi Onlus
Save the Children Italia onlus
SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
SIMM – Società Italiana di Medicina delle Migrazioni