- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
I genitori non hanno le competenze e le risorse per il trattamento e per rispondere in modo adeguato ai comportamenti più impegnativi dei loro figli. Così, quando il loro ragazzo sbatte la testa contro il muro perché non vuole andare a scuola, i genitori devono cedere. Questo garantisce in sostanza che il comportamento si ripeta il giorno dopo o la prima volta che il ragazzo vorrà evitare un’attività o un impegno.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Esperienze & Educazioni
"Mi dispiace, il bagno è solo per i dipendenti" mi ha detto una volta il responsabile di un supermercato. L’ho guardato con stupore e poi ho osservato il mio studente. Un flusso di bava correva lungo il lato della sua bocca, come al solito. Ha alzato le sopracciglia verso di me, aspettando che facessi qualcosa per lui”.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Abuso di sostanze
Sapevate che vostro figlio aveva “sperimentato” qualche droga ma pensavate che si fosse poi fermato. È stato invece trovato positivo a un test sul consumo di sostanze. Oppure vostra figlia adolescente frequenta ragazzi che bevono e che nel fine settimana organizzano feste. Nell’ultimo mese è tornata a casa ubriaca un paio di volte. Questa mattina avete trovato una bottiglia di vodka nella sua camera. Sono cose gravi, lo sapete. Cosa potete fare?
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Vittime di violenza
La ragazzina è in affido da diversi anni dopo un allontanamento in età prescolare per maltrattamenti raccapriccianti che le hanno procurato, tra l’altro, 80 giorni di prognosi e per i quali entrambi i genitori naturali sono stati condannati a pene severe e decaduti dall’esercizio della responsabilità genitoriale.
Sono i miei affidatari,
così dice la legge.
Io li chiamo genitori,
sono chi mi protegge.
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Vittime di violenza
Nicola, un bimbo di 6 anni. Entra in un negozio di abbigliamento insieme all’affidataria e si mette a tremare davanti a un mazzo di cinture appese.
Ne indica una borchiata: “Pensa se papà mi picchiava con quella”.
Questa filastrocca è per lui, ed è stata scritta canticchiando. Forse per quietare la paura la rabbia che non lo hanno mai lasciato in pace, neppure dopo.
Laccio, cintola, cinghia,
m’hanno chiuso il cuore dentro una conchiglia.
- Scritto da Mariangela Bandello
- Categoria: Famiglie
Entrambe le donne sembrano mostrare una “crisi” rispetto alla fase del ciclo di vita della famiglia: per la madre, la prima figlia è andata via, la seconda sta per farlo, ed è la fase della famiglia con il figlio adulto detta anche “famiglia trampolino di lancio per i figli” (Scabini, 1998)(1), che richiede una nuova ri-organizzazione e ri-negoziazione dei rapporti familiari.
- Scritto da Mariangela Bandello
- Categoria: Famiglie
Giusi e Giovanna sono madre e figlia inviate in terapia da una collega del servizio pubblico che ha seguito la madre negli ultimi due anni. Giusi ha cinquantanove anni, è insegnante presso una scuola elementare, e, a suo dire, presenta sintomi di “ansia e somatizzazioni” (si presenterà così). Giovanna è la secondogenita, di venticinque anni. Nella telefonata di richiesta del primo incontro, la madre appare molto disponibile e mantiene sempre un tono tranquillo.
- Scritto da Gabriel Jorquera
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Sono andato a prenderla alla scuola dove avrebbe frequentato la seconda media a pochi giorni dal suo arrivo in comunità, parlo di fine febbraio ed era una giornata di pioggia. Pochi secondi dopo essere salita in macchina si è tirata su la manica del braccio e mi ha fatto vedere dei tagli, sottili e superficiali, graziosamente allineati: “Guarda cosa mi sono fatta” mi ha detto, “sai? Io sono depressa”. La macchina era già in moto e la scuola distava pochi minuti dalla Comunità per cui non ho ritenuto necessario fermarmi, mi sono girato verso di lei le ho detto con un tono dolce che ricordo ancora oggi: ma no, tu non sei depressa, sei solo triste, tanto triste, quando arriveremmo a casa ti pulirò il braccio e mi racconterai un po', va bene?
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Vittime di violenza
Per alcuni uomini picchiare la moglie è un modo per soddisfare le attese della comunità. Dimostrano così di essere veri uomini. Assumono un atteggiamento risentito se vengono fermati, adirati di non poter “educare la moglie secondo i propri metodi”.
Mi diceva un cugino:
“Vuoi una moglie educata?
Per andarci vicino
dai una bella lisciata”.
- Scritto da Davide Cardilli
- Categoria: Vittime di violenza
Il pericolo più grande è non farsi alcuna domanda, non essere critici e ragionare solo e soltanto per semplificazioni e luoghi comuni. Questi temi non possono e non devono essere racchiusi dentro sterili semplicismi che non rendono giustizia al valore ed allo spessore umano di chiunque, vittima o autore di reato. I pensieri difficili, quelli complessi e anche un po’ nascosti, sono ciò che andrebbe sempre ricercato. La semplicità non racchiude la verità, ammesso che questa esista.