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Che il mito della casa come dolce rifugio degli affetti durante la chiusura per il coronavirus fosse ingenuo o in malafede lo abbiamo ripetuto in molti, tutti quelli che conoscono le ombre dell’ambiente familiare. Se già la convivenza è difficile quando ci sono ragioni per spezzarla – il lavoro, la scuola, le amicizie, gli interessi personali… – nella continuità diventa insopportabile.
La pandemia che ci ha costretto a casa per mesi, esattamente dal 9 marzo al 4 maggio 2020, data di una graduale riapertura; è stata un’esperienza unica nel suo genere. Infatti il l lockdown per Covid-19 non è paragonabile alla seconda guerra mondiale, raccontata da molti dei nostri nonni, né alla Spagnola che è stata vissuta in tempi molto diversi dal nostro presente.
Gli impatti del Covid-19 variano tra gli individui e le famiglie e non sono ancora pienamente compresi, tuttavia ricerche svolte in passato mostrano che le esperienze di vita stressanti possono danneggiare la salute mentale, specialmente per adolescenti e per i giovani adulti.