È diffuso e preoccupante il consumo di alcol tra i più giovani, anche in forme particolarmente pericolose e “concentrate” come il binge-drinking, consumo alimentato non solo dalla facile reperibilità degli alcolici ma anche dalla pervasività dei messaggi e delle “narrazioni” che creano un alone di fascino attorno al bere.
Le pubblicità di alcolici uniscono fascino emotivo, consumo ostentato e nostalgia per aumentare l'attrattiva del prodotto, spiegano gli psicologi che hanno analizzato il fenomeno.
Il conformismo sociale e la paura di perdersi qualcosa nelle pubblicità accentuano la percezione della necessità sociale del bere, in particolare nei più giovani. La ripetizione rafforza in modo sottile l'apprendimento passivo, creando associazioni e plasmando la sensibilità e le scelte dei ragazzi.
Le pubblicità di alcolici creano scenari fantastici per insinuarsi nel subconscio, modificando sottilmente le percezioni e decisioni, esibendo personaggi vincenti e a loro agio nella società, con un contorno di bevute.
Sono questi i collegamenti illogici che le pubblicità di alcolici spesso propongono alla mente subconscia dei consumatori, associando il liquido nella bottiglia al successo, alla felicità e ai rapporti interpersonali.
Queste suggestioni sono veri e propri veleni che i più giovani devono essere aiutati a riconoscere.
Appello emotivo e condizionamento affettivo
Gli studiosi del fenomeno fanno osservare che quasi tutte le pubblicità di alcolici trasudano felicità, amicizia e anche un'aria di romanticismo. Tutto questo viene rappresentato così frequentemente che è quasi accettato come un fatto che l'alcol equivalga a un momento migliore.
Questa tecnica, nota come condizionamento affettivo, non è solo persuasiva; è una manovra psicologica studiata per collegare il piacere al prodotto a un livello quasi istintivo, oltrepassando il ragionamento cosciente.
Le pubblicità associano costantemente l'alcol a immagini e scene di gioia e beatitudine sociale, come un gruppo di amici che ridono bevendo un giro di birra o una coppia che si lega davanti a una bottiglia di vino.
L'obiettivo è quello di allenare il cervello di chi vede a collegare l'alcol alla gioia, alla relazione sociale e all'intimità. Hanno tralasciato, osservano i critici di questa forma di manipolazione, le discussioni da ubriachi, le promesse non mantenute e le serate interrotte brutalmente da un bicchiere di troppo, oltre che i conseguenti danni fisici.
Stili di vita ambiziosi e consumi ostentati
Mostrando scene sofisticate a base di whiskey di alta qualità e lusso, queste pubblicità giocano sui desideri subconsci di status e ascesa sociale. Questa rappresentazione induce a credere che scegliere una marca specifica di alcol elevi il proprio valore personale e sociale, superando la valutazione logica del prodotto. E questo ha un fascino particolare soprattutto sui giovani.
Occorrerebbe far molto riflettere su questo gli adolescenti che rischiano di diventare consumatori abituali di alcol. Un drink può davvero elevare il tuo status? Mentre la promozione pubblicizza il prodotto come un passaggio verso una vita più glamour, la realtà spesso rivela che nessuna quantità di alcol può davvero migliorare la propria posizione sociale. Un consumo eccessivo potrebbe in realtà diminuirla.
Nostalgia
La nostalgia nelle pubblicità di alcolici, con melodie conosciute e accattivanti e stili vintage, fa appello direttamente al subconscio, spiegano gli psicologi, evocando un desiderio per il passato che offusca il giudizio razionale. Questa tattica manipola le emozioni collegando il prodotto a ricordi cari, rendendolo più attraente.
Basterebbe un’immagine di un liquore di marca e un sottofondo musicale di questo tipo, per fare una pubblicità. Si fa leva sulla nostalgia. Una strategia progettata per evocare ricordi caldi e confortanti, collegando abilmente questi sentimenti al prodotto per renderlo irresistibilmente attraente.
Secondo ricerche svolte, la nostalgia ha il potere di rendere i consumatori meno sensibili al prezzo, poiché sono più disposti a spendere per ricatturare le emozioni legate ai tempi passati. Mentre il bevitore desidera ardentemente i "bei vecchi tempi", viene venduta l'illusione che una marca specifica di liquore possa magicamente trasportare nel passato.
Il risultato però è ben diverso. Il più delle volte, dopo una gran bevuta arrivano ricordi sfocati, chiacchiere senza senso, sonno e infine mal di testa.
Conformità sociale
Le pubblicità di alcolici sfruttano il profondo bisogno subconscio di conformità sociale, valore forte soprattutto per i più giovani, che si stanno affacciando alla vita e alle relazioni sociali.
Rappresentando il bere come una norma sociale universale, questa strategia sovverte il pensiero razionale, convincendo che per essere accettati socialmente, occorre allinearsi al comportamento mostrato.
Scene di vivaci barbecue, feste glamour, drink informali a fine giornata, incontri rilassati in qualche bel locale, tutti a suggerire che questa è la norma quando i giovani si ritrovano.
Queste pubblicità sfruttano abilmente il potere del conformismo sociale, suggerendo che per far parte dei gruppi bisogna unirsi al brindisi. Tuttavia, osservano i critici, mentre queste pubblicità vendono visioni di infinite connessioni sociali, la realtà è spesso l'opposto. Invece di espandere la vita sociale, bere frequentemente può portare a una cerchia sociale più ristretta, spingendo verso l'isolamento piuttosto che verso una vera comunità.
La paura di perdersi qualcosa
Parlando del bisogno di adattarsi, in particolare dei giovani, non si può ignorare la paura di perdersi qualcosa, un altro potente motore della pubblicità di alcolici, specialmente in un mondo guidato dai social media. Le pubblicità che la sfruttano scatenano le paure subconsce di perdersi momenti che definiscono la vita. Presentando scene di feste indimenticabili, manipolano le emozioni, portando soprattutto i giovani a credere che senza alcol saranno esclusi da queste esperienze gioiose.
Ma quante volte un cocktail sofisticato porta davvero a un'avventura che cambia la vita? Il più delle volte, la vera avventura alla fine di una serata di bevute pesanti potrebbe includere una chiacchierata non messa in conto con il pavimento o un viaggio inaspettato al pronto soccorso.
Approvazioni delle celebrità
Quando un personaggio celebre sorseggia con noncuranza un certo liquore in una pubblicità accattivante, il suo scopo è fare pensare che, se è abbastanza buono per lui, sicuramente è abbastanza buono anche per noi.
Le sponsorizzazioni di un attore famoso o di un altro personaggio molto conosciuto sfruttano astutamente l’ammirazione e le aspirazioni subconsce dei consumatori. Associando personaggi popolari all'alcol, queste pubblicità aggirano l'esame razionale e convincono a credere che emularli possa elevare il proprio appeal sociale.
Ma è assurdo, sottolineano gli analisti del fenomeno, suggerire che un semplice sorso di whisky potrebbe dare una qualche forma di celebrità, rendendo attraenti o persino irresistibili. Piuttosto, invece di trasformare nell'incarnazione del carisma, l'alcol spesso si traduce in momenti meno brillanti, discorsi confusi, goffi balbettii e commenti inappropriati. Invece di una notte indimenticabile, è più probabile che un giovane si risvegli con ricordi di imbarazzo e rimpianto.
Ripetizione e l'effetto della mera esposizione
C'è infine il potere della ripetizione. L'industria dell'alcol investe molto per rendersi onnipresente, dai cartelloni pubblicitari alle pause pubblicitarie dei programmi in streaming o in tv.
Questa ripetizione nella pubblicità sfrutta il mero “effetto esposizione”, un fenomeno psicologico che funziona inconsciamente. Più si vede un marchio, più si tende a preferirlo, poiché la familiarità viene elaborata nel subconscio, oltrepassando il pensiero razionale e costruendo una preferenza senza ragionamento attivo.
Inoltre, l'esposizione costante facilita l'apprendimento passivo, in cui vengono assorbite informazioni senza sforzo attivo o piena attenzione. Questo processo aggira il ragionamento logico, creando associazioni a livello subconscio.
Poiché queste immagini e messaggi vengono ripetutamente intrecciati nel tessuto della vita quotidiana di ognuno, potenziano gli effetti seduttivi delle altre strategie indicate sopra, influenzando sottilmente le percezioni e scelte dei giovani, in particolare, in modi che questi potrebbero non comprendere appieno.
Tagliare il subliminale
Riconoscere queste tattiche nascoste e portare i ragazzi a saperle individuare e “leggere”, è fondamentale, poiché sono progettate non solo per vendere un drink, ma per radicare una fantasia nel loro subconscio, rendendo il fascino quasi irresistibile.
Il passo successivo, eventualmente a livello anche terapeutico, è quello di un rapporto più consapevole con l'alcol, il che implica la comprensione delle ragioni personali per bere. Cosa si nasconde nel disagio di un giovane adolescente che sceglie di “sfuggire” alle difficoltà e alle sofferenze che sta vivendo, attraverso l’alcol.