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Se i ragazzi ormai entrati nella prima adultità avessero a disposizione app istituzionali da consultare per avere risposte immediate su temi e problemi relativi alla salute sessuale, le utilizzerebbero? Si fiderebbero dei loro “consigli”?

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Servizi digitali, come app anonime e servizi di messaggistica, potrebbero cambiare il modo in cui ci avviciniamo ai servizi di salute sessuale, ma i giovani non si fiderebbero di loro, secondo quanto emerge da una nuova ricerca dell'Università di Cardiff.

La ricerca ha scoperto che sebbene i servizi digitali per la salute abbiano un grande potenziale nell’aiutare i giovani a sentirsi più a loro agio nel parlare della salute sessuale, esistono importanti questioni e problemi riguardanti le aspettative e i desideri dei giovani da questi servizi, i quali attualmente non si fiderebbero di loro.

"I giovani sotto i 25 anni sperimentano un tasso sproporzionato di malattie sessualmente trasmissibili - a causa di questo, la salute sessuale dei giovani è considerata una questione prioritaria di salute pubblica" afferma la dottoressa Clare Bennett.

"A livello internazionale, i sistemi sanitari stanno passando a cure e consigli mediati digitalmente per soddisfare le esigenze di salute della popolazione, e i servizi di salute sessuale sono stati in prima linea in questi cambiamenti e innovazioni".

I giovani continuano a sottoutilizzare le cure per la salute sessuale sia nei servizi faccia a faccia che virtuali. Abbiamo cercato di capire cosa potesse essere fatto per aumentare il coinvolgimento nei servizi di salute sessuale".

Lavorando con personale esperto di salute sessuale proveniente da tre strutture del servizio sanitario nazionale inglese in località costiere, rurali e urbane, e conducendo ricerche con giovani di 16-18 anni in educazione a tempo pieno in Inghilterra e Galles, i ricercatori dell'Università di Cardiff hanno cercato di comprendere le percezioni delle tecnologie digitali per la salute sessuale e l'esperienza diretta dei sanitari nel fornire questi servizi.

La ricerca ha scoperto che mentre i sanitari pensavano che la digitalizzazione dei servizi di salute sessuale avrebbe aiutato alcuni giovani a superare le barriere al trattamento, come l'imbarazzo, i giovani non si fidano dei servizi online e hanno aspettative irrealistiche su ciò che possono offrire.

"I giovani hanno espresso aspettative specifiche e desideravano altre opzioni di scelta - esprimendo la necessità di un servizio disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette, con risposte istantanee. Hanno dichiarato che qualsiasi sistema che comportasse una risposta ritardata sarebbe inaccettabile per il loro gruppo di età" dice la dottoressa Bennett.

La ricerca ha anche mostrato che i servizi digitali sono limitati nel contrastare le disuguaglianze nell'accesso ai servizi di salute sessuale a causa della mancanza di accesso alla tecnologia tra alcune fasce di giovani.

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"Anche se la trasformazione provocata dalla comunicazione digitale è penetrata praticamente in ogni aspetto della vita quotidiana, e soprattutto nella vita dei giovani, non possiamo dare per scontata alfabetizzazione digitale e accesso alla tecnologia digitale.

È importante sottolineare, poiché i servizi diventano più digitali, che ci sono rischi di esclusione digitale tra coloro che hanno accesso limitato, competenze e consapevolezza dei servizi digitali".

"La nostra ricerca dimostra che le piattaforme e i servizi digitali da soli, come gli stessi giovani in questo studio hanno dichiarato, sarebbero insufficienti nel soddisfare le loro esigenze. Invece, i servizi digitali devono far parte del sistema e non sostituire la fornitura tradizionale di servizi faccia a faccia".

I risultati hanno mostrato che i giovani hanno bisogno che i servizi digitali siano accessibili e facili da usare e, sebbene i servizi digitali per la salute sessuale abbiano il potenziale per aumentare il coinvolgimento di alcuni giovani, i servizi dovrebbero essere complementari alle visite in clinica ma non dovrebbero sostituirle.

"Lavorando con gli esperti delle cliniche di salute sessuale, abbiamo imparato che i servizi digitali dovrebbero agire in aggiunta alle visite cliniche, non sostituirle. Nella nostra ricerca, abbiamo scoperto che la valutazione faccia a faccia era spesso necessaria, ma il coinvolgimento digitale ha permesso ai sanitari di costruire fiducia per facilitare la presenza in persona" spiega la dottoressa Bennett.

Prima che i servizi digitali possano raggiungere il loro potenziale, la questione fiducia deve essere affrontata così come le aspettative spesso esagerate su ciò che il servizio può offrire.

"I sistemi digitali per la salute sessuale hanno un grande potenziale, sia nel migliorare l'accesso ai servizi di salute sessuale per i giovani che nel superare alcune disuguaglianze nella salute sessuale.

Ma le questioni di fiducia e aspettative devono essere affrontate, e queste tecnologie devono essere parte integrante dei sistemi più ampi, altrimenti c'è il rischio che il loro impatto sarà compromesso" conclude la dottoressa Bennett.


Riferimento bibliografico

Clare Bennett et alii. 'I wouldn't trust it …' Digital transformation of young people's
sexual health services: a systems-informed qualitative enquiry.

BMJ Public Health (2023).

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