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I metodi educativi tradizionali non funzionano con gli studenti che soffrono di deficit di attenzione/iperattività. Per aiutarli a sviluppare autocontrollo e responsabilità, è necessario adottare strategie diverse, più adatte alle loro caratteristiche.

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Molti genitori di adolescenti con ADHD si sentono frustrati dall’inefficacia delle punizioni, dei discorsi autoritari e dei divieti. Questi metodi, anziché migliorare il comportamento, spesso generano conflitti, reazioni emotive intense e chiusura totale.

Gli studiosi spiegano che la ragione di queste risposte risiede nel modo in cui il loro cervello elabora le informazioni, le emozioni e le conseguenze punitive. Comprendere questa differenza consente agli adulti di superare strategie punitive inefficaci e adottare approcci che favoriscono l’autoregolazione e la crescita personale.

Uno dei motivi principali per cui la disciplina tradizionale non funziona con questi giovani è la difficoltà nel collegare le azioni alle conseguenze. Gli adolescenti con ADHD hanno difficoltà a prevedere gli effetti delle proprie azioni e, se la punizione arriva in ritardo, rischia di sembrare casuale e quindi inefficace.

Inoltre, la loro maturità emotiva è spesso inferiore a quella dei coetanei: a livello di autocontrollo, un quindicenne con ADHD può comportarsi come un dodicenne. Questo significa che punizioni rigide, basate su un livello di maturità che ancora non possiedono, generano solo frustrazione.

Le loro reazioni emotive sono spesso intense e provvedimenti come privarli per giorni o settimane di attività che amano possono scatenare rabbia e senso di ingiustizia, ostacolando l’apprendimento della lezione.

Un altro aspetto critico riguarda la memoria di lavoro debole: dimenticare le regole o infrangerle non è sempre un atto di disobbedienza, ma può dipendere dal fatto che non riescono a ricordarle. In questi casi, un supporto visivo può essere molto più utile di una semplice sgridata. Anche le lunghe prediche risultano inefficaci: spiegazioni troppo dettagliate rischiano di essere ignorate, perché la loro attenzione viene rapidamente sopraffatta. Se sottoposti a un rimprovero troppo lungo o severo, tendono a isolarsi o a mettersi sulla difensiva. È molto più utile esprimersi con poche parole, chiare e dirette.

Al posto delle punizioni, gli esperti consigliano di adottare strategie più adatte al loro modo di apprendere e di gestire le emozioni. Un approccio efficace prevede conseguenze immediate e a breve termine: le sanzioni devono essere proporzionate e applicate subito. Ad esempio, invece di punire un ragazzo per un mese, è più utile sospendere un’attività per una sola serata. Questo permette di rafforzare il collegamento tra azioni e conseguenze

Un altro aspetto fondamentale è il rinforzo positivo. Invece di concentrarsi esclusivamente sugli errori, è più efficace insegnare il comportamento corretto. Se un adolescente si esprime in modo irrispettoso, invece di punirlo, si può invitarlo a riprovare con un linguaggio più adeguato.

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Quando fa scelte migliori, il suo sforzo deve essere riconosciuto, perché il rinforzo positivo aiuta a consolidare i comportamenti desiderati.

L’uso di promemoria visivi e scritti è un altro strumento prezioso. Poiché l’ADHD influisce sulla memoria, le istruzioni verbali spesso non bastano. Un promemoria fisico aiuta a consolidare le regole senza bisogno di richiami continui.

Inoltre, è importante insegnare abilità di autoregolazione: invece di punire gli sfoghi emotivi, è più utile aiutarli a sviluppare strumenti per calmarsi, come la respirazione profonda, le pause o l’uso di una frase calmante. Con il tempo, imparando a gestire meglio le emozioni, sapranno affrontare la disciplina in modo più costruttivo.

Un’altra strategia efficace è la collaborazione piuttosto che l’imposizione. Gli adolescenti con ADHD rispondono meglio quando hanno una certa autonomia nel loro ambiente. Stabilire insieme obiettivi e strategie di problem solving può essere molto più efficace di un semplice ordine imposto dall’alto. Se, ad esempio, un ragazzo fatica a completare i compiti, può essere utile chiedergli direttamente cosa potrebbe aiutarlo a farli meglio.

Dare loro responsabilità e coinvolgerli nelle soluzioni aumenta la loro motivazione e il senso di autoefficacia.

Per favorire la loro crescita, è essenziale sottolineare più spesso i comportamenti positivi piuttosto che correggere quelli negativi. Gli adolescenti con ADHD ricevono critiche più frequentemente rispetto ai coetanei, il che può minare la loro autostima. Per questo motivo, è importante riconoscere i loro successi, anche quelli piccoli, lodandoli quando ricordano di svolgere i loro compiti, quando gestiscono bene la frustrazione o quando fanno uno sforzo per migliorare il loro comportamento.

Più si sentono capaci, più è probabile che ripetano i comportamenti positivi.

L’efficacia della disciplina non si misura dalla severità delle punizioni, ma dalla capacità di insegnare autonomia e responsabilità. Creare un ambiente strutturato e supportivo aiuta gli adolescenti con ADHD a sviluppare le competenze necessarie per fare scelte migliori, non per paura della punizione, ma perché hanno imparato a farlo.


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