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Essere creativi è una fonte di felicità per chiunque ma può esserlo in particolare per i giovani, i quali possono indirizzare e costruire il proprio futuro seguendo la strada delle loro passioni. Che si tratti di disegnare, suonare, scrivere, cucinare, creare contenuti digitali o inventare nuove idee, stimolare la propria creatività fa bene sia a se stessi che al mondo, favorendo ispirazione e innovazione. 

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Sebbene esistano molti modi per diventare più creativi, questo è uno cui di solito non si pensa: essere empatici.

Secondo uno studio recente, essere in grado di considerare il punto di vista di un'altra persona (ciò che i ricercatori chiamano assunzione di prospettiva o empatia cognitiva) porta a una maggiore forza e coinvolgimento nella creatività quotidiana e nel compimento di produzioni creative.

"Le persone che vengono identificate come più empatiche non solo tendono a essere più creative, ma potrebbero anche essere più produttive e efficienti con la loro creatività" afferma Matthew Pelowski dell'Università di Vienna e coautore dello studio.

Empatia e creatività nella vita quotidiana

Nello studio, i ricercatori hanno intervistato giovani adulti cinesi sulla loro capacità di assumere una prospettiva diversa, chiedendo quanto fossero d'accordo con affermazioni come "A volte cerco di capire meglio i miei amici immaginando come appaiono le cose dalla loro prospettiva" o "Quando leggo una storia o un romanzo interessante, immagino come mi sentirei se gli eventi della storia accadessero a me".

I ricercatori hanno anche misurato “l’empatia emotiva” (sentire e prendersi cura di altre persone) chiedendo quanto fossero d’accordo con affermazioni come “Spesso provo sentimenti teneri e preoccupati per le persone meno fortunate di me” e “Sono felice quando sono con un gruppo allegro e triste quando gli altri sono tristi”.

Nell'esplorare la creatività, i ricercatori hanno chiesto se i partecipanti si fossero impegnati nell'ultimo anno in attività come progettare e piantare fiori e piante in un giardino, sviluppare una ricetta unica per un dessert, produrre un video, disegnare, fondare un club, pubblicare un articolo, scolpire, scrivere, coreografare o criticare una teoria scientifica.

Quindi, i ricercatori hanno analizzato queste risposte per vedere come la prospettiva delle persone e l'empatia emotiva fossero correlate ai loro sforzi per essere creativi.

Hanno scoperto che le persone che sembravano più brave a vedere il mondo attraverso gli occhi degli altri (empatia cognitiva) avevano maggiori probabilità di dedicarsi a atti creativi. Questo era provato indipendentemente dalla loro età o dal loro sesso.

Ciò non era valido per le persone che dichiaravano di essere più propense a prendersi cura degli altri e a provare ciò che provavano, il che non sembrava correlato all’essere autore di atti creativi.

Per il professor Pelowski, questo suggerisce l'esistenza di una connessione tra empatia cognitiva e creatività nella vita quotidiana.

"Per essere creativi, si cercano nuove prospettive, nuovi punti di vista su come si vede il mondo e su come si possa esprimere ciò che si vede. Quindi, per me ha perfettamente senso che ci siano molte sovrapposizioni tra empatia cognitiva e creatività".

L'empatia porta a maggiore produzione creativa

Tuttavia, questi risultati non dimostrano necessariamente che avere una maggiore empatia cognitiva renda qualcuno più creativo; potrebbe essere il contrario, come implicano alcune delle ricerche di Pelowski . È anche possibile che le persone che dichiarano di essere più creative nella vita di tutti i giorni non creino necessariamente opere che altri percepirebbero come compiute.

Per rispondere a queste domande, Pelowski e il suo gruppo di ricercatori hanno analizzato i dati di uno studio longitudinale in corso in Cina chiamato Gene-Brain-Behavior project. Avendo accesso ai dati dei partecipanti su empatia, creatività e molti altri fattori in un dato momento e di nuovo uno o due anni dopo, hanno potuto vedere come i livelli di empatia potrebbero predire la creatività futura.

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Inoltre, avevano accesso a un’analisi che mostrava i livelli di realizzazione in aree creative della vita, quella che alcuni potrebbero chiamare creatività "Grande C", in contrapposizione alla "piccola c" o creatività quotidiana.

Questo includeva valutazioni più oggettive dei risultati creativi prodotti da un partecipante nelle arti visive, musica, danza, progettazione architettonica, scrittura creativa, umorismo, invenzione, scoperta scientifica, teatro, cinema e arti culinarie.

Analizzando i risultati, i ricercatori hanno scoperto che una maggiore assunzione di prospettiva in un dato momento era correlata a livelli più elevati di creatività quotidiana in un altro, mentre il contrario non era vero. Ciò suggerisce che avere una maggiore empatia cognitiva porta a più creatività piuttosto che il contrario, cosa che Pelowski ha trovato sorprendente.

"Il mio lavoro precedente presumeva che l'impegno con la creatività nelle arti fosse un veicolo verso l'empatia o verso una maggiore prosocialità. Ma anche trovare questa relazione contraria ha senso e grande valore".

Lo studioso e i suoi colleghi hanno anche scoperto che i partecipanti bravi ad assumere la giusta prospettiva tendevano a ottenere risultati migliori nelle arti, il che suggerisce che questo tipo di empatia porta a maggiori risultati artistico/creativi.

"Le persone che si identificano come più empatiche tendono a essere più creative, ma tendono anche a produrre. Forse, avere alcune di queste capacità empatiche cognitive dà gli strumenti per essere davvero una persona creativa e produttiva".

È interessante notare che una maggiore empatia non ha influenzato tutti gli esiti nelle arti. Mentre era legata ai risultati nelle arti visive, nella scrittura creativa, nell'invenzione, nella scoperta scientifica e nelle arti culinarie, non era legata a esiti creativi in musica, teatro, cinema e danza.

Pelowski non è sicuro del perché, ma potrebbe essere che lui e i suoi colleghi semplicemente non avessero dati sufficienti per dimostrare una relazione o che i risultati in queste aree richiedano più tempo, formazione o accesso alle opportunità rispetto ad altre attività creative.

Tuttavia, sembra esserci una qualche relazione tra empatia cognitiva e realizzazione e produzione creativa, ma non tra empatia emotiva e creatività, il che sembra controintuitivo. Dopo tutto, l'arte spesso stimola forti reazioni emotive nelle persone; quindi, si potrebbe supporre che i creativi di successo sentano le emozioni degli altri in modo più acuto.

Inoltre, la ricerca ha scoperto che le persone altamente sensibili tendono a essere più creative ed emotivamente empatiche, il che suggerisce una potenziale relazione.

Pelowski mette in guardia dal trarre troppe conclusioni senza ulteriori ricerche, specialmente sui meccanismi che possono spiegare i risultati. Ma ipotizza che ciò di cui si ha bisogno per completare un'impresa creativa, cose come tempo ininterrotto da soli, dedicarsi e “giocare” con le idee e la capacità di pianificare e realizzare la propria visione, potrebbe spiegare perché l'empatia emotiva è meno rilevante dell'empatia cognitiva. O forse provare sentimenti per gli altri e preoccuparsi del loro benessere ha un impatto sulla disponibilità di qualcuno a concentrarsi sulla creatività, specialmente se ha responsabilità di assistenza.

In ogni caso, le sue scoperte suggeriscono che aumentare la tua capacità di assumere la prospettiva di qualcuno potrebbe essere una buona cosa per promuovere la creatività di un giovane.

Fortunatamente, l'empatia può essere coltivata attraverso uno sforzo deliberato. Leggere libri o guardare la TV o un film e immaginare come si penserebbe e ci si sentirebbei se si fosse nei panni di personaggi diversi può rafforzare la propria capacità di assunzione di prospettiva.

Un giovane può anche sviluppare l'empatia interagendo con persone che sono diverse da lui per qualche aspetto, diventando curioso della loro vita interiore e ascoltando profondamente i loro punti di vista.

Sostenere un adolescente a espandere la sua empatia, non solo potrebbe aumentare la sua creatività, ma potrebbe anche renderlo una persona migliore.


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